MotoGP
Cos’è il controllo elettronico di stabilità introdotto in MotoGP dal GP dell’Austria
La MotoGP ha introdotto il nuovo controllo elettronico di stabilità, un sistema pensato per ridurre il rischio di highside. Un passo avanti sulla sicurezza che non trova però tutti d’accordo

La MotoGP è tornata in pista questo weekend al Red Bull Ring di Spielberg per il tredicesimo appuntamento del Mondiale 2025. Oltre all’azione in pista, a catalizzare l’attenzione del paddock è una grande novità tecnica: il debutto del sistema elettronico di controllo della stabilità, sviluppato per ridurre il rischio di highside e aumentare la sicurezza dei piloti.
Controllo elettronico di stabilità, un aggiornamento dell’ECU Marelli per la sicurezza
Il nuovo sistema arriva come aggiornamento del software unico che tutte le squadre utilizzano con la centralina elettronica di serie fornita da Marelli. Ogni weekend di gara i team scelgono quale versione adottare e, per la prima volta, in Austria è stata resa disponibile la release che include il controllo della stabilità.
Si tratta di un’evoluzione rispetto al traction control: mentre quest’ultimo gestisce lo slittamento della ruota posteriore, il nuovo sistema interviene quando la gomma perde aderenza, tendendo a uscire rapidamente dalla traiettoria. In questi casi, l’elettronica taglia la coppia del motore per stabilizzare la moto e ridurre la probabilità di una caduta violenta.

La centralina Marelli sviluppata per la MotoGP (© Marelli)
Cecchinelli: «Se salva anche un solo pilota, avremo fatto bene il nostro mestiere»
A spiegare la logica del nuovo sistema è stato Corrado Cecchinelli, direttore della tecnologia della MotoGP, intervistato da Sky Sport: «Abbiamo introdotto questo controllo che abbiamo chiamato “di stabilità” perché va a stabilizzare la moto nel caso in cui la ruota posteriore esca dalla traiettoria molto rapidamente. È un sistema che funziona come risultato finale come il traction control, dunque toglie coppia al motore. Ma c’è una differenza: reagisce in maniera molto rapida, più di quanto non possa fare il pilota».
Cecchinelli ha sottolineato come il nuovo strumento non vada visto solo come un supporto elettronico in più, ma come una vera e propria rete di protezione invisibile: «Abbiamo notato che certe situazioni possono portare a un highside anche con poco pattinamento della ruota posteriore. Questo controllo dovrebbe salvare proprio quelle condizioni. E se questo sistema limita ulteriormente il rischio, fosse anche solo un pilota salvato, allora avremmo fatto bene il nostro mestiere».
Il dirigente della MotoGP ha anche ricordato le motivazioni che hanno portato a svilupparlo: «Un evento che ci ha ispirato a creare questo controllo è stato l’incidente al via del GP di Catalogna 2023, che ha coinvolto Francesco Bagnaia. Quello ci ha fatto riflettere e accelerare. Ci siamo resi conto che era nostro dovere morale fare qualcosa».

Bagnaia a terra dopo la caduta di Barcellona nel 2023 (© MotoGP)
Sicurezza e prestazioni: due facce della stessa medaglia
Cecchinelli ha anche risposto a chi teme che l’introduzione del nuovo sistema possa incidere sulle performance e ridurre il peso del pilota: «Secondo me non è un tema ben posto. Sicurezza e prestazioni vanno sempre di pari passo nelle competizioni. Salvare una caduta significa permettere a un pilota di portare a casa un risultato: anche questo è performance. Inoltre, consentirà potenzialmente a un pilota che sarebbe dovuto andare in ospedale, di non andarci. E questa è sicurezza. Ma anche questo, indirettamente, è prestazione».
Riguardo al dibattito sull’aumento dell’elettronica, Cecchinelli ha chiarito: «Lo è, è innegabile. Ma troppo o troppo poco rispetto a cosa? Nelle MotoGP abbiamo meno elettronica di una moto stradale. Ne abbiamo più di ieri, meno di dodici anni fa. È un equilibrio che evolve. La mia opinione è che non ne abbiamo troppa: abbiamo quella necessaria».
Corrado Cecchinelli, Director of Technologies della MotoGP (© MotoGP)
Marc Marquez sul controllo elettronico di stabilità: «Non mi piace»
Non tutti, però, vedono di buon occhio il nuovo sistema. Tra i più critici c’è Marc Marquez, leader del Mondiale con Ducati. Pur riconoscendone i benefici in termini di facilità di guida, l’otto volte iridato ha espresso dubbi sul crescente peso dell’elettronica: «È semplicemente più facile da guidare. Ma più cose si introducono, meno differenza può fare il pilota. Ti affidi al sistema e la moto fa tutto. Come pilota, non mi piace».
Il fuoriclasse spagnolo ha anche sottolineato come altri sviluppi tecnologici, dall’aerodinamica ai dispositivi di abbassamento, abbiano già modificato lo spettacolo in pista, riducendo i duelli ravvicinati che in passato avevano reso celebre il Red Bull Ring.
Il debutto del controllo di stabilità rappresenta un passo importante verso una MotoGP più sicura, pur nel dibattito aperto sull’equilibrio tra tecnologia ed espressione del talento dei piloti. Dal 2027, con il passaggio alle 850cc, entreranno in vigore nuove limitazioni sui dispositivi di abbassamento e sull’aerodinamica. Dorna e FIM sono consapevoli della necessità di mantenere un equilibrio tra sicurezza, spettacolo e competitività.

Marc Marquez nei box durante il venerdì del GP d’Austria 2025 (© Red Bull Content Pool)