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Formula 1

Il circuito di Kyalami riceve l’approvazione della FIA: la F1 farà ritorno in Africa?

Grazie a un lavoro di ristrutturazione il tracciato sudafricano sarà idoneo ad ospitare un GP di F1; potrebbe entrare in calendario nel 2027

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David Coulthard in pista a Kyalami durante un evento di Red Bull (© Red Bull Content Pool)

Dopo oltre trent’anni di assenza, la Formula 1 potrebbe tornare nel continente africano. Il primo passo ufficiale è arrivato oggi, con l’approvazione da parte della FIA del piano per riportare il circuito di Kyalami allo status di Grado 1, la condizione indispensabile per ospitare un Gran Premio di F1.

Situato nei pressi di Johannesburg, Kyalami è un luogo storico per la Formula 1; ha ospitato il GP del Sudafrica dal 1967 al 1985. Fece altre due apparizioni negli anni Novanta; l’ultima risale al 1993 e vide il trionfo di Alain Prost, che quell’anno si laureò campione del mondo con la Williams.

Kyalami-F1: lavori ancora in corso, ma la FIA ha dato l’ok

Il circuito del Sudafrica è attualmente classificato come struttura FIA di Grado 2, ma questo potrebbe cambiare a breve. Il proprietario Tony Venter, in collaborazione con l’azienda Apex Circuit Design, ha elaborato e presentato un piano strategico per riportarlo ai massimi standard di sicurezza richiesti per il Grado 1.

La pista non affronterà cambiamenti radicali. Il layout del tracciato resterà invariato; saranno aggiornate le vie di fuga, le barriere di protezione, le reti di contenimento e il sistema di drenaggio. Oggi la FIA ha approvato il progetto e concesso un termine massimo di tre anni per completare i lavori. Se tutto procederà secondo i piani, il Gran Premio del Sudafrica potrebbe rientrare nel calendario della Formula 1 già dal 2027.

«Questo è un momento storico per il motorsport sudafricano», ha dichiarato Venter durante la conferenza stampa tenutasi sul circuito. «La FIA ha approvato il nostro progetto: ora inizia il conto alla rovescia per vedere di nuovo la F1 correre su suolo africano».

«Siamo pronti per scrivere un nuovo capitolo nella storia di Kyalami», ha concluso il proprietario del circuito. «Il sogno di vedere di nuovo la Formula 1 in Sudafrica è più vicino che mai». Clive Bowen, direttore di Apex Circuit Design, ha infine aggiunto: «Si tratta di un aggiornamento ingegneristico leggero, ma che eleva gli alti standard già presenti a quelli richiesti oggi per il Grado 1».

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Il circuito di Kyalami (© Kyalami Grand Prix Circuit)

F1 in Africa: occhio alle candidature di Marocco e Ruanda

L’ingresso in calendario di Kyalami colmerebbe un’assenza continentale che oggi rappresenta una delle maggiori lacune globali del campionato. Quella del Sudafrica però non è l’unica candidature proveniente dal continente africano: sarebbero infatti diversi i paesi pronti ad ospitare un GP.

Da diversi mesi si parla dell’ambizioso progetto del Ruanda, che è stato commentato anche da Stefano Domenicali. Al momento un circuito non c’è, ma Alexander Wurz ne avrebbe già progettato uno nei pressi del nuovo aeroporto di Bugesera, in costruzione a sud della capitale Kigali. Il piano metterebbe nel mirino la stagione 2028 di F1.

Di recente è spuntata anche la candidatura del Marocco. Il paese del nord Africa sta investendo molto nello sport: nel 2030 ospiterà alcune partite dei Mondiali di calcio insieme a Spagna e Portogallo, e si starebbe mobilitando anche per entrare nel mondo del motorsport.

Anche in questo caso si tratterebbe di un progetto che punta molto in alto. Il budget di 1,2 miliardi di dollari sarebbe utilizzato per la costruzione di un circuito di Grado 1, idoneo ad ospitare gare di F1, WEC e MotoGP, e di una serie di strutture circostanti, come parchi tematici e hotel di lusso: una sorta di mini-Abu Dhabi. 

La location scelta porta molti vantaggi: a sud di Tangeri, è vicina all’aeroporto e inserita in un’area molto turistica, ricca di centri commerciali e alberghi. Inoltre, la vicinanza all’Europa consentirebbe di trasportare camion e altre struttore via traghetto. A capo del progetto c’è Eric Boullier, in passato Team Principal di McLaren e direttore del GP di Francia.

Ora non resta che aspettare e vedere come si evolverà la situazione. Una cosa però è quasi certa: negli ultimi 30 anni il continente africano non è mai stato così vicino ad ospitare nuovamente un Gran Premio.

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