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Newey-Ferrari, perchè salta il trasferimento a Maranello?

Newey-Ferrari, perchè salta il trasferimento a Maranello del “Genio” della Formula 1? Ecco la ricostruzione delle ultime settimane

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Newey-Ferrari perchè salta il trasferimento? Qui il tecnico inglese osservava la SF-24 a Miami (© Red Bull Content Pool)
Newey-Ferrari perchè salta il trasferimento? Qui il tecnico inglese osservava la SF-24 a Miami (© Red Bull Content Pool)

Newey-Ferrari, perchè salta il trasferimento a Maranello? Durante i primissimi giorni della pausa estiva della F1, Autosprint e Il Corriere dello Sport non hanno esitato a dare la notizia che Adrian Newey avesse ceduto alla corte di Lawrence Stroll, raggiungendo un accordo per andare in Aston Martin.

La Ferrari, dopo avere lungamente corteggiato l’ingegnere inglese, dovrebbe quindi fare a meno di Adrian Newey. E, nel contempo, è ancora alla ricerca di un Direttore Tecnico, ruolo ricoperto ad interim da Frederic Vasseur. È questo il quadro finale dopo le grandi manovre di mercato che hanno interessato il circus negli ultimi mesi.

Newey-Ferrari, storia di un matrimonio che non s’ha da fare

È la terza (o quarta) volta che Newey e Ferrari vanno vicini a chiudere un accordo. L’ultima, prima di questa, nel 2014. E dire che sembrava tutto fatto. A Maggio Newey, in partenza dalla Red Bull, non si faceva problemi a firmare bandiere e cappellini Ferrari. E a Miami, era stato per tanto tempo a guardare la SF-24 in griglia di partenza. Le solite voci incontrollate hanno dato per fatto il matrimonio in più di un’occasione, ma la tanta agognata firma alla fine non è arrivata.

Newey-Ferrari, perchè salta il trasferimento? Il motivo sembra sia più semplice di quanto si possa immaginare. Se non sono i soldi (Ferrari avrebbe accordato l’assegno annuale da 100 milioni di dollari l’anno chiesto dal “Genio” britannico), è il potere. L’ex Leyton House, Williams e McLaren ha infatti l’abitudine di chiedere, oltre a un onorario non da operaio specializzato, anche un potere decisionale quasi totale.

Dai piloti al motorista alle assunzioni nel team. Questo è ciò che solitamente chiede Newey: decidere su questi ambiti o comunque avere la possibilità di veto. Non ci vuole il Newey della politica aziendale per capire che, a qualcuno, non andava bene essere scavalcato nelle decisioni interne.

Sembra infatti, secondo la ricostruzione di Autosprint, che Vasseur abbia tirato il freno delle trattative. Ferrari infatti, secondo un’altra interpretazione offerta da Formula Passion, avrebbe dapprima dato il suo assenso alle richieste di Newey sulle sue competenze, nonchè all’arrivo a Maranello di oltre una decina di tecnici fidati, per ritirarlo poi qualche settimana più tardi.

Questa volta è stata quindi Ferrari a rinunciare alla genialità dell’ingegnere inglese, non Newey a rifiutare la rossa come nel 1993 e nel 2014.

Newey-Ferrari, perchè salta il trasferimento: la Scuderia vale più dei singoli

Le ragioni del ‘no’ del management Ferrari, quindi soprattutto di John Elkann e di Benedetto Vigna, sono le solite: la Ferrari vale più di chi lavora con il Cavallino Rampante cucito sul petto. Non importa se ti chiami Adrian Newey e puoi risollevare di un grande costruttore in difficoltà. Ferrari è un mito e nessuno può essere superiore a questa icona dell’automobilismo, del lusso e della Formula 1 stessa.

Questo è stato il messaggio affidato a Daniele Dallera e Daniele Sparisci del Corriere dello Sport da John Elkann, in un’intervista esclusiva rilasciata a fine giugno scorso. Alla domanda sull’arrivo di Newey in Ferrari, il Presidente del marchio emiliano rispose: «Ci sono tante valutazioni, bisogna fare attenzione. Va trovato il giusto momento in cui fare le cose, come è successo con Hamilton. Con lui c’è stata una convergenza di intenti che ha consentito di lavorare insieme. Esistono tante possibilità, Newey o altri, bisogna valutare bene se ci sono le condizioni. Vanno capiti quali sono il livello di motivazione e la capacità di creare cose nuove piuttosto che replicarne altre». 

È politichese, vuol dire tutto e vuol dire nulla. “Le condizioni”, però sono quelle citate sopra. Di potere e umane, oltre che economiche e sportive. Un genio può aiutarti a vincere, ma può anche distruggerti un ambiente che, dall’esterno, sembra tutt’altro che perfetto. Una famiglia litigiosa, con fratelli e sorelle più attenti a ciò che non hanno che a quello che hanno, cercando di togliere ai propri consanguinei ciò che non possono avere loro.

Di queste situazioni, sempre secondo quanto riportato da fonti anonime e ricostruzioni giornalistiche, negli anni se ne sono verificate tante. Non ultime quelle che hanno portato alle dimissioni di Enrico Cardile o all’uscita di Maurizio Arrivabene, spinto verso la porta dalla dirompenza di un Mattia Binotto ansioso di divenire plenipotenziario. Ecco: forse in Ferrari non si volevano spendere cento milioni l’anno per rischiare di avere una nuova battaglia in quello stile. L’Arrivasseur vs Newotto non accadrà.

Newey-Ferrari, salta il trasferimento. E ora?

Dopo la fine del GP del Belgio, a Spa, Vasseur ha detto che al termine della pausa estiva sarà reso noto il nuovo organigramma tecnico della Scuderia Ferrari. Appuntamento quindi a tra due weekend, a Zandvoort, per sapere come la GES sopravviverà all’uscita di un tecnico di peso come Cardile, anche lui in direzione Aston Martin, a cui non seguirà l’approdo di Newey.

Certamente i dirigenti del Cavallino sapranno cosa fare per mettere la GES nelle mani di una guida tecnica che sappia traghettare le rosse verso un titolo mondiale costruttori che manca dal 2008. Tanto, troppo tempo, per una Scuderia che ha privilegi incredibili all’interno della Formula 1.

Ferrari è l’unica che è presente dal 1950 nella massima serie automobilistica, vero. La storia è fondamentale, ma oltre a quella ci vogliono i risultati. La Ferrari, a parte le illusioni delle ultime stagioni, in F1 non sa nemmeno più cosa significhi vincere. La scelta di affidarsi a Newey era forse la più semplice e scontata. Non è detto che sarebbe stata automaticamente quella giusta per tornare al trionfo.

Chissà se l’altra strada sarà quella giusta per tornare ad essere i più veloci a partire dal 2026, anno della nuova rivoluzione tecnica. Fare un buco nell’acqua stavolta, vuol dire dover rincorrere ancora. E il rosso passione, per i tifosi, lascerà il posto al nero del Cavallino. Nero di rabbia, per l’ennesima scelta che si rivelerebbe essere sbagliata.

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