MotoGP
Liberty Media rivoluziona l’albo d’oro, era necessario?
Con la nuova regola, Marquez si appresta a vincere il 7° titolo, anzi che il 9°, mentre molte altre leggende del passato verranno declassate. La storia del motomondiale verrà rivoluzionata?

L’albo d’oro del motomondiale non sarà più lo stesso, così è stato recentemente deciso da Liberty Media. Che la compagnia americana non sarebbe entrata proprio in punta di piedi in MotoGP era cosa prevedibile, ma forse una mossa così rivoluzionaria era impronosticabile. Un gesto che, almeno da un punto di vista “ufficiale”, segnerà un solco con il passato.
Cosa cambierà nell’albo d’oro con Liberty Media?
Marc Marquez a Motegi avrà la ghiotta possibilità di raggiungere la leggenda Valentino Rossi come numero di titoli, andando così anche a -1 da Giacomo Agostini. Sulla prima affermazione, nessun sobbalzo, era una cosa che già si sapeva. La seconda invece, per i meno attenti, può lasciare molto perplessi. Nel pensiero comune infatti, Marc Marquez sta per vincere il 9° titolo mondiale della sua carriera, pareggiando appunto Rossi, mentre Giacomo Agostini, con i suoi 15 successi, pare ancora molto difficile da spodestare dalla prima posizione assoluta.

Marc Marquez, Valentino Rossi e Daniel Pedrosa in lotta per il podio nel GP del Qatar 2013 (© motogp.com)
Proprio qui però l’intervento di Liberty risulta determinante: da ora in poi conteranno solamente i mondiali vinti nella massima categoria. In poche parole, solamente quelli conquistati nell’attuale classe MotoGP e nella vecchia classe 500. Per questo motivo, è comunque corretto dire che Marc Marquez, vincendo il suo 7° titolo MotoGP, raggiungerà Valentino Rossi (1 in 500 + 6 in MotoGP), ma la sua distanza da Giacomo Agostini diventerà di un solo titolo, dato che “Ago”, in 500, ne ha vinti 8.
Cancellate tante leggende del motociclismo
A prescindere dei numeri di Marquez, Rossi e Agostini, che verranno ritoccati, ma rimangono di altissimo livello, per altri la questione cambia parecchio. Tanti piloti che fino a ieri erano considerati delle vere e proprie colonne del motociclismo, da domani conteranno molto meno. La loro colpa? Quella di aver vinto molti titoli, ma solamente nelle così dette classe minori.

La festa di Daniel Pedrosa a Misano nel 2016 (© HRC)
Ed ecco che quindi, giusto per citarne alcuni, gente come Angel Nieto si ritroverebbe di colpo dall’essere il 2° pilota con più mondiali a sparire dai libri di storia del futuro. La leggenda spagnola infatti vinse 13 titoli complessivi, ma solo nelle classi 50 (6) e 125 (7). Stesso discorso vale per Max Biaggi, che trionfò per 4 volte consecutive nella classe 250. Oppure per Daniel Pedrosa, membro assodato dei famosi “Fantastici 4”, che dominarono in MotoGP per molti anni. L’attuale collaudatore KTM ha infatti nel suo palmares 1 mondiale in 125 e 2 in 250.
Era necessario? No, ma a noi cambia davvero qualcosa?
La mossa di Liberty Media sicuramente potrebbe nuocere alle generazioni di appassionati del futuro. Ragazzi che rischieranno di crescere perdendo pezzi importanti della vera storia di questo sport. Una competizione in cui agli inizi era consentito correre in più categorie nell’arco di una stessa stagione. Questo sicuramente ha agevolato alcuni piloti nella conquista di più mondiali, perché se eri il più forte avevi la possibilità di aggiudicartene più di uno nell’arco della stessa annata. Ma parliamo anche di anni in cui i rischi per la propria incolumità erano di gran lunga maggiori rispetto ad oggi.
Nel motomondiale ogni titolo ha sempre avuto un grande valore, a prescindere dalla classe in cui veniva conquistato. Una cosa che per esempio ha sempre distinto questo mondo da quello della F1, dove i successi nelle categorie minori tendono a non essere considerati, almeno fino a quando non ci si dimostra vincenti anche nella classe regina. Due mondi però, quelli di F1 e MotoGP, che si stanno avvicinando sempre di più. Un processo fatto cominciare dalla stessa Dorna qualche anno fa e che con Liberty Media avrà sempre più piede, come dimostra questa decisione sull’albo d’oro.
Una scelta un po’ drastica? Probabilmente sì, ma quello che conta è l’importanza che ognuno di noi continuerà a dare al passato. Accettando quindi di buon grado i cambiamenti, che ci saranno sempre, ma senza lasciare che condizionino troppo il nostro percepito.