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Emanuele Olivieri: «Arrivare in F1 è difficile, ma è il mio sogno»

Un giovane pilota che vuole arrivare lontano. A soli 16 anni si dimostra maturo e serio nell’approccio alle gare e con un sogno ben chiaro

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Emanuele Olivieri al Mugello nel weekend dell'Euro 4
Emanuele Olivieri al Mugello nel weekend dell'Euro 4 (© ACI Sport)

In occasione del primo weekend di Euro 4 Championship al Mugello abbiamo avuto l’opportunità di conoscere meglio Emanuele Olivieri, un ragazzo che sogna di arrivare lontano. Giovane di talento e con la testa sule spalle. Questo è il suo anno di debutto nelle monoposto e sta cercando di apprendere il più possibile per poi continuare il suo cammino nel motorsport.

Calma e serietà

«Competitivo, divertente e veloce» Così si definisce Emanuele Olivieri, pilota di AKM Motorsport nella Formula 4 italiana e ora nell’Euro 4 Championship. Un ragazzo giovanissimo che ha appena fatto il salto di categoria dai kart.

La prima caratteristica che traspare è la sua tranquillità. Una dote che mantiene anche in macchina, dettaglio che può essere determinate nella gestione delle gare. «Riuscire a stare calmo in macchina è una delle qualità che mi aiuta di più. In gara è molto importante essere tranquilli e non perdere mai la concentrazione».

Olivieri, appena sedicenne, ha capito che per trasformare la sua passione, nel suo lavoro e arrivare lontano ci vuole impegno e dedizione. Per questo durante i weekend di gara sa che deve essere concentrato al massimo, senza tralasciare nessun dettaglio; perché dopo in pista per fare la differenza e raggiungere grandi risultati, sono proprio i dettagli che contano.

«Secondo me un mio pregio è quello di prendere l’ambiente del paddock seriamente; come ambiente di lavoro. Non mi piace perdermi tra giochi o altro durante il weekend di gara. Sono molto concentrato su quanto dobbiamo fare con il team. Il mio difetto invece è sottovalutarmi. Anche quando vado forte penso più sia demerito degli altri, più che merito mio».

Dai kart alle monoposto

La sua passione nasce da lontano, radicata nella famiglia. A fargli scattare la scintilla è stata una vecchia conoscenza delle gare endurance, soprattutto di Le Mans. «Il mio padrino è Dindo Capello, quindi la passione c’era già nella mia famiglia. A 6 anni mi ha messo su un kart in una pista vicino a casa e da lì non ho voluto più smettere».

Quest’anno si trova al suo primo anno in monoposto. Storicamente il salto dai più semplici kart può essere duro per i giovani piloti; per Emanuele le due vetture hanno caratteristiche diverse che danno sensazioni differenti.

«Sapevo che era difficile il salto tra i kart e le monoposto, ma al momento direi che la sensazione di velocità è maggiore sui kart. In una monoposto essendo dentro l’abitacolo ti rendi meno conto di andare veloce. Sul kart tutte le sensazioni le senti perché sei praticamente per terra e all’aria aperta. Anche la velocità viene percepita di più».

«Il KZ è un kart che fisicamente può essere più difficile di una monoposto, al contrario i mono marcia che ho guidato io sono più semplici fisicamente della F4».

AKM Motorsport, realtà guidata da Marco Antonelli, papà di Kimi Antonelli, è una squadra solida nelle formula minori, ma anche nel GT italiano. Per Olivieri è il primo anno nel team, ma sembra essersi ambientato subito bene sia con i meccanici, sia con Marco che sa bene quando e come spronare i suoi giovani ragazzi.

«Mi trovo molto bene. Si lavora bene in AKM e anche i ragazzi sono molto simpatici e disponibili. Questo per me è il primo aspetto fondamentale, perché se stai bene nell’ambiente squadra, poi i risultati arrivano da soli. Con Marco mi trovo altrettanto bene. É sincero, mi fido di lui e se mi deve dire che non ho guidato al meglio me lo dice senza problemi».

Alla sua prima stagione in F4 Emanuele ha trovato alcune difficoltà, ma ha saputo anche preformare molto bene, soprattutto nelle gare in cui riesce ad essere solido e costante. Naturalmente c’è da sistemare qualcosa, ma al primo anno nella categoria entrante di quelle propedeutiche verso la F1, essere tra gli esordienti più veloci non è male.

«Mi darei un 8. Mi manca ancora un po’ la qualifica, mentre in gara mi sento forte. Finire tra i primi tre rookie in F4 sarebbe l’ideale, ma al momento è molto difficile perché i tre piloti della Prema sono molto forti. Già finire quarto in questa classifica sarebbe un buon risultato».

Emanuele Olivieri sogna in grande

Un ragazzo di sedici anni non può che sognare e naturalmente se chiedessimo ad Emanuele di chiudere gli occhi e farlo in grande, la risposta è già scritta. Lui stesso sa benissimo però che per raggiungere quell’obiettivo i sacrifici sono moltissimi e a volte non bastano. Intanto è giusto guardare lontano, ma a piccoli passi e poi tenersi un piano di riserva.

«Mi piacerebbe fare la Formula 3 nel breve termine. Naturalmente il sogno più grande sarebbe arrivare in F1. Mi piacciono molto anche le competizioni a ruote coperte, ma lo vedo come un piano B al momento. Per arrivare in F1 è difficile perché devi essere anche al posto giusto nel momento giusto, ma rimane quello il mio più grande sogno».

Scuola, allenamento e gare. Come è possibile conciliare tutto? Il giovane pilota di AKM sa bene che quando deve pensare a dare il massimo in auto, non vuole concentrarsi su altro; per questo il tempo per lo studio e gli allenamenti è strettamente legato ai giorni della settimana in cui non gareggia.

«Quando sono in gara preferisco non dedicarmi allo studio, perché voglio concentrarmi sul weekend di gara. Per questo mi dedico alla scuola quando sono a casa. Durante la settimana cerco di alternare lo studio con gli allenamenti. La mia scheda prevede un po’ tutto: cardio, massa muscolare e collo, che è molto importante. Cerco di fare allenamenti equilibrati che contengano un po’ di tutto per essere preparato fisicamente a 360 gradi».

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