Formula 1GP Belgio
È stato giusto ritardare la partenza a Spa 2025 a causa della pioggia?
La partenza del GP di Spa è stata rimandata a causa della pioggia. I perché della decisione della FIA. Scelta giusta o sbagliata?

Il GP del Belgio 2025 a Spa è stato condizionato dalla pioggia. La domenica è stata segnata da una pioggia torrenziale, che ha portato la FIA a ottanta minuti di bandiera rossa, con la gara nemmeno iniziata. Il ritardo ha consentito di attendere il miglioramento delle condizioni meteo, oltre all’asciugatura della pista. Ma la decisione della direzione gara è stata giusta?
La pioggia che ha cambiato la domenica di Spa 2025, un tracciato insidioso
Le previsioni indicavano pioggia, ma non ci si aspettava l’intensità del nubifragio che ha colpito Spa. La gara di Formula 3 era già stata cancellata e, all’ora prevista per la partenza della F1, la visibilità era praticamente nulla. Per motivi di sicurezza, la direzione gara ha imposto la bandiera rossa e atteso che la pioggia diminuisse. Solo dopo oltre un’ora la corsa è ripartita, con cinque giri dietro la Safety Car e una partenza lanciata.
Prima di fare qualsiasi considerazione, c’è da considerare che il circuito di Spa, uno dei più iconici del Mondiale, è anche uno dei più difficili e, storicamente, pericolosi. Sezioni come il complesso Eau Rouge-Radillion e Blanchimont, già insidiosi in condizioni di asciutto, diventano ancora più critiche con la pioggia. Negli anni recenti, il tracciato è stato teatro di tragici incidenti nelle categorie junior, come quelli di Anthoine Hubert nel 2019 e Dilano van ’t Hoff nel 2023. Anche per questo la gestione della partenza del GP 2025 a Spa, con la visibilità resa inesistente dalla pioggia, è stata estremamente prudente.
Il problema della visibilità
C’è da considerare che il problema principale non è il grip degli pneumatici sul bagnato. Le gomme prodotte da Pirelli permettono il controllo delle sofisticate monoposto di Formula 1, sia le full wet che le intermedie. Il problema nasce dall’acqua alzata dalle vetture, che limitano, quasi annullando, la visibilità degli inseguitori.
Le full wet alzano 85 litri di acqua al secondo, creando una nube d’acqua considerevole. Questo muro d’acqua viene in realtà aumentato ancora di più dai diffusori delle vetture. Anche gli asfalti, altamente drenanti, sono comunque una componente. Basti pensare al team radio di Lando Norris, che diceva di non vedere nulla già sotto regime di Safety Car, che alza molta meno acqua di una F1.

Il team radio di Lando Norris a Spa 2025 (© F1)
Pirelli sta studiando delle full wet che disperdano meno acqua, in modo tale che possano essere maggiormente utilizzate. Ma il problema non risiede solo nelle coperture da bagnato. Ad avvalorare questa tesi è anche l’esperimento, bocciato, delle coperture degli pneumatici provate lo scorso anno a Fiorano da Ferrari, su richiesta della FIA. La condizione legata agli pneumatici era migliorata, ma rimaneva il tema dell’acqua sollevata dal diffusore.
Da vedere come si evolverà la situazione con la futura generazione di vetture, in pista dal 2026. Nella progettazione delle vetture dei prossimi anni, anche successive a quelle 2026, dovrà essere necessariamente considerata anche la problematica dell’acqua sollevata dai diffusori.
Il fantasma del 2021 e la strategia FIA
Il GP del Belgio 2021 è rimasto nella storia come la gara più breve di sempre, con soli due giri completati dietro la Safety Car. Venne assegnato addirittura il punteggio dimezzato, per una gara che non si corse. Adesso il regolamento prevede l’assegnazione dei punti solo se si sono corsi almeno due giri senza Safety Car o Virtual Safety Car.
Per evitare di incorrere nel limite delle tre ore di evento, e delle due ore di lunghezza di gara con le vetture in pista, ieri la FIA ha preferito ritardare la partenza. Si è confidato nel miglioramento delle condizioni meteo, per poter dare a piloti e pubblico una gara intera.

L’acqua alzata da Lewis Hamilton (© Scuderia Ferrari)
Per qualcuno la gara poteva iniziare prima. E sarebbe cominciato il balletto dei giri sotto Safety Car, bandiere rosse, riprese temporanee, slittamenti e verifiche delle condizioni di pista ogni quarto d’ora. Come accaduto, ad esempio, in Brasile nel 2024. E non sarebbe andato bene, a quel qualcuno, nemmeno questo.
Ieri la FIA non ha sacrificato alcuno spettacolo, lo ha semplicemente rimandato. Si sta cercando di fare, in caso di pioggia, quel che si può con il materiale a disposizione. Con auto aventi un’aerodinamica meno sofisticata, probabilmente si riuscirebbe a correre di più con pista bagnata.
Non rivedremo più epiche battaglie sotto la pioggia? È probabile, ed è senza dubbio un peccato.
Ma è facile parlare da casa, quando si ha l’unica responsabilità di riuscire a vedere la corsa in tempo per l’aperitivo della domenica. È differente quando si è responsabili della vita di piloti e pubblico. Sicuramente, per chi scrive, una delle direzioni da percorrere è quella di creare auto che alzino meno acqua. In più, è necessario anche dare la possibilità ai team di intervenire sull’assetto in caso di pioggia, alzando le vetture per renderle più guidabili e sicure. Al momento però, la situazione è questa. E, per evitare ulteriori drammi, è meglio evitare di correre in caso poca visibilità in pista.