Seguici su

Formula 1

De Laurentiis: «F1 a Napoli, un mio vecchio pallino. Perchè no». Boutade o prospettiva reale?

Ai Gazzetta Sports Awards, Aurelio De Laurentiis ha rilanciato l’idea della F1 a Napoli. Analizziamo le possibilità e le sfide di quella che sembra una boutade. Ma che forse…

Pubblicato

il

Aurelio De Laurentiis sogna di portare la F1 a Napoli (© SSC Napoli)
Aurelio De Laurentiis sogna di portare la F1 a Napoli (© SSC Napoli)

Aurelio De Laurentiis ha rilanciato la possibilità di portare la F1 a Napoli. Il presidente del Napoli e fondatore della FilmAuro, dal palco dei Gazzetta Sports Awards ha rilanciato venerdì sera il suo interesse per portare il Circus della Formula 1 nel capoluogo campano. Una boutade? Secondo noi sì… forse.

De Laurentiis: «Perchè la F1 a Montecarlo e non Napoli? Tante possibilità da poter cambiare un circuito ogni anno»

De Laurentiis è un uomo da palcoscenico, oltre ad essere sempre attento alle opportunità economiche. Ha colto quindi l’occasione di essere sotto i riflettori per rilanciare un refrain già sentito, ma sempre rimasto sulla carta: «Mi sono divertito a vedere la possibilità di portare, che è una mia vecchia voglia del 2004, ripresentata nel 2018, e dissi: perchè dobbiamo pensare a Montecarlo? Perchè io non devo pensare di fare un circuito di Formula 1 a Napoli?».

Imbeccato da uno dei due presentatori, il commentatore calcistico Pierluigi Pardo, De Laurentiis si è anche sbilanciato sulle, a suo dire, molteplici possibilità della città partenopea: «Vomero? Ma quale Vomero!» e ancora: «Ma quale Lungomare! Lascia perdere, ci potrebbe essere ogni anno un circuito diverso, a Napoli!».

Il fiuto per gli affari dell’imprenditore cinematografico e sportivo napoletano è ben noto. Già nel 2004, negli anni d’oro del seguito della Formula 1 in Italia, con la Ferrari che dominava, De Laurentiis mostrò interesse nel portare la massima formula nella sua città. In quegli anni, anche Roma portò una forte candidatura, presentata anche all’allora supremo della Formula 1, Bernie Ecclestone.

Proprio dalla Città Eterna, come ha ricordato lo stesso De Laurentiis, nel 2018 ripartì questo suo interesse. Galeotta fu la prima edizione della Formula E, con il circuito che si sviluppava nel quartiere EUR che fece bella mostra di sè.

Le criticità: costi e infrastrutture. Lo spazio (sembra) ci sia

Come detto nel titolo, questa dichiarazione ha le parvenze di una boutade. Sembrerebbe detta da una persona che probabilmente non ha ben chiaro cosa significhi organizzare un GP di Formula 1 all’interno di una città.

Se guardiamo la vicenda da un punto di vista prettamente tecnico, la Formula 1 è ben diversa dalla Formula E. Tanto più se parliamo della serie elettrica del 2018, ben lontana dalle prestazioni di una F1 moderna.

Lo spazio, primo requisito fondamentale, sembra però che ci sia: l’area di Bagnoli, dove verranno allestiti gli hangar dell’America’s Cup del 2027 e in piena riqualificazione, verrebbe utilizzata come paddock. A noi sconosciuta, al momento la collocazione eventuale dei box. E delle importantissime aree per il Paddock Club, l’hospitality di lusso della F1.

las vegas curva 1

Il circuito di Las Vegas, con le sue tribune e l’imponente struttura box (© F1)

Le risorse richieste però, sono importanti: Liberty Media, a un tracciato storico ma angusto, sia come infrastrutture che come layout, come Imola, ha chiesto la bellezza di 60 milioni di euro all’anno per ospitare la Formula 1.

A questi, ci sono da aggiungere la progettazione e la realizzazione della pista e delle infrastrutture. A Las Vegas sono stati spesi 500 milioni di dollari solo nel primo anno per la costruzione delle infrastrutture necessarie, così come accaduto a Jeddah.

I punti di riferimento devono essere infatti quelli, e non Montecarlo, che non ha degli spazi che rispondono agli standard richiesti attualmente da Liberty Media. Singapore, Miami, Jeddah e Las Vegas (anche se organizzata direttamente da Liberty Media), sono i veri punti di riferimento per le gare su circuiti cittadini.

Napoli Racing Show: illusione o reale testa di ponte per la Formula 1?

Scavando a fondo, si scopre però che a Napoli sembra che vogliano fare sul serio. Nel fine settimana dell’Immacolata, si è svolta la seconda edizione del Napoli Racing Show, che ha totalizzato un’affluenza dichiarata in 150.000 spettatori.

È un evento che ha grandi ambizioni: quelle di portare il motorismo internazionale nell’area del Lungomare Caracciolo, utilizzando anche il quartiere di Bagnoli. Sembra infatti che ci siano concrete possibilità per ospitare la Formula E. Ma la Formula 1 è un evento di portata completamente diversa, per spazi e livello di esclusività richiesta dalle hospitality.

Il presidente dell'ASD Napoli Racing Show Enzo Rivellini (© Napoli Racing Show)

Il presidente dell’ASD Napoli Racing Show Enzo Rivellini (© Napoli Racing Show)

Aurelio De Laurentiis era presente anche al Lungomare Caracciolo, sostenendo la necessità di puntare alla Formula 1. A suo avviso, l’area avrebbe le possibilità, a patto che la città tutta sia unita in questo scopo.

E, aggiungiamo, non solo la città. Per ricreare il GP del Mediterraneo a Napoli serve il sostegno di un’intera Nazione. Sostegno che, per Imola, non è stato sufficiente.

La boutade sembra avere delle fondamenta reali. Solo il tempo ne farà apprezzare la solidità. Scalare la Formula 1 non è come scalare il Maschio Angioino. Piuttosto, è come voler arrivare in cima al Burj Khalifa. La strada è lunga.

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *