Formula 1
Cala la notte sulla Formula 1: dentro al circuito di Marina Bay
Teatro della prima gara notturna della storia della F1 nel 2008, Marina Bay mette i piloti di fronte a una serie di sfide, sia tecniche che fisiche

Il Gran Premio di Singapore rappresenta da sempre una delle sfide più dure e affascinanti della stagione. La cornice unica del Marina Bay Street Circuit di F1, illuminato da oltre 1.600 proiettori, trasforma la notte equatoriale in un palcoscenico scintillante dove ogni errore si paga a caro prezzo. Ma dietro la bellezza scenografica, il circuito nasconde un percorso tecnico e fisicamente estenuante che mette a dura prova piloti e monoposto.
F1, le caratteristiche del Marina Bay Street Circuit
Con i suoi 4.940 metri e 62 giri da percorrere, Marina Bay è un circuito cittadino che unisce tratti veloci a una serie infinita di curve lente e medio-lente, intervallate da violente frenate e cambi di direzione. La pista è stretta, i muri vicinissimi, e l’umidità di Singapore crea condizioni limite per l’affidabilità meccanica e la resistenza fisica dei piloti. Non a caso, questo GP è spesso il più lungo della stagione in termini di tempo di gara.
Il layout del circuito di Singapore

Il circuito di Marina Bay (© F1)
Primo settore
La prima staccata è una delle più critiche: si arriva dopo aver percorso il rettilineo a DRS aperto, si passa da oltre 300 a circa 140 km/h in meno di 2 secondi; è anche uno dei pochi punti di sorpasso. La prima svolta a sinistra è seguita da un rapido cambio di direzione, dove si parzializza l’acceleratore.
Curva 3 è un tornantino a sinistra: importante trazionare bene in uscita. Segue un breve allungo, poi una curva veloce a destra lancia nella seconda zona DRS del circuito.

Curve 1-2-3 (© F1)
Secondo settore
Il settore centrale è quello più tecnico e impegnativo. Curva 7 è un altro punto di staccata importante, in cui si decelera da 300 a circa 110 km/h. Segue una curva a destra molto lenta, in cui si passa molto vicino ai muri. Curva 9 è una lunga sinistra a media velocità che lancia su un breve allungo.
Si arriva in curva 10, che un tempo era il famoso “Singapore Sling“, una chicane con cordoli altissimi che faceva volare le vetture. Oggi è una curva secca a sinistra, molto più lineare ma comunque insidiosa. Segue il tratto 11-12-13, estremamente tecnico: si comincia con una veloce piega a destra da approcciare con attenzione per non sbilanciare la vettura. Qui è fondamentale il bilanciamento e la fiducia nella vettura, dato che i muri sono vicinissimi.

Il “Singapore Sling” (© F1)
Si passa sotto il ponte per il rapido cambio di direzione della 12; curva 13 è un tornantino verso sinistra da seconda marcia, cruciale per la trazione in uscita sul lungo rettilineo che segue.
Terzo settore
Grande frenata in curva 14 dopo il rettilineo più veloce del circuito, terza zona DRS. Destra da seconda-terza marcia, è uno dei punti migliori per tentare un sorpasso. Dopo una veloce svolta a sinistra si spalanca nuovamente il DRS; quest’ultimo tratto rettilineo è stato introdotto nel 2023 in sostituzione di due chicane, con l’obiettivo di favorire i sorpassi e lo spettacolo.
Si frena in curva 16 per un ulteriore destra-sinistra; segue infine la veloce piega a sinistra che immette sul rettilineo principale.

L’ultima curva di Singapore (© Scuderia Ferrari)