La Formula 1 sotto l’albero: quando il circus correva a Natale (o quasi)

Per gli appassionati di molti sport, nel periodo natalizio vanno in scena alcuni degli eventi più attesi della stagione: basti pensare al Boxing Day (Santo Stefano) della Premier League di calcio, o ai Christmas Games della NBA. Nel mondo della Formula 1 questi giorni coincidono con la pausa invernale, ma non è sempre stato così: in passato, diversi Mondiali si sono decisi proprio in prossimità del Natale.

A partire dalla fine degli anni Cinquanta, il circus iridato iniziò a spingersi oltre i confini europei, toccando Africa e Americhe. Le lunghe traversate oceaniche, effettuate via nave, obbligarono a rivedere la programmazione del campionato. Il risultato fu sorprendente: alcune gare si disputarono a fine dicembre, trasformando le festività in momenti cruciali per la storia della Formula 1.

Le gare “di Natale” della Formula 1

Sebring 1959: il Mondiale deciso in America

Il primo vero Gran Premio degli Stati Uniti si disputò nel 1959, segnando una svolta epocale. Fino a quel momento, la presenza della 500 Miglia di Indianapolis nel calendario iridato aveva rappresentato più una formalità che una reale apertura al pubblico americano: regolamenti diversi, vetture differenti e pochissimi piloti europei disposti a partecipare.

La gara si disputò a Sebring: inizialmente era prevista come evento di apertura della stagione, ma a seguito di una serie di rinvii finì per diventare l’ultimo GP dell’anno. Jack Brabham arrivò in Florida con 31 punti, seguito da Stirling Moss a 25,5 e da Tony Brooks a 23: il GP americano si rivelò dunque decisivo per l’assegnazione del titolo Mondiale.

La gara sembrava destinata a incoronare Brabham senza difficoltà, finché, a soli 400 metri dal traguardo, la sua Cooper rimase senza carburante. In una delle immagini più iconiche della Formula 1, l’australiano scese dall’abitacolo e iniziò a spingere la vettura in salita fino al traguardo.

Superato da Bruce McLaren, Maurice Trintignant e Tony Brooks, Brabham concluse quarto: abbastanza per conquistare i tre punti decisivi e laurearsi Campione del Mondo. McLaren, all’età di 22 anni, diventò il più giovane vincitore di un Gran Premio di F1 (per l’epoca).

1962 e 1963: Natale in Sudafrica

Tre anni dopo, il Campionato si concluse nuovamente durante le festività. Il 29 dicembre 1962, sul circuito di Prince George a East London, andò in scena il primo GP del Sudafrica valevole per il Mondiale di F1. Graham Hill arrivava all’ultima gara con nove punti di vantaggio su Jim Clark, ma il sistema di punteggio dell’epoca lasciava aperto ogni scenario: una vittoria dello scozzese gli avrebbe garantito il titolo indipendentemente dal risultato di Hill.

Graham Hill (© F1)

Clark dominò la gara fino a 20 giri dal termine, quando una perdita d’olio lo costrinse al ritiro. Hill ereditò la vittoria, chiudendo il campionato nel modo più dolce possibile: successo in gara e titolo mondiale, pochi giorni dopo Natale.

La rivalità tra Hill e Clark proseguì anche nel 1963, ma con esiti ben diversi. Jim Clark si dimostrò semplicemente inarrivabile, conquistando il titolo con tre gare d’anticipo. Il Gran Premio del Sudafrica del 28 dicembre divenne così una passerella celebrativa per il campione del mondo. Lo scozzese dominò il weekend e vinse la gara, chiudendo in bellezza una stagione memorabile.

Jim Clark (© F1)

I Natal GP del 1961 e 1962

Agli albori del circus, oltre ai Gran Premi del Mondiale, i piloti erano impegnati anche in alcune gare extra, non valevoli per il Campionato. È il caso dei GP di Natal del 17 dicembre 1961 e del 22 dicembre 1962.

Il nome trae in inganno: non ha nulla a che fare con la festività, anche se entrambe le edizioni si sono disputate a pochi giorni dal Natale. In realtà, deriva dalla provincia sudafricana su cui sorgeva il circuito di Westmead.

Oltre a una selezione di piloti locali, parteciparono anche alcuni dei nomi grossi del circus. Jim Clark su Lotus si aggiudicò la vittoria nel 1961, mentre l’anno dopo a trionfare fu il suo compagno di squadra Trevor Taylor.