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Formula 1

Ben Sulayem: «Budget cap? Solo un mal di testa per la FIA». Ma che cos’è il tetto di spesa in F1?

Il presidente della FIA Ben Sulayem critico con il budget cap in F1: «Non ne capisco l’utilità». I dettagli del tetto di spesa, confermato fino al 2030

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Il presidente FIA Ben Sulayem insieme a Chris Horner (© Red Bull Content Pool)
Il presidente FIA Ben Sulayem insieme a Chris Horner (© Red Bull Content Pool)

Le recenti dichiarazioni del presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem hanno riacceso il dibattito sul budget cap in Formula 1. Introdotto nel 2021 per contenere i costi e garantire maggiore equilibrio tra i team, il tetto di spesa ha generato anche polemiche, soprattutto dopo la violazione da parte della Red Bull nel 2022.

Cos’è il budget cap?

Il budget cap, o tetto di spesa, è una regola che impone un limite massimo alle spese annuali dei team di Formula 1. Introdotto nel 2021, attualmente è fissato a 140,4 milioni di dollari. Comprende le spese per progettazione, sviluppo e operazioni legate alla monoposto.

Restano escluse alcune voci di spesa: gli stipendi dei piloti, dei tre dirigenti più pagati, i costi di marketing, le spese di viaggio e quelle del personale non tecnico. L’obiettivo è ridurre il divario economico tra i team, favorendo una competizione più equa e sostenibile.

Dalla sua introduzione, il budget cap ha permesso un maggiore avvicinamento tra i team e ha attratto nuovi costruttori, grazie alla prevedibilità dei costi. Un elemento molto apprezzato dai Consigli di Amministrazione, attenti a evitare spese illimitate.

Non tutti i team però riescono a raggiungere il tetto di spesa. Alcuni, come la Haas, restano al di sotto per via di budget limitati.

Cosa include il budget cap e cosa è escluso?

Il regolamento finanziario della FIA, composto da 53 pagine, specifica nel dettaglio cosa rientra nel budget cap e cosa ne è escluso.

Cosa rientra nel budget cap:

  • I costi di produzione e sviluppo dei componenti della vettura
  • Tutti gli elementi necessari per far funzionare la monoposto
  • Gli stipendi del personale tecnico, esclusi i tre più pagati
  • Attrezzatura del garage e pezzi di ricambio
  • Costi di trasporto

Cosa non rientra nel budget cap:

  • Stipendi dei piloti
  • Stipendi dei tre dipendenti più pagati
  • Spese di viaggio
  • Spese di marketing
  • Spese immobiliari
  • Tasse di iscrizione e licenza
  • Attività non legate alla F1
  • Congedi parentali e malattia
  • Bonus e prestazioni mediche per il personale

Le critiche di Ben Sulayem

Questo regolamento, che fu una delle cause della guerra FIA-FOTA nel 2008-2009, oggi rappresenta un pilastro di stabilità. All’epoca si parlava di una spesa massima di sole 30 milioni di sterline.

Oggi, è proprio la FIA a sollevare dubbi. In un’intervista all’Associated Press, Ben Sulayem ha dichiarato: «Mi sembra che il budget cap stia soltanto creando il mal di testa alla FIA. Francamente, non ne capisco l’utilità».

Controllare le spese nel motorsport non è semplice. Serve trasparenza, collaborazione tra le scuderie e un’infrastruttura apposita per la verifica dei bilanci. Gli sforamenti vengono scoperti solo a fine stagione e non incidono in tempo reale sui risultati sportivi, generando ulteriore polemica.

Nonostante le critiche, il budget cap è stato confermato nel nuovo Patto della Concordia valido dal 2026 al 2030. Per ora, il sistema resta in vigore. E come spesso accade in F1: se qualcosa funziona, difficilmente verrà cambiata.

Ben Sulayem e Stefano Domenicali insieme a Horner e all'ex cestista Yao Ming (© Red Bull Content Pool)

Ben Sulayem e Stefano Domenicali insieme a Horner e all’ex cestista Yao Ming (© Red Bull Content Pool)

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