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Mondiale Piloti F1: chi parte favorito nella prossima stagione tra certezze 2025 e rivoluzione 2026

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Il campione del mondo di F1, Lando Norris (© Depositphotos)
Il campione del mondo di F1, Lando Norris (© Depositphotos)

Dopo un 2025 finito sul filo dei punti, la prossima edizione del Mondiale Piloti si presenta come una delle più difficili da “leggere” degli ultimi anni. Il motivo è semplice: ai valori emersi nell’ultima stagione si sovrappone un cambio di era tecnica che promette di rimescolare le gerarchie, con nuove regole aerodinamiche e un nuovo concetto di power unit. In questo scenario, parlare di “favoriti” significa incrociare tre piani: forma recente dei piloti, solidità delle squadre e capacità di adattamento al regolamento che debutta nel 2026.

Il punto di partenza: cosa dice davvero il 2025

Se guardiamo ai numeri, il 2025 è stato un manifesto di equilibrio: Lando Norris ha vinto il titolo con 423 punti, appena due in più di Max Verstappen (421), mentre Oscar Piastri ha chiuso terzo a 410. Più staccati George Russell (319), Charles Leclerc (242) e Lewis Hamilton (156).

Sul fronte costruttori, McLaren è stata la squadra di riferimento dell’anno, davanti a Mercedes, Red Bull e Ferrari: un dato importante perché, anche quando i regolamenti cambiano, le strutture che arrivano “forti” spesso mantengono inerzia competitiva almeno nella fase iniziale.

2026: perché la rivoluzione cambia anche il modo di valutare i favoriti

Il 2026 introduce una riforma tecnica profonda: vetture più piccole e leggere, aerodinamica attiva, addio al DRS e nuove modalità di utilizzo dell’energia pensate per aumentare la componente “driver-centric” nei duelli. Parallelamente, il nuovo ciclo di motori punta su carburanti sostenibili e su un bilanciamento più marcato tra parte elettrica e termica. In concreto: cambiano le priorità di guida, la gestione dell’energia e il modo di attaccare e difendersi.

In più, il 2026 vedrà anche l’ingresso di Cadillac come undicesimo team e la trasformazione di Sauber nel progetto ufficiale Audi, elementi che aggiungono variabili tecniche e di mercato.

Con questo quadro, ecco i principali nomi da considerare per la corsa al titolo.

Lando Norris: il campione in carica con la macchina “giusta” alle spalle

Norris arriva da campione del mondo e con una McLaren che nel 2025 ha dimostrato continuità e capacità di massimizzare i punti anche quando non era la più veloce in assoluto in ogni weekend.

Il punto a suo favore, oltre al talento, è la maturità gestionale: vincere un Mondiale così serrato spesso alza il livello di lucidità nei momenti chiave. Il punto interrogativo è uno solo: quanto la McLaren saprà replicare l’eccellenza tecnica dentro un reset regolamentare così grande.

Max Verstappen: il riferimento “puro” quando conta la prestazione del pilota

Verstappen ha perso il titolo per due punti ma ha chiuso la stagione con un numero di vittorie da primo della classe e con una capacità di rimonta che, anche in annate meno lineari, resta un marchio di fabbrica.

Quando cambia tutto, chi ha un livello di guida e di lettura gara superiore tende a ridurre il rischio di “buchi” prestazionali. Dall’altra parte, la nuova era motori e le dinamiche interne al mondo Red Bull rendono più difficile dare per scontata una partenza dominante.

Oscar Piastri: il terzo incomodo che può diventare il primo

Piastri nel 2025 è stato stabilmente nel gruppo di testa, e in più ha un vantaggio “strategico”: conoscere già a fondo un ambiente (McLaren) che ha dimostrato di saper costruire una monoposto da titolo.

Se il 2026 amplifica l’importanza della gestione energetica e della precisione nei duelli, la sua crescita nella lettura delle gare potrebbe trasformarlo da contendente a candidato credibile per il Mondiale, anche a costo di accendere una sfida interna delicata.

George Russell: Mercedes cresce e il 2026 è la sua occasione

Russell ha chiuso quarto nel 2025 e resta il perno del progetto Mercedes, confermato anche per il 2026 insieme a Kimi Antonelli. La Mercedes è arrivata seconda nei costruttori nel 2025, segnale che la base tecnica e operativa è solida.

Russell, per caratteristiche, è uno dei piloti più “adattabili” e questo conta quando le vetture cambiano comportamento. Se la nuova power unit Mercedes si rivelerà tra le migliori, la sua candidatura salirebbe rapidamente.

Charles Leclerc e Lewis Hamilton: Ferrari, due punte e un’incognita tecnica

Nel 2026 Ferrari riparte con la coppia Leclerc–Hamilton confermata. Leclerc resta un pilota capace di picchi assoluti sul giro secco e con una velocità naturale che, in un regolamento nuovo, può aiutare a “spingere” lo sviluppo. Hamilton, dal canto suo, porta un bagaglio enorme di esperienza nel guidare transizioni tecniche e nel lavorare in modo metodico sul set-up.

Il problema, ad oggi, è che Ferrari nel 2025 è stata dietro a McLaren, Mercedes e Red Bull in classifica costruttori: per trasformare i suoi piloti in favoriti serve un salto tecnico netto.

Outsider e variabili: Alonso, Antonelli, Audi e Cadillac

Fernando Alonso resta un nome da non liquidare, soprattutto perché Aston Martin avrà il pacchetto Honda dal 2026 e un progetto molto ambizioso.

Antonelli, già a punti pesanti nel 2025 e stabilmente nel giro Mercedes, è invece l’outsider “a sorpresa”: se la macchina nasce bene, il suo talento potrebbe accelerare la curva di crescita.

Audi e Cadillac, al debutto o al rientro nel nuovo ciclo, sembrano più progetti da costruzione graduale: Audi stessa parla di percorso a medio-lungo termine prima di pensare al titolo.

Quindi, chi è davvero favorito?

Se serve una fotografia realistica, i favoriti più “razionali” restano Norris e Verstappen, con Piastri e Russell pronti a inserirsi come minaccia costante; Ferrari è il grande punto interrogativo che può ribaltare tutto se centra il progetto 2026. E, per capire come si sta muovendo la percezione generale (senza trasformarla in un invito), molti osservatori incrociano analisi tecniche e segnali di mercato in base alle quote sulle scommesse live confrontabili online come termometro di aspettative e narrazioni.

La verità è che il 2026 riduce le certezze: il Mondiale Piloti che arriva potrebbe premiare non solo il più veloce, ma chi sbaglia meno nel passaggio a una Formula 1 completamente nuova.

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