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MotoGP

Franco Morbidelli, tra samba e piadina

Uno dei primi piloti dell’Academy e il primo campione del mondo per la scuola ideata da Valentino Rossi. Frankie l’anno prossimo vestirà i colori del tema VR46 per la prima volta. Un campione che è partito dal basso per arrivare a brillare tra i grandi e che porta con se la passione propria dei suoi paesi d’origine.

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Franco Morbidelli durante i primi test MotoGP a Barcellona con VR46
Franco Morbidelli durante i primi test MotoGP a Barcellona con VR46 (© Profilo X VR46 Pertamina Enduro)

Frankie, come spesso lo chiamano i suoi compagni dell’Academy, è un mix vulcanico che si maschera bene dietro alla tranquillità e semplicità che trasmette quando si toglie il casco. Franco Morbidelli è partito dalla gavetta, quella vera, passando attraverso momenti difficili e bui per arrivare a splendere in MotoGP. Una scommessa vinta da Valentino Rossi e dallo staff della VR46 che nel 2025 lo riabbraccerà nel proprio team.

Le moto prima di tutto

Una metà italiana e l’altra brasiliana; le suo origini così come vengono raffigurate sul casco. Da Roma a Iputinga c’è un oceano da attraversare eppure due culture così diverse si sono trovate per fondersi in un giovane appassionato di moto, che oggi vive della propria passione.

Franco non poteva scegliere diversamente, considerato che suo babbo è stato pilota di moto. Il piccolo romano è cresciuto nei paddock in cui gareggiava il padre e lì ha coltivato il suo amore per le due ruote. Una passione che è arrivata lontano fino alla MotoGP, dove ha saputo essere protagonista prima di cedere ad un brutto infortunio al ginocchio.

Suo padre però sapeva benissimo che non sarebbe potuto rimanere a lungo a Roma, se suo figlio voleva continuare a portare avanti la carriera nelle corse motociclistiche. Per questo decisero tutti insieme di trasferirsi nella valle dei motori. Lì dove sono state coltivate alcune delle più illustri carriere a due ruote. Franco, vicino Tavullia, poteva allenarsi e avere tutto il supporto di cui aveva bisogno per crescere.

Dalla cava al titolo

Ed è lì che poi ha incontrato colui che gli ha svoltato tutto: Graziano Rossi. Si avete capito bene, non “The Doctor” in persona, ma il padre. Fu infatti l’ex pilota delle 500 cc a portarlo a girare alla cava le prime volte e a seguirlo nei suoi primi passi. Morbidelli iniziò presto ad allenarsi anche con Vale e il Sic, potendo così imparare da due dei migliori. In quegli anni Frankie iniziò a competere nel Campionato Europeo Stock 600, vincendo la competizione nel 2013 in sella alla Kawasaki.

Vittoria che lo lanciò nel motomondiale dove trovò la famiglia Italtrans ad accoglierlo. Nella categoria di mezzo del Motomondiale Franco si fece conoscere per le sue abilità e poco a poco scalò la classifica toccando l’apice nel 2017. Con 8 vittorie e quattro podi si laureò campione del mondo, il primo per la VR46 Academy.

Franco Morbidelli festeggia il titolo vinto in Moto2 nel 2017

Franco Morbidelli festeggia il titolo vinto in Moto2 nel 2017 (© Profilo Facebook Franco Morbidelli)

Le prime difficoltà e poi la rinascita in Ducati

Poi si sono aperte le porte della MotoGP, anche se all’inizio tra i team satellite non ebbe molta fortuna. Nel 2018 la Honda di Marc VDS non era troppo performante e nel 2019 il cambio a Yamaha gli richiese un adattamento naturale. Nel 2020 però con la moto dell’anno prima, che conosceva molto bene, arrivarono altri risultati. La prima vittoria è arrivata nel GP di San Marino e poi Franco si è ripetuto ad Aragon e a Valencia. Tre vittorie che gli regalarono la seconda posizione finale dietro a Mir.

La parentesi di Morbidelli in Yamaha proseguì nel team ufficiale da metà del 2021, anno però sfortunato per Frankie. Un infortunio al ginocchio lo tenne lontano dalla pista per cinque gare e quando tornò in sella si dovette abituare alla nuova moto. Una scintilla mai sbocciata con la M1 del team ufficiale e una difficoltà protratta per oltre due stagioni fino al 2023.

Quest’anno l’occasione per tornare grande con Ducati. Pramac lo ha ingaggiato per farlo correre con una delle quattro Desmosedici ufficiali, ma la sfortuna ha giocato nuovamente la sua carta. Un brutto incidente in allenamento a Portimao lo ha fatto restare ai box per tutto l’inverno, facendolo salire sulla GP24 solo in Qatar per la prima gara della stagione.

Un adattamento che ha richiesto tempo, mentre il suo compagno di squadra volava verso il titolo. A fine stagione i miglioramenti sono arrivati. Franco ha più volte sfiorato il podio, ottenendo il quarto posto come miglior risultato. Risultati apprezzati anche da chi ci ha scommesso per la prima volta sul #21 e che gli ha dato la chance di guidare la stessa moto nella prossima stagione.

Morbidelli in sella alla Yamaha MotoGP 2023 nel GP del Qatar

Morbidelli in sella alla Yamaha MotoGP 2023 nel GP del Qatar (© Profilo FB Franco Morbidelli)

Franco torna a casa

Frankie nel 2025 sarà un pilota VR46, per la prima volta in carriera, visto che prima portava con se solo il logo dell’Academy. Ora correrà con i colori del suo mentore per ritrovare se stesso e quel primo posto che manca da troppo tempo. Una possibilità per rinascere e per tornare a ballare la samba, così come ha fatto nelle vacanze di Natale del 2023, quando si è riunito con i suoi familiari e amici storici di Recife.

Dopo una stagione da dimenticare con Yamaha, Franco aveva bisogno di ricongiungersi con le sue radici più lontane e di ritrovarsi per prepararsi alla stagione successiva. Aveva bisogno di ritrovare il suo Brasile e quello di mamma Cristina, che più volte lo aveva già portato oltreoceano. Non poteva dimenticare le sue origini, quelle origini dalle quali a dieci anni è però scappato per tornare a casa in Italia; perché la passione per le moto era più forte di tutto.

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