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Barnabò pessimista sul futuro: «Regola sul flusso di benzina? Così non ha senso andare avanti»

Nell’intervista rilasciata a gpone.com, il team manager di Barni ha mostrato la sua preoccupazione per il nuovo regolamento. Una situazione che, oltre ad aumentare i costi, ha anche ammazzato la competitività in pista.

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Marco Barnabò, team manager di Barni
Marco Barnabò, team manager di Barni (© Barni Spark Racing)

In una intervista lasciata ieri a gpone.com, il team manager di Barni è stato un fiume in piena. Marco Barnabò ha sentenziato che, con la nuova regola sul flusso di benzina, il gap con le moto ufficiali è aumentato, una situazione scoraggiante per lui che è a capo di un team privato. Soprattutto alla luce del grosso investimento fatto per il 2026, con l’ingaggio di Alvaro Bautista in sostituzione di Danilo Petrucci, diretto verso BMW.

Barnabò molto duro sulla regola del flusso di benzina

L’introduzione del flussometro era stata pensata dalla WSBK per cercare di bilanciare le prestazioni in pista. Un tentativo però che, sentendo le parole di Marco Barnabò, sta fallendo miseramente, Anzi, secondo lui dall’anno prossimo la situazione non potrà far altro che peggiorare:

«Il gap tra i team factory e i privati è aumentato – soprattutto dal punto di vista economico – i costi da sostenere sono molto più alti». Quando le spese diventano superiori, i primi a pagarne le conseguenze sono proprio i team privarti: «Con la regola del flussometro, i costi sono saliti di 10mila euro a moto. La cosa paradossale però è che stiamo spendendo soldi per andare più piano, dato che avremo 10 cavalli in meno».

Alvaro Bautista correrà per Barni Spark Racing nel 2026

Alvaro Bautista correrà per Barni Spark Racing nel 2026 (© WorldSBK)

Barni, in particolare, ha appena fatto un investimento molto sostanzioso per prendersi Alvaro Bautista, in uscita dal team ufficiale di Ducati. Una spesa che rischia di essere inutile, visto lo scenario che si presenterà in futuro: «Ho investito su due moto nuove e su Alvaro con il rischio che saremo penalizzati prima di partire. Chi lo spiega ai miei sponsor che stiamo spendendo per andare più piano? Con le regole attuali avrebbe più senso fermarsi e chiudere tutto».

Il tutto per una regola che, come sottolineato nel corso dell’intervista, non solo ha aumentato il gap tra factory e privati, ma sta di fatto agevolando le vittorie a ripetizione di due piloti: Razgatlioglu e Bulega.

Ducati penalizzata e team privati non ascoltati

La regola sul flusso di benzina diventerà ancora più severa a partire dalla prossima stagione, cosa che non fa dormire sonni tranquilli a Barnabò. Con la riduzione della tolleranza da 2,5 a 0.5 g, il gap rischia di aumentare ancora: «Ovviamente un team factory, avendo più disponibilità di ingegneri, ha maggiori possibilità di ricalibrare con precisione le centraline. Noi invece dobbiamo spendere più soldi e ci mettiamo anche più tempo».

Questa polemica apre anche ad altre due questioni che a Barnabò non vanno particolarmente giù. La prima riguarda la scarsissima considerazione generale nei confronti dei team privati: «Quando si tratta di prendere queste decisioni, nessuno si interfaccia con i team privati. Non penso sia giusto, dato che investiamo tanti soldi per poterci permettere di correre. Non abbiamo voce in capitolo, ci tocca solamente accettare».

Danilo Petrucci con Toprak Razgatlioglu

Danilo Petrucci con Toprak Razgatlioglu (© Barni Racing Team)

Un altro tema acceso dal team manager è quello delle continue decisioni contro la Ducati: «Già nel 2019 siamo partiti con 500 cavalli in meno, non vorrei trovarmi in una situazione simile. Negli ultimi anni va di moda penalizzare Ducati, come se vincesse sempre, quando in realtà ha vinto solo 3 mondiali negli ultimi 10 anni. In MotoGP non mi risulta penalizzino Marquez e la Ducati perché vincono, al massimo vengono aiutate le squadre più in difficoltà con le concessioni».

In chiusura, un appello: «Io non sono qui per fare polemica, ma solo per chiedere un dialogo costruttivo. L’obbiettivo della competizione dovrebbe essere quello di migliorarsi sempre, ma con la deriva che abbiamo preso si stanno disincentivando gli investimenti e le prestazioni».

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