Formula 1
Antonelli, rimonta capolavoro: da 17° a 3° a Las Vegas, una stagione rilanciata da Baku in poi
Kimi Antonelli è stato protagonista di una rimonta incredibile al GP di Las Vegas, propiziata da una strategia decisamente audace. Una risposta alle critiche dopo le difficoltà estive.Una stagione in crescita per una scommessa decisamente vinta da Toto Wolff.
Andrea Kimi Antonelli è tornato sul podio nel GP di Las Vegas 2025 con una prestazione costruita su strategia, gestione e lucidità. Il terzo posto finale è sì arrivato dopo la squalifica delle due McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri, ma non cambia il valore di una gara in cui il bolognese ha dimostrato resistenza psicologica e intelligenza tattica.
Partito 17°, Antonelli aveva concluso in pista quarto, poi diventato quinto dopo il traguardo, prima della penalità di cinque secondi per una partenza anticipata. La squalifica dei due piloti McLaren ha riaperto la porta del podio, un podio figlio di una gestione gara tutt’altro che casuale.
Kimi Antonelli, quella strategia aggressiva la chiave di una rimonta incredibile al GP di Las Vegas 2025
La gara di Las Vegas ha mostrato uno dei tratti più interessanti di Antonelli: la capacità di leggere la corsa. Con la Virtual Safety Car al secondo giro, Mercedes ha scelto una strategia fuori dagli schemi: rientro immediato ai box e passaggio alle gomme dure.
Da lì, Kimi ha percorso 48 giri sugli pneumatici più duri della gamma Pirelli, reggendo fino al giro 50 previsto. Una scelta coraggiosa che ha richiesto ritmo costante, zero errori e una gestione metronomica del degrado. A 19 anni, dimostrare una maturità del genere in una situazione ad alto rischio non è un dettaglio.
Antonelli, Piastri e Leclerc durante il GP di Las Vegas (© F1)
Le pietre miliari della stagione: dal debutto record ai podi di Canada e Brasile
La stagione da rookie di Antonelli ha seguito una traiettoria sorprendente, con picchi altissimi e fasi complesse. Il primo segnale era arrivato subito: 4° posto al debutto in Australia, diventando l’italiano più giovane di sempre a correre in Formula 1 e il secondo pilota più giovane della storia a punti nella gara d’esordio. Quel risultato aveva già evidenziato doti di gestione, calma e velocità, in condizioni tutt’altro che semplici, con la pioggia di Melbourne che aveva tradito anche un veterano come Fernando Alonso.
A maggio era arrivata anche la pole position nella Sprint di Miami, conferma ulteriore del potenziale sul giro secco.
Poi, finalmente, il podio: terzo posto in Canada, frutto di una gara concreta e senza sbavature, e secondo posto in Brasile nel weekend precedente a Las Vegas, forse la prestazione più completa della sua giovane carriera. Il duello finale con Max Verstappen, affrontato senza timori, aveva già messo in evidenza quanto Kimi stia imparando a confrontarsi con i migliori.
Kimi Antonelli sul podio del GP Canada 2025 (© F1)
Cosa non ha funzionato nella stagione europea?
Se la prima parte dell’anno aveva acceso i riflettori su Antonelli, la fase centrale, quella delle gare europee, aveva generato più interrogativi che conferme. Prestazioni anonime tra Imola, Monaco, Belgio, Ungheria, Monza, oltre agli incidenti in Austria e in Olanda, avevano creato dubbi a molti osservatori sulla scelta Mercedes di puntare così presto su di lui.
Una parte del mondo del motorsport parlava di un pilota «non pronto», qualcuno addirittura di una possibile incrinatura nei rapporti con la squadra. Il tutto nonostante la fiducia costante di Toto Wolff, che lo ha poi riconfermato con largo anticipo.
Una chiave di lettura plausibile riguarda i riferimenti di guida. Antonelli, cresciuto nelle formule minori, potrebbe aver incontrato difficoltà proprio sui circuiti che conosceva di più (Baku a parte, ma sul quale aveva corso solo una volta in F2). Piste in cui la memoria muscolare delle categorie propedeutiche non coincide con le linee ideali richieste da una Formula 1 moderna, molto più pesante e aerodinamicamente complessa. Paradossalmente, ha spesso reso meglio su piste nuove, dove ha potuto costruire da zero il proprio approccio, sin dal simulatore, senza dover “cancellare” abitudini precedenti.
Il contatto in curva 3 tra Antonelli e Verstappen (© F1)
La rinascita in risposta alle incertezze
Il finale di stagione ha ridisegnato la narrazione: quarto posto a Baku, quinto a Singapore, sesto in Messico e il suo miglior risultato in Brasile, con il secondo posto in qualifica Sprint e nella gara corta, la prima fila in qualifica, più giovane della storia dopo Max Verstappen e Lance Stroll a coglierla, e la piazza d’onore in gara. Con il podio di Las Vegas, la sua sequenza di risultati rappresenta un segnale netto.
Antonelli ha mostrato solidità mentale, capacità di adattamento e un livello crescente di gestione gara. Gli scettici, quelli che lo davano per «non idoneo» alla Mercedes, suggerendo magari una retrocessione in Williams, oggi trovano meno spazio. Le prestazioni parlano da sole e sono più forti delle voci.
Kimi Antonelli sul podio di Interlagos (© Mercedes AMG F1)
Las Vegas 2025 certifica la scommessa vinta da Toto Wolff su Kimi Antonelli
La voce con il volume più alto, a giusta ragione, è quella di Toto Wolff, che non ha nemmeno bisogno di parlare: gli bastano i fatti, dimostrando la fiducia che ripone in quel ragazzo da lui scelto quando aveva dodici anni. E che ora può diventare uno degli italiani più forti di sempre.
E se il 2025 era l’anno per imparare, il 2026 potrebbe essere quello in cui Kimi Antonelli smetterà definitivamente di sorprendere. Vettura permettendo, naturalmente, in vista del grosso cambiamento regolamentare. Perché a questo punto, il talento non è più solamente un’ipotesi di qualche osservatore: è un dato di fatto.
Kimi Antonelli abbracciato a Toto Wolff (© Mercedes)