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F1 | È stato eliminato il limite massimo di cambi utilizzabili in una stagione

È stato eliminato il limite di cambi utilizzabili dai team in una stagione. Data l’affidabilità raggiunta, la norma è stata considerata obsoleta

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I meccanici Ferrari ai box. È stato eliminato il limite di cambi da utilizzare in una stagione (© F1)
I meccanici Ferrari ai box. È stato eliminato il limite di cambi da utilizzare in una stagione (© F1)

La Formula 1 ha deciso: è stato eliminato il limite del numero di cambi da utilizzare in una stagione, a partire dal campionato alle porte.

È una novità del 18 febbraio scorso, decisa durante una riunione della F1 Commission. Ma era passata in sordina, sovrastata dall’ipotesi dei due pit stop obbligatori da introdurre a Monaco, concretizzata ieri.

L’origine del contingentamento delle parti

La F1 è da sempre in continua evoluzione: le regole tecniche e sportive vengono aggiornate periodicamente nel tentativo di bilanciare costi, spettacolo e sicurezza. Negli ultimi anni, tra i punti di maggior intervento hanno riguardato il numero di motori utilizzabili in stagione e il numero dei cambi.

Questa politica ha cominciato ad entrare in Formula 1 a metà degli anni ’00 del 2000. L’obiettivo era quello di limitare i costi per le scuderie e di aumentare l’affidabilità delle monoposto, diminuendo i ritiri per nature tecniche.

Erano all’ordine del giorno, infatti, i forfait per guasti meccanici. I motori spesso duravano poco più di una sessione, così come i cambi. Chi si approccia alla Formula 1 ora, invece, quasi non sa cosa voglia dire la parola guasto.

Lo sviluppo delle componenti è sempre più sofisticato e affinato, con i componenti testati nelle condizioni più estreme. Per questi motivi, motori e cambi sono sempre più affidabili.

Robert Kubica alle prese con la rottura del motore nelle qualifiche in Belgio nel 2019 (© F1)

Robert Kubica alle prese con la rottura del motore nelle qualifiche in Belgio nel 2019 (© F1)

Eliminato il limite dei cambi in stagione. Cos’era la regola dei cambi “contati”?

Fino allo scorso anno, ciascun team di Formula 1 aveva a disposizione un numero limitato di cambi. Erano quattro nel caso in cui il calendario fosse di un massimo di venti gare, cinque con un numero superiore, da utilizzare per ogni pilota durante l’intero campionato.

Superare tale limite comportava una penalità in griglia di partenza. Cinque posizioni di retrocessione rispetto alla posizione conquistata in qualifica. Una situazione che spesso complicava le strategie dei team e penalizzava i piloti in maniera talvolta sproporzionata. E a volte ingiusta, come successo a Carlos Sainz a Las Vegas nel 2023.

Perché si è deciso di cambiare e i rischi dietro la decisione

Nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito della FIA, l’abolizione del tetto massimo di cambi è stata stabilita perchè «la norma, data l’affidabilità del componente, è diventata obsoleta». La FIA dà quindi un’informazione che al momento era rimasta in parte nascosta. Ovvero che i cambi sono praticamente più affidabili di quanto richiesto, tanto da rendere inutile la norma stessa.

In più, evidentemente si ritiene che il controllo della spesa globale tramite il budget cap rappresenti un argine più che sufficiente per evitare una produzione massiva e compulsiva di componenti poco affidabili.

Oltre a questo, l’eliminazione di questa norma evita di penalizzare eccessivamente i piloti vittime o protagonisti di incidenti. Il cambio, in caso di impatti con il posteriore, è uno degli elementi più delicati.

Questa decisione potrebbe lasciare spazio a eventuali innovazioni e sperimentazioni sui cambi, magari lasciate in secondo piano in passato per privilegiare l’affidabilità.

Infine, c’è il tema della sostenibilità: la Formula 1 sta puntando a ridurre il proprio impatto ambientale. Se da un lato si concede maggiore libertà nello sviluppare componenti, dall’altro diventa fondamentale evitare produzioni in eccesso. Queste contrasterebbero con gli obiettivi “green” della categoria.

L'AlphaTauri di Tsunoda dopo un incidente nel 2021 (© F1)

L’AlphaTauri di Tsunoda dopo un incidente nel 2021 (© F1)

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