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Formula 1

La F1 sul Santerno: tutti i segreti dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola

Uno dei circuiti più tecnici del calendario di F1: qui sotto, tutte le sfide dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola

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f1 autodromo imola
Vista dall'alto dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola (© F1)

Primo Round europeo della stagione 2025 per la F1, che fa tappa all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola per il GP dell’Emilia Romagna. Si tratta di uno dei circuiti più storici e tecnici del calendario, che mette i piloti di fronte a una serie di sfide da non sottovalutare.

F1, le caratteristiche dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola

Il circuito di Imola, che sorge sulla riva destra del fiume Santerno, è stato inaugurato nel 1953. Nei suoi primi anni di attività, ha riscosso notorietà soprattutto grazie alle gare di motociclismo, in particolare ospitando la 200 Miglia di Imola tra il 1972 e il 1985. Per quanto riguarda le corse automobilistiche, dopo gli esordi legati al mondo dell’endurance, nel 1979 l’Autodromo di Imola ha ospitato il suo primo Gran Premio di F1.

Il tracciato conta 19 curve (10 a destra e 9 a sinistra) ed è lungo 4.909 km. Si percorre in senso antiorario, e per il GP di F1 sono previsti 63 giri, per una distanza totale di gara pari a 309.049 km. Con i suoi saliscendi naturali, frenate impegnative e cambi di direzione veloci, presenta sfide ad altissimo tasso tecnico.

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Il layout del circuito di Imola (© F1)

Primo settore

Subito dopo il traguardo il giro si apre con un tratto quasi rettilineo, sporcato da un’appena accennata piega a destra (curva 1). Alla prima staccata di curva 2, i piloti sono attesi dalla provante Variante del Tamburello, inserita dopo l’incidente fatale di Ayrton Senna del 1994 (prima era un curvone veloce a sinistra).

Si tratta di una delle chicane più iconiche del Mondiale: le monoposto affrontano una frenata impegnativa per inserire a sinistra (C2), poi subito a destra (C3) con tanto cordolo da aggredire. È fondamentale l’uscita per affrontare al meglio il tratto successivo. La pista offre pochissimi punti di sorpasso: la staccata del Tamburello, a cui si arriva con DRS aperto, è decisamente il più gettonato.

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La Variante del Tamburello (© Formula 2)

La curva veloce da percorrere in pieno che segue immette su un breve rettilineo, che porta a sua volta alla variante Villeneuve (curve 5-6). Questa si affronta con una frenata in leggera discesa per un altro cambio di direzione veloce: sinistra-destra da fare in inserimento aggressivo, con l’auto spesso nervosa in appoggio.

Secondo settore

L’uscita della Villeneuve porta alla Tosa (curva 7). È la curva più lenta del tracciato: un tornante a sinistra in salita, fondamentale per costruire velocità verso la curva successiva. Le auto qui faticano in trazione; i più coraggiosi possono tentare un sorpasso, ma il rischio di causare un contatto o essere spinti fuori dalla pista (se si va all’esterno) è alto: lo sa bene Juan Pablo Montoya, protagonista insieme a Michael Schumacher di un iconico scontro alla Tosa nel 2004.

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La Variante Villeneuve (© ACI Sport)

Il successivo tratto in salita porta alla Piratella. È una curva a sinistra molto insidiosa, in discesa e con poca via di fuga. Va affrontata con decisione, cercando di salire sul cordolo interno senza eccedere.

Segue la sezione delle Acque Minerali, una delle più spettacolari del tracciato. Discesa rapida, staccata secca per destra-sinistra: si entra su Curva 9 quasi ciechi, poi si sale su Curva 10, che si affronta quasi in pieno se il bilanciamento dell’auto lo consente. Cruciale per la velocità sul tratto che porta alla chicane successiva.

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La salita delle Acque Minerali (© Red Bull Content Pool)

Terzo settore

La Variante Alta (o Gresini) a cui si arriva dopo un tratto in salita, è la più lenta del circuito. Qui è fondamentale dosare bene i cordoli: troppo aggressivi e si rischia l’errore, troppo cauti e si perde tempo. È importante uscire con una buona velocità per affrontare al meglio l’ultima sezione del tracciato.

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L’ingresso della Variante Gresini (© Red Bull Content Pool)

Dopo la Gresini si arriva in discesa alla Rivazza, curva doppia a sinistra: per la prima (Curva 17) si frena forte e si percorre in appoggio, per la seconda (Curva 18) si inserisce con attenzione ottimizzare la trazione in uscita. Subito dopo c’è la piega a destra (Curva 19) in pieno, che riporta sul rettilineo principale.

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