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Aleix Espargaró, eterno capitano

Un uomo scelto da Aprilia per diventare grandi insieme. Aleix Espargaró ha vissuto una carriera fatta di alti, bassi e sfide uniche

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Aleix Espargaró sul podio a Silverstone. Il suo primo con Aprilia
Aleix Espargaró sul podio a Silverstone. Il suo primo con Aprilia (© motogp.com)

Aleix Espargaró non è mai stato un pilota spettacolare, ma un lavoratore. Lui è il vero frutto del duro lavoro, un’atleta che si dedica all’allenamento ore e ore per essere il più preparato possibile. A Silverstone è tornato in pole diventando il secondo pilota più vecchio partire dalla prima casella, dopo Valentino Rossi.

Ha fatto diventare grande l’Aprila, ma nel suo futuro c’è la Honda. Una nuova sfida, con un ruolo più leggero, ma non meno importante. La sua è una storia di salite interminabili, ma che poi ti portano alla gloria; un po’ come il ciclismo, sua seconda passione.

Costanza e dedizione

Aleix è nato a Granollers, un paese in Catalogna, vicino a Barcellona. La passione per le moto lo rapisce subito e la condivide con suo fratello più piccolo Pol. I due fanno i primi passi di carriera insieme e Aleix nel 2004 debuttò nel motomondiale. Lo stesso anno vinse anche il campionato spagnolo nella classe 125cc.

La sua prima gara fu nella tappa finale della classe entrante a Valencia. Nel 2005 debuttò invece come pilota titolare nel Team Seedorf RC3 – Tiempo Holidays in sella ad una Honda 125cc. Nelle categorie inferiori Aleix non ha mai brillato, quello che però piaceva di lui erano le sensazioni specifiche e dettagliate che percepiva sulla moto.

La sua costanza e la sua dedizione al lavoro lo portarono nel 2009 a debuttare in MotoGP, nel Team Pramac al posto di Mika Kallio, passato temporaneamente nel Team ufficiale Ducati. In quella stagione Espargarò completò quattro delle sei gare finali, sostituendo anche Nicolò Canepa.

Per il 2010 la squadra di Campinoti decise di ingaggiarlo affianco proprio di Kallio. Aleix completò così la sua prima stagione in MotoGP raggiungendo il suo miglior risultato in Australia con un ottavo posto.

Nel 2011 tornò in Moto2 con il Team Pons HP 40 di Sito Pons. Ottenne anche il suo primo podio nel mondiale, in casa a Barcellona. L’anno successivo salì nuovamente di categoria rientrando nella classe regina con il piccolo progetto di ART.

Aleix Espargarò sul podio ad Aragon nel 2014. La prima volta in assoluto in MotoGP

Aleix Espargarò sul podio ad Aragon nel 2014. La prima volta in assoluto in MotoGP (© motogp.com)

Stabile in MotoGP

La squadra non aveva le prestazioni per lottare per le posizioni di vertice, ma Espargarò riuscì a portarsi a casa qualche top ten e molti piazzamenti a punti. Il suo miglior risultato fu un ottavo posto. Nel 2014 passò al Team Foward.

In quell’anno Aleix iniziò a sbocciare, mettendo in mostra il suo talento e la sua velocità. Ottenne la prima pole position della sua carriera in Olanda e il primo podio sulla sua pista di casa, sempre al Montmelò, con un ottimo secondo posto.

Quella stagione lo consacrò e a dargli una possibilità fu un costruttore rientrante: Suzuki. Espargarò serviva come l’aria alla casa giapponese, che aveva bisogno di un pilota bravo nel far crescere la moto e il progetto. Aleix aveva l’esperienza giusta ed era pronto per la prima grande opportunità della sua carriera.

Con Suzuki ottenne la sua seconda pole position durante il GP di Catalogna, riportando la moto di Hamamatsu davanti a tutti dopo 8 anni. In quei due anni non ottenne molto di più, la moto era ancora all’inizio del suo percorso, ma con il lavoro di Aleix riuscirono spesso a stare tra i primi dieci e ad ottenere anche qualche top five.

Aleix Espargaró in azione con la Suzuki (© motogp.com)

Aleix Espargaró, Capita Aprilia

Nel 2016 il Team Gresini con la dirigenza Aprilia ebbero un’intuizione; prendere Aleix e metterlo al centro del progetto, da poco rientrato in MotoGP.

Aprilia diventò così la seconda famiglia di Espargaró e ad oggi sono 8 le stagioni insieme contando anche quella corrente, che sarà l’ultima. Aleix si è cucito addosso la squadra e l’azienda. L’ha fatta sua. Con Aprila è cresciuto come pilota e come uomo, fino al raggiungimento dell’apice sportivo.

Espargaró ha riportato la Casa italiana sul podio a Silverstone nel 2021, dopo anni difficili di sacrifici e momenti bui. La coppia italo spagnola ha ritrovato la luce in quel giorno grigio in Inghilterra, ma quanto sarebbe stato raggiunto nel 2022 in Argentina è divenuto poi storia.

A Termas de Rio Hondo Aleix ha dominato, vincendo la sua prima gara assoluta nel motomondiale e regalando ad Aprilia la sua prima vittoria in MotoGP. Una giornata incredibile per tutta la squadra, ma anche per i libri di storia del motociclismo.

Dopo quella vittoria Espargaró si è sbloccato. Tra Portogallo e Italia ha conquistato quattro podi consecutivi ed è stato anche in lotta per il mondiale, nella prima parte di campionato. In seguito però un calo delle prestazioni lo ha allontanato dal vertice della classifica, chiudendo il campionato al quarto posto.

Da quella stagione Aprilia è stata considerata una vera pretendente al titolo sia per il 2023 che per il 2024, eppure sembra mancare quel piccolo passo in più. Il processo di crescita è proseguito e Aleix è tornato alla vittoria a Silverstone e al dominio del weekend di casa dello scorso anno, con vittoria nella Sprint e nella gara della domenica.

La RS-GP è una moto molto sviluppata, soprattutto nell’aerodinamica. Tuttavia appare ancora una moto sensibile ai cambiamenti climatici e alle diverse piste del mondiale. Forse c’è bisogno di qualcosa di nuovo e sicuramente arriverà del 2025, con una line up completamente rinnovata.

Sulle ali di una nuova sfida

Aleix ha scelto. Il suo percorso con la Casa di Noale è arrivato al termine, finalmente è completo. Insieme sono arrivati sulla vetta della MotoGP e ora entrambi hanno bisogno di separare le loro strade.

L’uomo prevale sul pilota. Espargaró infatti ha deciso di accettare un contratto da collaudatore per Honda. Il calendario della MotoGP è sempre più intenso e ora il catalano vuole godersi la famiglia e stare più tempo a casa. La sfida è stimolante e sicuramente un pilota dalla sensibilità ed esperienza potrà aiutare un progetto in alto mare come quello della Casa di Tokyo.

 

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