Formula 1GP Monaco
Il GP di Monaco è noioso da decenni, ma la storia della F1 è da difendere sempre
Il GP di Monaco resta una delle gare più discusse del calendario, nonostante la sua storia. Ed era noioso anche con monoposto più piccole. Ma va difeso, perchè rende unica la F1

Il GP di Monaco di F1 è una gara ricca di storia che, da alcuni decenni, è sempre più discussa. «Correre a Monte Carlo è un po’ come fare il giro del salotto di casa in bicicletta», disse Nelson Piquet. Non è un caso che suo genero, Max Verstappen, ieri abbia detto: «Cosa si potrebbe fare per migliorare il GP di Monaco? Non lo so. Ma poi, onestamente, stiamo quasi imitando Mario Kart. Dovremmo installare sulle vetture nuovi pezzi. Forse, sai, potremmo lanciare delle banane. Così da rendere la superficie scivolosa».
La storia del GP di Monaco ci insegna che era noioso anche con vetture più piccole
La colpa della noiosità del GP di Monaco, negli ultimi anni, viene attribuita al gigantismo delle vetture di F1 contemporanee. Come visto in apertura però, negli anni ’80 le cose non andavano molto meglio. Le monoposto a metà anni ’80 inizio anni ’90 erano lunghe dai 4,30 ai 4,40 metri, con una larghezza di 2 metri e un peso di 500 kg. Automobili decisamente più agili rispetto a quelle del 2025, che sono lunghe circa 5,5 metri e con un peso minimo di 798 kg.
Eppure, anche decenni fa le gare si decidevano al sabato. Le uniche differenze rispetto a oggi erano i maggiori ritiri e più doppiaggi, oltre a un numero di partecipanti più elevato alle gare. Quello che non arriva ai giorni nostri è la noiosità di questo Gran Premio, che è da sempre un suo lato caratteristico. Come sempre, si trasmettono di generazione in generazione solo le cose più appassionanti, dimenticandosi di quelle, appunto, trascurabili.

Il caratteristico tornantino del Principato, la curva più lenta del mondiale (© Red Bull Content Pool)
Le soluzioni artificiali non servono, basta il glamour di una corsa unica
Quest’anno, per ravvivare il GP di Monaco, si è pensato di inserire l’obbligo delle due soste, anche in caso di gara bagnata. Il risultato è stato una corsa in linea con le edizioni precedenti. Senza tanti sorpassi, che sono impossibili, o capovolgimenti di sorta. Anzi, alcuni team hanno deciso di rallentare volontariamente un pilota per favorire l’altro.
È inutile, le edizioni del GP di Monaco davvero imprevedibili sono quelle dove fa capolino la pioggia o con incidenti in partenza. Quest’ultima è un’eventualità che nessuno sportivo sognerebbe di auspicare.
D’altronde, se per gli spettatori a casa la corsa nel Principato è solo un’altra gara da guardare seduti sul divano, è diverso per chi va a Montecarlo. Come ha detto anche George Russell, al 95% degli spettatori in circuito importa l’evento in sé e non la gara. È assolutamente vero, ma è sempre stato così. A Monaco la gara è superflua almeno da quarant’anni, con buona pace della coltre di nostalgia che offusca la realtà.
E, alla fine, va bene così. Si fa tanto parlare della storia della Formula 1 che va difesa, salvo dimenticarcene al primo sbadiglio. Se ci sta a cuore la storia di questo sport, va sempre difesa e con essa anche il GP di Monaco. Anche a costo di sopportare una gara soporifera in più. Che è quella che contribuisce a rendere la F1 uno sport davvero unico.

La Nouvelle Chicane con gli yacht sullo sfondo (© Red Bull Content Pool)