MotoGP
L’incidente e il caso Fernandez: l’aerodinamica è indispensabile?
Il tema dell’aerodinamica in MotoGP è sempre stato attuale. In particolare, la sua pericolosità è sempre stata al centro di vari dibattiti.
Nel corso del weekend di Phillip Island sono successi due episodi che hanno nuovamente messo in luce il tema legato all’aerodinamica in MotoGP. Nella Gara Sprint del sabato c’è stato un brutto incidente tra Maverick Vinales e Marco Bezzecchi, dovuto proprio all’effetto “vuoto d’aria” causato dall’aerodinamica. Poi c’è stato il caso Raul Fernandez, che ha corso senza le ali e ha portato a casa una delle migliori prestazioni della sua stagione.
Vinales-Bezzecchi, che paura!
La caduta avvenuta sabato in curva 1 è una delle più spaventose degli ultimi anni. Maverick Vinales e Marco Bezzecchi sono entrati in contatto a oltre 200 km/h e il fatto che non si siano fatti nulla e abbiano anche corso il giorno dopo è un autentico miracolo. Quello che inizialmente poteva sembrare semplicemente un errore di Bezzecchi, ha in realtà un’altra spiegazione legato proprio ad uno degli effetti dell’aerodinamica.
Quando Vinales è riuscito a sorpassarlo in fondo al rettilineo, si è posizionato immediatamente davanti a lui, per impostare al meglio la curva. La vicinanza tra i due però, ha fatto sì che il pilota Pertamina VR46 venisse letteralmente risucchiato dalla moto davanti. Questa cosa ha reso il contatto inevitabile e le conseguenze per i due potevano essere molto gravi.
Fernandez ha corso senza ali in Australia
Raul Fernandez, nella giornata di sabato, ha preso una decisione molto forte. Il pilota spagnolo, viste le raffiche di vento australiane, ha deciso di chiedere al team di correre le giornate di sabato e domenica senza le ali. Una decisione molto forte, in un periodo storico in cui i dettagli aerodinamici sembrano indispensabili ai fini del risultato finale.
Fernandez ha chiuso le qualifiche in un’ottima sesta posizione e ha concluso la gara della domenica decimo nonostante una brutta partenza. Il pilota ha dichiarato di essere molto soddisfatto del risultato finale e del feeling avuto con la sua moto senza ali. Una scelta, la sua, arrivata anche grazie al regolamento tecnico, che permette proprio qui a Phillip Island di poter rinunciare alle appendici.
L’aerodinamica è così indispensabile?
La rivoluzione da questo punto di vista arrivò dalla Ducati che, nel 2016, sfruttando le conoscenze dei propri uomini in questo ambito, cominciò la scalata verso la vetta della MotoGP. Più passò il tempo, maggiori furono i team che emularono la casa di Borgo Panigale, copiando tutte le innovazioni da loro portate, a partire proprio dalle ali. Ad oggi, come detto, la situazione è ben diversa e siamo arrivati al punto che le ali possono essere tolte solo a Phillip Island per via delle particolari condizioni atmosferiche.
L’eccesso di aerodinamica però non ha portato solo vantaggi. Casi come quello dell’incidente di sabato rappresentano sono una parte degli svantaggi provocati da questi pacchetti ormai sempre più complessi. Un’altra grossa lamentela dei piloti è legata alla difficoltà di effettuare sorpassi durante le gare. Proprio come in F1, ormai stare vicini al pilota davanti è diventato sempre più complicato. Per scalare posizioni, è necessario essere molto più veloci del pilota che precede.
Con il nuovo regolamento del 2027, l’incidenza di queste soluzioni verrà drasticamente ridotta. Un precedente sulle limitazioni dell’aerodinamica c’è: nel 2017, un anno dopo il loro esordio, le ali vennero bandite per volontà delle case giapponesi. All’epoca questo provvedimento durò pochissimo, nonostante i piloti già storcessero un po’ il naso quando si parlava di esse. La sensazione, sentendo i pareri più recenti a riguardo, è che la situazione non sia cambiata così tanto.