Formula 1
F1 – Il Film, la recensione. Fantascientifico, ma godibile. E la F1 ne aveva bisogno
Ci siamo fiondati al cinema per vedere “F1 – Il Film”. La recensione di una pellicola ai limiti della fantascienza, ma che è un grande spot per la F1.

Sono stato immediatamente a vedere F1 – Il Film, alla prima proiezione disponibile vicino a me. La curiosità di vedere questo kolossal ambientato nel mondo del Circus, che fa parlare di sè da oltre due anni, era troppo forte. Come è tanto forte la tentazione di scrivere le mie impressioni su questa produzione imponente. Cercando di contenere gli spoiler.
F1 – Il Film, la trama
Sonny Hayes (Brad Pitt) è un pilota sessantenne, protagonista nella F1 negli anni ’90, ancora impegnato nelle varie categorie del motorsport. Dopo aver vinto la 24 Ore di Daytona nella categoria GTD, viene approcciato dal suo ex compagno di squadra Ruben Cervantes (Javier Bardem), attualmente proprietario del team di F1 APXGP, che dopo tre anni non ha ancora conquistato nessun punto nel mondiale. Ruben vorrebbe che Sonny tornasse a correre in F1 per aiutare il giovane talento Joshua Pearce (Damson Idris) a sbocciare definitivamente.

Ruben Cervantes (Javier Bardem) mentre cerca di convincere Sonny Hayes (Brad Pitt) a rientrare (© Apple)
Sonny è indeciso sul da farsi, soprattutto a causa dell’età e del terribile incidente accadutogli trent’anni prima, che pose fine alla sua carriera in F1 (letteralmente l’incidente di Martin Donnelly, ringraziato nei credits alla fine del film, ndr). Ma la tentazione di riprovarci è troppo forte per rifiutare di correre le ultime nove gare del campionato e dare una mano all’APXGP nell’emergere dal fondo dello schieramento.
Cosa non va nel film
Leviamoci subito il dente con le note dolenti. Ci sono tanti aspetti che rendono questa pellicola una storia di fantascienza. Sono tutti problemi di sceneggiatura, che si possono evincere già dalla trama.
Innanzitutto, Sonny ha corso con Ayrton Senna, Nigel Mansell, Michael Schumacher, e torna a gareggiare ai tempi di Verstappen, Hamilton, Leclerc e Norris. In F1 abbiamo visto ritorni da film, come quello di Robert Kubica in Williams nel 2019 dopo l’incidente del 2011, ma qui andiamo ben oltre.
Che poi un sessantenne, alla prima prova in pista con una monoposto del presente, giri a un secondo dal pilota titolare, è qualcosa che non riuscì, nel mondo reale, nemmeno a Niki Lauda ai tempi della Jaguar.
Rimanendo nel campo dell’età dei protagonisti, si vede che Pierce ha oltre trent’anni, sebbene il suo anno di nascita non venga mai menzionato. Un po’ molto per un giovane rookie di belle speranze. Recentemente, abbiamo però visto Brendon Hartley esordire a 28 anni, quindi non è nemmeno qualcosa di sconvolgente. È solo la narrazione del profilo del pilota che stona.

Joshua Pierce (Damson Idris) (© Apple)
La 24 Ore di Daytona si disputa a gennaio, non nel bel mezzo della stagione di Formula 1. E che una F1 venga sbalzata fuori dal circuito di Monza, all’altezza della Parabolica, è molto difficile. Non si può dire altrettanto del fatto che una monoposto diventi una palla di fuoco. Chiedere a Romain Grosjean.
Ci sono poi delle imprecisioni che balzeranno agli occhi degli appassionanti, come le livree cangianti delle auto reali tra stagione 2023 e stagione 2024, anche nella stessa gara (come nella corsa finale ad Abu Dhabi). O la sequenza non reale delle gare in calendario. Tutte cose che sono comunque accettabili, se si chiude un occhio.
Cosa funziona in F1 – Il Film
Il comparto tecnico è di prim’ordine. Il realismo delle immagini è a un livello che non è percepito nemmeno durante le gare reali. Il sincronismo tra audio dei motori e immagini è reale, cosa che non accade ad esempio in Drive To Survive.
Il fatto che ci sia un direttore tecnico donna non è sconvolgente. Già nel 2004, la Williams “tricheco” fu progettata anche con il contributo dell’emiliana Antonia Terzi. Prima o poi succederà che una ingegnere diventerà DT, è questione di tempo, anche se sarà il crollo di un tetto di cristallo.
La storia è comunque appassionante, nonostante sia irreale. La produzione ha colto al 100% tutte le possibilità che gli sono state offerte dalla Formula 1. L’integrazione della APXGP al mondo della F1 reale è pressochè perfetta, diventando effettivamente l’undicesima scuderia del circus.
La colonna sonora di F1 – Il Film è azzeccata, segue perfettamente gli accadimenti della pellicola. Qualche chicca rock aumenta il coinvolgimento in maniera molto gradevole.
L’integrazione dei telecronisti reali, nel nostro caso Carlo Vanzini e Marc Genè, aumenta la sensazione di guardare una vera stagione di Formula 1. Pazienza se si tratta di un doppiaggio e non di una reale interpretazione della cronaca.

Una scena onboard (© Apple)
Vale la pena vedere F1 – Il Film?
Gli appassionati di Formula 1 potrebbero storcere il naso su tanti particolari della sceneggiatura. Le oltre due ore di pellicola scorrono bene. Personalmente, giunti verso la fine del film, avrei voluto che non finisse, come durante una stagione particolarmente coinvolgente, nonostante tutto.
Il progetto strizza l’occhio dichiaratamente al pubblico generalista, per aumentare l’audience della F1. Per questo, bisogna passare sopra a praticamente tutta la sceneggiatura, alla spiegazione di alcuni aspetti dello sport, e la semplificazione di altri. Questo è un patto da fare sin da quando si acquista il biglietto per la proiezione. Senza questo necessario compromesso, il giudizio non potrebbe che essere paragonabile a quello de “La Corazzata Kotiomkin” di fantozziana memoria.
È uno spot incredibile alla Formula 1, che in visibilità potrebbe guadagnarne ancora di più rispetto a quanto fatto con Drive To Survive. Eleva il circus al livello successivo. Due ore di spettacolo davvero gradevole, qualcosa di mai visto per questo sport.
Rispetto a Drive To Survive, non si può fare tutti gli anni. Un peccato, ma anche una fortuna, per certi versi, così non ci si stanca. Ma un sequel sarebbe auspicabile. Se non altro per garantire alla F1 i benefici di questa esposizione hollywoodiana per un lasso di tempo non irrilevante.

Una scena del film girata in pista ad Abu Dhabi (© Apple)