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Formula 1

Gilles Villeneuve, il cuore oltre il limite

Diventato leggenda in Ferrari, il pilota canadese ha scritto pagine indimenticabili della Formula 1 ed ha conquistato il cuore di moltissimi tifosi, che ancora oggi lo ricordano con nostalgia. In un mondo che ricorda solo i campioni, Gilles è l’eccezione alla regola.

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Gilles Villeneuve, pilota Ferrari dal 1977 al 1982
Gilles Villeneuve, pilota Ferrari dal 1977 al 1982 (© Ferrari)

É arrivata la settimana del GP di Imola. Un luogo speciale, che tramanda storie uniche. Ci sono eroi che rimarranno legati al tracciato romagnolo per sempre e uno di questi è un canadese timido, ma che ha saputo scaldare il cuore dei tifosi con lo spettacolo che regalava in pista. Un certo Gilles Villeneuve.

Un legame eterno con Imola

A 42 anni dalla sua scomparsa, il pilota canadese continua a rappresentare l’emblema del coraggio, dell’audacia e dell’umanità nel mondo della Formula 1. L’eco del nome Gilles Villeneuve risuona ancora forte tra le curve dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, in particolare in quella che porta il suo nome: la curva Villeneuve, posta subito prima della Tosa, dove nel 1980 uscì di pista subendo una botta violenta, ma fortunatamente senza gravi conseguenze.

Dalle motoslitte alla Ferrari

Gilles Villeneuve nacque nel 1950 a Saint-Jean-sur-Richelieu, in Québec. Le sue prime esperienze nel mondo delle corse avvennero con le motoslitte, affrontando condizioni estreme che gli hanno forgiato uno stile di guida istintivo e spettacolare. Dopo l’esordio in Formula Atlantic e il debutto in F1 con la McLaren nel 1977, fu Enzo Ferrari a puntare su di lui, per sostituire Niki Lauda.

Il debutto con la Ferrari avvenne a Mosport, in Canada, nel1977; ma è nel 1978 che conquistò la sua prima vittoria, proprio nella sua Montreal, pista che oggi porta il suo nome. La consacrazione arrivò nel 1979, quando in coppia con Jody Scheckter contribuì al titolo costruttori, accettando di fare da scudiero al compagno nella gara decisiva di Monza.

In quella stagione Gilles aveva dimostrato di potersi giocare il titolo, ma quando il suo compagno di trovò in una posizione favorita per vincere il titolo, non ci pensò due volte. Decise di fare un passo indietro e spalleggiare il sudafricano, per permettergli di vincere il titolo. Favore che pensava un giorno gli sarebbe tornato indietro.

Emozioni, duelli e spettacolo

Il pubblico amava Gilles per la sua capacità di regalare emozioni pure: celebre il duello di Digione 1979 contro René Arnoux. Memorabili anche le sue imprese su tre ruote a Zandvoort e quelle nella sua pista di casa.

Gilles era istinto e passione pura, doti che accendevano le folle di tifosi pronte a supportarlo in ogni situazione. L’aura di Villeneuve vive ancora oggi, grazie proprio a quel carattere aggressivo che in pista lo portava a compiere magie, pur di non arrendersi mai. L’istinto unito al suo talento avevano forgiato uno dei piloti più spettacolari della storia della F1.

Il canadese aveva uno stile di guida unico che spesso gli permetteva di guidare sopra i problemi. Come fatto nelle stagioni ’80 e ’81, quando una vettura poco competitiva non gli permetteva di ambire al titolo.

Gilles Villeneuve in azione al GP di Spagna 1981, in cui ha vinto.

Gilles Villeneuve in azione al GP di Spagna 1981, in cui ha vinto (© Ferrari)

Imola 1982: il tradimento

L’82 doveva e poteva essere il suo anno. La macchina c’era ed era competitiva, ma stavolta non furono i problemi tecnici a mettersi tra Gilles e il suo sogno.

Quanto successe al GP di Imola 1982 fu il preludio del dramma di quella stagione. Con tutte le altre scuderie assenti, fu un affare tra le due Ferrari: Villeneuve e Pironi. I segnali dai box sembravano indicare di congelare le posizioni, ma Pironi attaccò e superò Gilles nel finale, scatenando la rabbia e la delusione del canadese, che si sentì tradito.

Da quel momento scese un velo di dubbi sul legame tra il canadese e la Rossa. Gilles ebbe anche il pensiero di lasciare per sempre la F1, sport in cui non riconosceva più i valori di cui lui era innamorato.

L’ultimo volo

Nel GP successivo a quello di Imola, l’8 maggio 1982 a Zolder, si consumò la tragedia. Villeneuve perse la vita durante le qualifiche. Entrò in collisione con la March di Jochen Mass. La sua Ferrari 126 C2 si disintegrò nell’impatto. Gilles morì poche ore dopo, lasciando un vuoto incolmabile nella storia della Formula 1.

Ancora oggi i tanti tifosi che lo hanno amato, lo piangono e ne tramandano la storia alle generazioni future; perché l’eredità dell’Aviatore canadese merita di continuare a vivere.

Un’aura che non svanisce

Gilles non ha mai vinto un titolo, ma è diventato leggenda. Le sue imprese, il suo coraggio e la sua umanità gli hanno garantito un posto eterno nel cuore dei tifosi e di Enzo Ferrari, che pianse alla notizia della sua morte.

A Imola, il suo ricordo è scolpito nell’asfalto e nei cuori di chi ama davvero questo sport. Perché Gilles era ed è tuttora la personificazione della Formula 1 più romantica e pericolosa, quella che non verrà mai dimenticata.

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