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Domenicali sul GP di Imola: «La storicità è un valore ma non basta, per tornare servirà una proposta strutturata»

Tra investimenti crescenti e la concorrenza di nuovi circuiti, il rientro in calendario del GP di Imola è sempre più improbabile

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Stefano Domenicali, Amministratore Delegato del Formula One Group (© F1)

Il futuro del GP di Imola resta in bilico: Stefano Domenicali, ospite al podcast Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli, ha messo in chiaro che per restare nel calendario di F1 servirà una proposta solida e sostenibile. Tra investimenti crescenti, concorrenza globale e nuovi ingressi come Madrid, la storicità da sola non basta più: anche i templi della velocità devono adattarsi per non scomparire.

Domenicali: «Il GP di Imola può entrare nelle rotazioni, ma serve una proposta strutturata»

Quando il mondo è stato stravolto dalla pandemia di COVID-19, la F1 ha rischiato di pagare le conseguenze a caro prezzo. Grazie alla gestione di Liberty Media e al boom della serie Drive to Survive, il campionato ha vissuto una crescita impressionante: «Nel periodo del COVID ci siamo trovati di fronte a una sliding door. Come campionato Mondiale, ci siamo fermati e abbiamo rischiato di chiudere», ha commentato Domenicali, CEO della F1.

«Siamo stati i primi a introdurre protocolli di sicurezza per sopravvivere, poter girare per il mondo e sviluppare il prodotto televisivo, ma eravamo senza nessuno sugli spalti».

Questo però non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di alcuni circuiti che nel periodo più difficile hanno dato la propria disponibilità ad ospitare GP, tenendo vivo il Mondiale; tra questi c’è stato l’Autodromo di Imola, e Domenicali non l’ha ignorato: «Imola, in quella fase, ha dato la propria disponibilità ad essere sul calendario, mentre altri paesi hanno rifiutato. Quindi, il mio rispetto per la mia città è altissimo».

L'invasione di pista durante il GP di Imola (© Autodromo Imola)

L’invasione di pista al termine dell’ultimo GP Imola (© Autodromo Imola)

Questo però non è sufficiente a garantire una tappa fissa sul calendario: «È chiaro però che poi si sviluppano altre considerazioni. Non voglio dare per scontato che Imola non potrà più tornare, anzi, ci saranno degli slot di rotazione, e se metteranno insieme una proposta strutturata, perché no».

La presenza di Monza non è di aiuto: «Man mano che cresce l’attenzione a livello globale, per avere due GP nello stesso paese ci vogliono degli elementi che giustifichino la doppia presenza. Imola è una città che vive in un contesto abbastanza stretto di sviluppo, anche a livello di alberghi e strutture è quello che è. La storicità è un valore, ma può anche diventare un limite se non ci sono le condizioni giuste»

«Storicità non basta, oggi parliamo di livelli di investimento diversi»

Per i circuiti storici, avere una presenza fissa sul calendario di F1 è sempre più complicato. Il numero di gare, attualmente 24, difficilmente crescerà, e con gli ingressi di nuovi circuiti negli ultimi anni lo spazio è sempre meno. L’aggiunta più recente è quella del tracciato cittadino di Madrid, che verrà inaugurato nel 2026.

«La Regione e il Comune sono molto attivi, in questi anni hanno fatto un lavoro straordinario. Stanno cercando di formulare una proposta per il futuro che possa essere accettata da noi. Oggi però parliamo di livelli di investimento molto diversi da quelli che c’erano prima. La competizione è cambiata, il contesto è molto più aggressivo rispetto al 2020-2021», ha detto il CEO.

Quali sono i circuiti a rischio?

Domenicali ha continuato: «L’elemento di storicità è un “più più” nella tabella delle considerazioni, ma non è sufficiente. È importante per chi, come me, segue la F1 da quando è bambino. Ma i nuovi tifosi, e su questo abbiamo dati per noi fondamentali, hanno una capacità di voltare pagina e scorrere sulle notizie altissima».

«Per tanti giovani, che si corra a Montecarlo o a Las Vegas è indifferente. Quindi, è importante per noi scegliere strutture che guardano al futuro e che possano offrire servizi adeguati ai tifosi».

È dunque evidente che quella di Imola non sia l’unica tappa storica a rischio. Anche Spa-Francorchamps potrebbe entrare nelle rotazioni menzionate da Domenicali, ospitando un GP in quattro delle prossime sei stagioni. Gli organizzatori non si sono ancora arresi, ma probabilmente uno dei tracciati più amati da tifosi e piloti verrà a mancare nelle stagioni 2028 e 2030.

La partenza del GP del Belgio 2024 (© Red Bull Content Pool)

Il GP del Belgio 2024 (© Red Bull Content Pool)

La stessa sorte potrebbe toccare a Barcellona. Anche in questo caso, gli organizzatori non vogliono demordere. Tuttavia, con ogni probabilità, sarà proprio il circuito di Montmelò ad alternarsi con Spa, come riportato da FormulaDirecta. La tappa catalana pagherebbe a caro prezzo l’ingresso in calendario di un altro appuntamento spagnolo (Madrid).

L’implementazione di queste rotazioni potrebbe anche essere un meccanismo per eliminare gradualmente i GP in questione, riducendo così il disappunto dei tifosi quando verranno cancellati definitivamente. Il messaggio di Domenicali è chiaro: nessuno è al sicuro, e continuare a crescere è obbligatorio per sopravvivere.

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