Formula 1
Domenicali: «La F1 del futuro ritornerà ai motori V8. Saranno ibridi, con carburanti sostenibili»
Domenicali ha tracciato il futuro della F1: «Carburanti sostenibili, motori V8 e ibridizzazione. Si possono aumentare i componenti standard, come il cambio. Idrogeno? Ancora lontano»

In un’intervista a The Race, il CEO della F1 Stefano Domenicali ha parlato dei motori del futuro, sostenendo che i V8 ibridi saranno il futuro del circus. La visione è condivisa anche dal presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, che ha più volte espresso preferenza per i V8 rispetto a un ritorno ai V10, ipotesi che non ha trovato grande supporto nel paddock.
Il riscontro dei tifosi e le parole di Domenicali
Un sondaggio della community di The Race su YouTube indica che l’86% dei partecipanti è favorevole a V8 o V10 con carburanti sostenibili, mentre solo il 7% vuole mantenere gli attuali turbo-ibridi. Intervenendo a uno speciale di The Race F1 Podcast, Domenicali si è riferito a un sondaggio del sito su YouTube, con l’86% che è favorevole a V8 e V10 con carburanti sostenibili. «Sono molto felice di vedere che c’è un buon supporto su questa direzione», ha sostenuto Domenicali. «Naturalmente, questo andrà di pari passo con l’ibridizzazione, che è molto importante. Carburante sostenibile e V8 credo siano un grande binomio. L’ibridizzazione, a mio avviso, è il prossimo passo per il futuro».
Allo stesso tempo, il manager italiano invita a non perdere di vista le priorità immediate: «Non voglio togliere l’attenzione alla prossima generazione di regolamenti e power unit. Restiamo concentrati su ciò che deve essere sviluppato nei prossimi anni. Poi, quella è la direzione futura».
Il dirigente imolese non ha parlato però della fine dell’era ibrida, facendo un passo indietro rispetto a quanto detto dodici mesi fa, quando aveva ipotizzato il ritorno ad auto più leggere e motori meno complessi grazie ai carburanti sostenibili. Quello che sembra plausibile, però, è quindi un ritorno alla motorizzazione aspirata, che manca agli appassionati per il suo suono caratteristico.

La power unit F1 2026 (© F1)
Componenti standard per ridurre costi e complessità
In parallelo si valuta l’introduzione di componenti standard, come i cambi e, con più cautela, batterie — per comprimere i costi senza intaccare davvero le prestazioni. Domenicali ha spiegato: «Sappiamo cos’è un cambio. Ma la nuova generazione lo considera come un componente meccanico qualsiasi, senza capirne la funzione. A essere onesti, oggi il cambio non è più rilevante per la performance: la differenza tra i vari progetti è nell’ordine di 0,001 secondi. Restano solo problemi di affidabilità e costi. Quindi, siete d’accordo a muovervi in questa direzione? Io direi che è logico pensare a componenti che non sono così rilevanti per l’aspetto tecnologico della F1, poi i dettagli possono essere discussi».
Ha poi aggiunto: «Lo stesso si può dire per le batterie, anche se alcuni costruttori le vedono come un elemento di differenziazione delle prestazioni. Penso che la cosa giusta sia adottare un approccio olistico per capire cosa è davvero rilevante dal punto di vista tecnologico, da applicare oggi e domani. Questo dovrebbe essere il modo giusto per affrontare tutti questi elementi».
Domenicali: «Idrogeno una possibilità, ma non prima di dieci anni»
Tra le ipotesi futuribili c’è l’idrogeno, già oggetto di test in serie come l’Extreme H e alla finestra per il WEC e la 24 Ore di Le Mans. Ma per Domenicali i tempi non sono maturi: «Potrebbe essere una possibilità, ma non nei prossimi dieci anni. È troppo lontano».
L’amministratore delegato di F1 ha spiegato i motivi: «Ci sono anche complessità legate alla sicurezza. Non dobbiamo dimenticare che il motorsport è motorsport, non è mobilità». E ha ribadito: «Certo, l’idrogeno è un tema di discussione, ma ci sono troppi elementi. È troppo prematuro pensare a un approccio racing per questa tecnologia. È troppo complicato e non è praticabile affrontare quel rischio oggi, perché è troppo presto».

La Alpine Alpenglow a idrogeno a Spa (© ACO)