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Formula 1

Lewis Hamilton, il baronetto che ha conquistato la F1

Pilota unico e uomo dai valori radicati. Un ragazzo che è diventato uomo tra le vittorie e le difficoltà. Oggi festeggia 40 anni; il suo primo in con i colori Ferrari addosso.

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Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo F1 e prossimo pilota della Ferrari
Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo F1 e prossimo pilota della Ferrari (© formula1.com)

Pensare che Lewis Hamilton sia solo un pilota, sarebbe l’errore più grossolano. Ormai da anni è una star, un idolo per le folle e un esempio per i più piccoli. Il personaggio arriva nei posti più remoti del globo, ma quello che stupisce è la persona.

Un uomo con il suo stile, con le sue idee e con i suoi valori. Oggi proviamo a ripercorrerne la carriera ma non basandoci solo sui numeri e le vittorie, sarebbe riduttivo. Un modo per ripercorrere il cammino del pilota di Stevenage il giorno del suo 40° compleanno; il primo in Rosso.

Responsabilità precoci

Hamilton ha conosciuto il peso della responsabilità da giovanissimo. Quando correva ancora in kart suo padre Anthony doveva fare più di un lavoro per permettere a suo figlio di gareggiare. Non era come altri suoi avversari che potevano contare sul nome del padre, magari ex pilota di F1, o sulla solidità economica della famiglia.

Lewis tutto quello ha ha vinto se lo è sudato e conquistato con la fame di chi non è ancora nessuno, ma vuole arrivare lontano. É proprio in quel momento che il pilota è chiamato a fare la differenza. Quando è consapevole degli sforzi che compie la famiglia per fargli vivere la propria passione e permettergli di sognare.

In quella situazione una gara non è una semplice gara; una vittoria non è una semplice vittoria e ogni giro non è un semplice giro. Grazie a quegli sforzi e al suo talento a soli 12 anni si fece notare da Ron Dennis, CEO e Team Principal di McLaren, che lo inserì nel programma giovani della sua Scuderia.

Hamilton durante i suoi primi test su una McLaren MP4-19

Hamilton durante i suoi primi test su una McLaren MP4-19 (© formula1.com)

A Lewis non bastava, voleva arrivare in Formula 1 e dopo pochi anni, dopo aver conquistato le F3 Euro Series e la GP2 al primo colpo, venne ufficializzato come pilota McLaren per il 2007, accanto al campione del mondo in carica Fernando Alonso.

Il giovane pilota inglese non ha certo esitato nel mettersi in mostra. Podio alla prima gara e quattro secondi posti di fila prima di arrivare alla prima vittoria, ottenuta in Canada al suo sesto GP in F1. Vittoria subito ripetuta ad Indianapolis.

Un rullino di marcia impressionante per un rookie, che mise in difficoltà anche il più esperto Alonso. Ceduto definitivamente alla pressione in Ungheria quando fece perdere tempo a Hamilton in qualifica per non fargli fare la pole position. Gesto che non toccò l’inglese, il quale la domenica per scacciare le polemiche vinse.

Non era certo pilota da farsi mettere i piedi in testa e quella stagione dimostrò di essere fatto di un altro calibro rispetto agli avversari. Terminò secondo in classifica e se non si fosse insabbiato in Cina, saremmo qui a parlare di un esordiente campione del mondo al primo colpo.

Lewis Hamilton con la McLaren nel 2007

Lewis Hamilton con la McLaren nel 2007 (© formula1.com)

Il titolo non attese molto ad arrivare. Nel 2008 ad Interlagos il mitico sorpasso su Timo Glock all’ultimo giro gli regalò il suo primo mondiale in F1. L’esplosione di gioia nel box McLaren e le lacrime di gioia di Lewis. Le lacrime di chi per arrivare a quel momento sa cosa ha sacrificato.

Il ragazzo diventa uomo

Saltiamo subito alla sua seconda fase di carriera, quella con la Mercedes, la squadra che lo ha cercato, voluto e con cui insieme sono arrivati in cima ad ogni classifica. Dopo stagioni deludenti in McLaren, le ambizioni di Lewis avevano bisogno di altro. Niki Lauda, lo intuì subito e lo ingaggiò come sostituto del partente Michael Schumacher per la stagione 2013.

Accanto a lui, l’amico dei kart, Nico Rosberg. Mercedes era un progetto agli albori, ma dopo il Kaiser, aveva trovato il suo successore. Quanto conquistato da Lewis in Mercedes oggi appartiene ai libri di storia. Sei mondiali che lo hanno affiancato, nella classifica all time, proprio al suo predecessore.

Lewis Hamilton con Niki Lauda, colui che lo ha portato in Mercedes

Lewis Hamilton con Niki Lauda, colui che lo ha portato in Mercedes (© Mercedes-AMG F1 FB)

Insieme al team tedesco ha raggiunto i 105 GP vinti, diventando il pilota più vincente della storia della F1. Ha raggiunto le 104 pole position e i 202 podi, ma soprattutto è diventato uomo. L’Hamilton che è entrato in Mercedes sotto l’ala di Lauda, non è lo stesso che oggi sposa la causa Ferrari.

É cresciuto. Ha imparato dalle sconfitte che lo hanno reso più forte. Quella del 2016 contro il rivale-amico Rosberg, la scomparsa di Niki nel 2019 e l’ultima beffa vissuta; il Mondiale 2021.

Per battere Lewis, doveva arrivare un altro cannibale, un campione che per vincere sarebbe disposto a sacrificare tutto. Ad Abu Dhabi quell’ottavo titolo, che lo avrebbe coronato definitivamente come il più forte di tutti i tempi, era vicinissimo; ma una dubbia interpretazione del regolamento da parte del direttore di gara, glielo ha tolto dalle mani.

La crescita di Hamilton si vede tutta in quei secondi in cui si resta fermo, quasi incredulo, nel cockpit della sua W12. Esce e si dirige verso suo padre, sciogliendosi in un abbraccio che vale più di mille parole. Poi si sistema e arriva davanti alle telecamere dove inizia facendo i complimenti a Max Verstappen, a cui stringerà la mano senza rancore poco dopo.

Lewis Hamilton dopo la sua prima vittoria con Mercedes-AMG F1 nel 2013 a Budapest

Lewis Hamilton dopo la sua prima vittoria con Mercedes-AMG F1 nel 2013 a Budapest (© Mercedes-AMG F1 FB)

Un uomo educato così da un padre che del rispetto ne fa la base della sua esistenza. La maturazione di un campione che vanta sette mondiali, sta anche nel silenzio durato tutto l’inverno tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 e di chi non ha più niente da dire su un passato ombroso che tanto lo ha fatto soffrire. Il pensiero era rivolto solo alla pista e ad una nuova stagione in cui provare ad essere il più veloce.

Ora Sir Lewis ha altre ambizioni. Ha voluto e deciso di coronare il sogno di quel bambino, che non ha mai smesso di crederci. Da questa stagione Hamilton sarà un pilota della Scuderia Ferrari, aggiungendo ad una carriera irripetibile, quell’ultimo tassello di mitologia.

Lo attende la gloria. Perché se il campione di Stevenage dovesse vincere e riportare il titolo a Maranello allora il suo nome incontrerà l’eternità. Diventerebbe in assoluto il più vincente di tutti e conquisterebbe l’ultima folla rimasta; quella dei tifosi rossi.

Intanto, mentre aspettiamo che il baronetto si vesta di rosso e percorra i primi chilometri sulla monoposto con il Cavallino Rampante sopra, non possiamo che augurare a Sir Lewis Carl Davidson Hamilton un sereno quarantesimo compleanno.

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