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Formula 1GP Azerbaigian

F1 | GP Azerbaijan, altro che podio: la Ferrari è allo sbando, prigioniera dei propri errori

Le Ferrari si sono dimostrate deludenti anche in Azerbaijan, nonostante le ambizioni da podio declamate alla vigilia e puntualmente disattese. La SF-25 non è una vettura vincente e si è visto anche a Baku. Una Ferrari mediocre, che non si sa quando potrà essere vincente

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Le due Ferrari durante il GP Azerbaijan 2025 (© Ferrari)
Le due Ferrari durante il GP Azerbaijan 2025 (© Ferrari)

La Ferrari torna dal GP Azerbaijan con soli sei punti in classifica, ma tanti punti interrogativi in testa. Charles Leclerc nono, Lewis Hamilton ottavo: un risultato che fotografa, più delle parole, il momento attuale della Scuderia. Un team che continua a oscillare tra buone premesse e la deludente realtà, che non lascia speranze ai tifosi.

La mezza verità della qualifica

Si è detto che le ambizioni da podio Ferrari tanto sbandierate alla vigilia del GP dell’Azerbaijan siano state compromesse in qualifica. È una spiegazione parziale. Partire decimo e dodicesimo a Baku non è mai il massimo, ma il circuito azero ha spesso premiato chi riesce a costruire le strategie giuste per rimonte. Ne è la prova George Russell, che al quinto giro era davanti a Leclerc di un secondo e ha saputo guadagnare posizioni, sorpassare in pista e sfruttare al meglio la strategia, chiudendo addirittura dietro Max Verstappen. Un confronto impietoso per il monegasco, rimasto invischiato dietro Lawson senza mai trovare lo spunto per passare.

Una squadra in balia degli errori

Leclerc è stato diretto: «Dobbiamo reagire. Non è stato un weekend forte, la colpa è mia per l’errore in qualifica». Onesto, certo. Ma ridurre la crisi a un singolo errore appare limitativo. Il monegasco ha sbagliato in Q3, è vero, ma la Ferrari SF-25 ha mostrato fragilità tecnica e mancanza di adattamento alle condizioni fredde di Baku. Segnali che vanno oltre il pilota e che mettono sotto accusa l’intero approccio del team.

Charles Leclerc ai microfoni nel weekend azero (© Ferrari)

Charles Leclerc ai microfoni nel weekend azero (© Ferrari)

Il risultato Ferrari al GP Azerbaijan figlio dell’utilizzo della gomma media?

Anche la scelta di partire con gomme medie si è rivelata discutibile. Lo stesso Frederic Vasseur lo ha ammesso: «Ci sono due parti del lavoro: la prestazione pura e l’esecuzione. Abbiamo fatto un passo avanti dopo Spa, ma ci siamo qualificati decimi e dodicesimi e non era quello che ci aspettavamo. Abbiamo commesso qualche errore e fatto scelte sbagliate».

Fred Vasseur a Baku (© Ferrari)

Fred Vasseur a Baku (© Ferrari)

Il fantasma del motore e l’alibi mancato

Leclerc ha sottolineato anche un problema alla Power Unit, confermato da Vasseur: «È stato sufficiente a impedirgli i sorpassi in rettilineo». Una giustificazione che spiega in parte la difficoltà nel liberarsi di Lawson, ma che non può cancellare il quadro complessivo. Perché se è vero che il motore ha tolto qualcosa, è altrettanto vero che Ferrari non aveva comunque il passo per ambire al podio.

Hamilton e il nodo del passo gara Ferrari nel GP Azerbaijan

In questo contesto si inseriscono anche le parole di Lewis Hamilton, che dopo la corsa non ha nascosto i limiti del pacchetto Ferrari: «Il passo in gara non era sufficiente. Ho perso molto tempo nel primo stint, soprattutto con le hard rispetto a chi aveva le medie. Sono tornato su nel finale, ma nel complesso la velocità non era quella giusta». Ancora più significativa la sua analisi sul sabato: «La qualifica è tutto, e non abbiamo operato al meglio. È lì che ci siamo giocati la possibilità di fare una gara diversa».

Lewis Hamilton in Azerbaijan (© Ferrari)

Lewis Hamilton in Azerbaijan (© Ferrari)

Una squadra senza identità

Alla fine resta la sensazione di una squadra che non riesce a dare direzione al proprio lavoro. Venerdì, nelle libere, Hamilton e Leclerc sembravano competitivi. La domenica, invece, la realtà ha riportato tutti con i piedi per terra. È questa la costante più preoccupante: la Ferrari può azzeccare un fine settimana, forse anche centrare una vittoria se le condizioni si allineano alla perfezione, ma la verità è che questa monoposto non ha il DNA dell’auto vincente. E ha sempre qualcosa per cui non riesce a esprimere il massimo.

La prestazione Ferrari nel GP Azerbaijan lascia una domanda senza risposta

Il potenziale, sulla carta, è migliore di quello espresso a Baku. Ma i fatti raccontano altro: errori dei piloti, scelte strategiche discutibili, limiti tecnici mai risolti. La Ferrari resta nella mediocrità, mentre gli avversari, Mercedes in primis, sanno capitalizzare al meglio le occasioni. E allora la domanda, più che legittima, è sempre la stessa: quando tornerà a vincere davvero la Ferrari?

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