Formula 1
Dubbi e incognite: il regolamento F1 2026 divide
Nel 2026 la Formula 1 vivrà una rivoluzione tecnica con nuove Power Unit ibride, aerodinamica attiva e meno carico: piloti e team iniziano a interrogarsi su una competizione che rischia di diventare troppo scientifica e meno spettacolare.

La F1 si prepara a una delle sue più grandi trasformazioni con il regolamento tecnico del 2026, il quale sta però generando dubbi. L’anno prossimo verranno introdotte nuove Power Unit ibride e monoposto diverse da quelle attuali. Ma se l’obiettivo della FIA è spingere verso una maggiore sostenibilità ed efficienza, crescono i timori da parte dei piloti, che vedono in questa rivoluzione il rischio di una Formula meno coinvolgente e “troppo scientifica”.
Una rivoluzione tecnica sotto la lente
Nel 2026 vedremo monoposto equipaggiate con Power Unit ibride in cui il 50% della potenza sarà generato dalla componente elettrica. L’aerodinamica attiva sarà centrale, e verranno abbandonati i fondi a effetto suolo a favore di fondi piatti, con l’obiettivo di ridurre la sensibilità aerodinamica e i setup rigidi, spesso criticati dai piloti.
Tuttavia, proprio questa filosofia progettuale orientata all’efficienza energetica e alla semplificazione aerodinamica sta generando dubbi tra i protagonisti in pista.
I dubbi dei piloti
Tra i primi a esprimere perplessità è stato Charles Leclerc, uno dei pochi ad aver già provato un prototipo conforme al regolamento 2026:
«Diciamo che non è la monoposto più divertente che abbia mai guidato… Probabilmente non mi divertirò». Il monegasco ha sottolineato come il nuovo regolamento rischi di snaturare l’essenza della guida in F1, rendendola più calcolata e meno istintiva. Il problema non riguarda solo le performance, ma anche la sensazione di guida, che potrebbe risultare troppo artificiale.
Anche Lance Stroll ha espresso opinioni simili, pur riconoscendo gli investimenti di Aston Martin nel nuovo ciclo regolamentare:
«Non so se queste regole siano così entusiasmanti… Il regolamento, sì… è un po’ triste». Secondo il canadese, la direzione presa dal regolamento, fortemente orientata all’elettrificazione, penalizza quella che dovrebbe essere l’anima delle monoposto: leggerezza, agilità e velocità.
Stroll ha parlato esplicitamente di un approccio da “progetto scientifico”, lontano dallo spirito corsaiolo che i fan si aspettano dalla Formula 1.

La vettura F1 del 2026 (© FIA)
Come cambierà davvero la guida?
Oltre alla parte tecnica, a preoccupare i piloti è l’approccio dinamico che le nuove monoposto richiederanno. Secondo le simulazioni, l’utilizzo dell’energia elettrica sarà talmente marcato da condizionare profondamente anche lo stile di guida.
Lo ha spiegato bene Andrea Kimi Antonelli: «Nelle simulazioni si passa da batteria carica a scarica in un rettilineo… Vuol dire che potresti ritrovarti solo con 500 cavalli della parte endotermica».
Di conseguenza, il pilota dovrà adattarsi a strategia e gestione energetica, con scelte come non affondare subito il gas in uscita di curva per “risparmiare potenza” da usare sui rettilinei. Un approccio ben lontano dall’attuale guida “all’attacco”, che invece premia l’istinto.
Il peso dello sviluppo: più scienza, meno spettacolo?
In una Formula che punta a ottimizzare ogni aspetto dell’efficienza energetica, sarà centrale riuscire a trovare l’equilibrio perfetto tra carico aerodinamico e resistenza all’avanzamento. Ogni costruttore lavorerà su una Power Unit diversa e con caratteristiche uniche, che impatteranno su come le vetture andranno guidate circuito per circuito.
A confermare questo scenario è anche il team principal della Williams, James Vowles: «Non penso affatto che la nuova formula sia negativa. È solo diversa».
Anche Toto Wolff ha cercato di ridimensionare le critiche, ricordando che ogni epoca ha portato con sé vetture apprezzate e meno apprezzate: «Alla fine, tutti si abitueranno. I fan devono godersi lo spettacolo, e la F1 deve restare uno sport ad alte prestazioni».
Un equilibrio ancora da trovare
Il regolamento 2026 è ancora in fase di definizione, e alcuni aspetti sono già stati rivisti su richiesta dei team per garantire più flessibilità aerodinamica. Tuttavia, rimane il dubbio principale: si riuscirà a mantenere lo spettacolo dello sport e nella guida?
Con una componente elettrica così preponderante, strategie energetiche complesse, e vetture che costringeranno i piloti a essere più “calcolatori” che mai, il rischio è che la Formula 1 perda parte del suo DNA emozionale.
La sfida è aperta: da un lato l’innovazione e la sostenibilità, dall’altro il bisogno di mantenere il piacere di guida e lo spettacolo in pista. Il 2026 potrebbe rappresentare non solo una svolta tecnica, ma anche una svolta culturale. La F1 saprà trovare il giusto compromesso?