Formula 1
Laura Villars contro il sistema di rielezione per la presidenza della FIA: «Nega il pluralismo democratico»
La pilota francese Laura Villars accende la polemica sulla rielezione di Mohammed Ben Sulayem, portando la FIA davanti ai giudici di Parigi per chiedere maggiore trasparenza e democrazia interna nella federazione.
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La candidata Laura Villars, pilota e attivista per la parità di rappresentanza nel motorsport, è pronta a portare la FIA davanti al tribunale di Parigi per contestare l’attuale processo elettorale che, di fatto, spianerebbe la strada alla rielezione senza rivali di Mohammed Ben Sulayem.
Villars denuncia un sistema che «nega il pluralismo democratico» e limita la possibilità di proporre alternative reali alla guida della federazione. Il suo obiettivo è chiaro: aprire una riflessione profonda sulla trasparenza e l’etica interna della FIA, chiedendo regole più eque per tutti i membri e una governance
Una rielezione scontata?
Il 12 dicembre la FIA tornerà alle urne per eleggere il proprio presidente. Tuttavia, la rielezione di Mohammed Ben Sulayem sembra ormai una formalità. I tre candidati rivali dichiarati, Tim Mayer, Laura Villars e Virginie Philippot, non potranno infatti presentare una lista eleggibile a causa di un provvedimento entrato in vigore lo scorso giugno.
Il regolamento prevede che ogni candidato alla presidenza presenti una squadra completa di sette vicepresidenti, uno per ciascun continente (due per l’Europa), tutti membri eleggibili al Consiglio Mondiale dell’Automobile. Il nodo è arrivato proprio dal Sud America, dove l’unico rappresentante attualmente eleggibile è Fabiana Ecclestone, già vicepresidente con Ben Sulayem.

Ben Sulayem, Presidente della FIA (© FIA)
Il ruolo di Fabiana Ecclestone
La presenza di Fabiana Ecclestone, moglie di Bernie Ecclestone, come unica figura sudamericana eleggibile, ha di fatto impedito agli altri candidati di presentare una lista conforme. Solo Ben Sulayem poteva contare sul suo appoggio, garantendosi così un percorso privo di ostacoli verso la rielezione.
Una situazione che ha suscitato perplessità e proteste: secondo gli altri contendenti, la norma approvata lo scorso giugno avrebbe creato uno squilibrio strutturale nel processo elettorale, rendendo impossibile ogni reale competizione interna.
Laura Villars porta la FIA in tribunale
La pilota e candidata Laura Villars ha deciso di reagire, rivolgendosi al tribunale di Parigi, sede legale della FIA. Nel suo comunicato ufficiale ha dichiarato di voler «garantire la trasparenza, l’etica e il pluralismo democratico» all’interno della federazione. La prima udienza è fissata per il 10 novembre, a un mese esatto dalle elezioni.
Villars ha sottolineato di non voler «agire contro la FIA, ma per proteggerla», ricordando che «la democrazia non è una minaccia per la FIA; è la sua forza». Il suo obiettivo è aprire un dialogo costruttivo e sincero per una federazione «più moderna, equa e connessa».

Laura Villars, candidata alla presidenza FIA (© Ferrari)
Il sostegno di Tim Mayer e FIA Forward
La candidatura di Laura Villars ha ricevuto il sostegno di Tim Mayer, ex commissario di gara e altro aspirante alla presidenza, escluso per le stesse ragioni. La piattaforma FIA Forward, che sostiene Mayer, ha definito la sua iniziativa «un passo importante verso la democrazia e la trasparenza».
Nel comunicato ufficiale, il gruppo ha aggiunto: «Sosterremo gli sforzi di Laura con tutta la nostra conoscenza ed esperienza, nell’interesse di realizzare un’elezione aperta e realmente partecipata per i club membri della FIA».
Verso un futuro incerto per la governance FIA
Con il voto ormai vicino, la rielezione di Ben Sulayem sembra inevitabile, ma il clima all’interno della federazione è tutt’altro che sereno. Il ricorso in tribunale potrebbe aprire un precedente significativo, mettendo in discussione le modalità di selezione dei vertici della FIA e l’effettiva democraticità del suo statuto.
Mentre i tribunali francesi si preparano a esaminare il caso, il mondo del motorsport osserva con attenzione: il futuro della governance della FIA potrebbe dipendere proprio da questa battaglia legale.

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