Formula 1GP Ungheria
Hungaroring, la “Monaco senza i muri”
Il tracciato magiaro si è guadagnato negli anni questo soprannome per via delle sue curve strette e tortuose

Il circuito dell’Hungaroring ha fatto la storia della F1 quando nel 1986 è divenuto la prima tappa del Mondiale oltre la Cortina di Ferro. Da allora, il tracciato che ospita il GP d’Ungheria si è costruito una reputazione ben precisa: stretto, tecnico e implacabile, rappresenta una vera sfida per gli specialisti della guida pulita.
F1, le caratteristiche dell’Hungaroring
Per via del suo disegno stretto e tortuoso, l’Hungaroring si è guadagnato il soprannome di “Monaco senza muri”. Il paragone è nato nel paddock tra gli anni ’90 e 2000, per sottolineare la difficoltà nei sorpassi e la grande importanza della qualifica, ma senza la minaccia costante delle barriere che caratterizza Monte Carlo.
La pista si estende per 4.381 metri e conta 14 curve, 8 a destra e 6 a sinistra, di cui molte a media-bassa velocità. Il rettilineo dei box rappresenta il principale, se non l’unico, punto di sorpasso. Il settore centrale è invece estremamente tecnico, con tante curve in successione che mettono a dura prova l’abilità dei piloti e il bilanciamento delle vetture.
Il layout dell’Hungaroring

Il layout dell’Hungaroring (© F1)
Primo settore
Il primo settore comincia con il rettilineo principale, prima zona DRS, che porta alla staccata di curva 1. La prima staccata è anche il principale punto di sorpasso: si frena da oltre 310 km/h a circa 90 km/h per una curva a destra da seconda marcia. Segue un breve tratto in discesa: se si ha appena effettuato un sorpasso, è possibile difendersi aprendo di nuovo l’ala mobile.

L’arrivo delle monoposto in curva 1 al via del GP d’Ungheria 2022 (© F1)
Curva 2 è una svolta a sinistra in appoggio da percorrere in terza o quarta marcia. La chiave è il compromesso tra velocità d’ingresso e trazione in uscita, per non compromettere la svolta successiva. Curva 3 si può affrontare a gas spalancato, ma richiede un posizionamento preciso; in uscita si scarica la macchina sul lato sinistro della pista e ci si fionda sul breve rettilineo in salita che porta a curva 4.
Secondo settore
Curva 4 è una curva cieca a sinistra in cui il punto di corda appare solo all’ultimo istante. L’uscita è insidiosa: è facile andare oltre il cordolo e vedersi il giro annullato per track limits. Per fare il tempo è però necessario sfruttare ogni centimetro di asfalto a propria disposizione.

Curva 4 (© Red Bull Content Pool)
Segue un’altra curva in appoggio verso destra. Curva 5 è lenta e si percorre in seconda marcia; quando si frena, il posteriore si muove molto ed è difficile da controllare. Bisogna fare attenzione al cordolo interno, alto e aggressivo: salirvi sopra con troppa foga può mandare in testacoda la vettura.
Si arriva quindi a una chicane estremamente tecnica: un destra-sinistra in leggera discesa in cui si sale prepotentemente sui cordoli; non bisogna però eccedere, dato che il rischio di danneggiare il fondo o perdere il controllo del posteriore è concreto.

La chicane di curva 6-7 (© Red Bull Content Pool)
Da curva 8 a curva 11 si estende la sequenza più veloce e ritmata del circuito. Le curve 8-9 sono un sinistra-destra da quarta marcia decisamente più fluido rispetto alla chicane precedente. Le curve 10-11 si percorrono quasi in pieno: sono fondamentali stabilità al posteriore e precisione al volante. Anche qui, in uscita è facile andare oltre i limiti della pista.
Terzo settore
Nel tratto conclusivo del circuito, si rischia di pagare caro in termini di tempo ogni piccola sbavatura. Dopo la 11, un breve allungo porta a curva 12: richiede una netta frenata prima di svoltare a destra in seconda marcia. La traiettoria ideale porta a sacrificare leggermente l’ingresso per favorire la trazione in uscita.
Curva 13 è molto lenta: svoltando a sinistra in seconda marcia, il sottosterzo è il nemico principale ed è complicato mantenere una buona stabilità. È inoltre una curva che può mettere in seria crisi le temperature delle gomme, generando per attrito grosse quantità di calore.
L’ultima curva è un lungo curvone a destra in appoggio, da affrontare in terza o quarta marcia. È importantissimo anticipare l’accelerazione per lanciarsi sul rettilineo principale con velocità. Anche qui la gestione dell’aderenza in uscita è cruciale, specie in qualifica.

L’ultima curva del tracciato magiaro (© Red Bull Content Pool)