MotoGP
Marc Marquez: «Ho piantato la bandiera Ducati così i tifosi stanno più calmi». L’antidoto ai fischi vergognosi
Marc Marquez ha piantato la bandiera Ducati al Mugello per tenere calmi i tifosi. Una scelta però non solo sua. Ma i fischi allo spagnolo sono vergognosi.

Il GP del Mugello di MotoGP ci ha lasciato un Marc Marquez ritrovato e finalmente vincente anche in Toscana. Un Mugello che non perdona mai nulla, sia a livello di pista che per ciò che può piovere dagli spalti. Marc Marquez ne sa qualcosa, dovendo scegliere, più o meno, se festeggiare la propria vittoria numero 93 o cercare di tenere buoni i tifosi piantando al Correntaio una bandiera Ducati.
I fischi del sabato a Marquez sono una vergogna
Al sabato, dopo la vittoria della Sprint Race, Marquez è stato subissato da fischi provenienti dalla Tribuna Centrale, a dire il vero molto colorata di rosso. Segno che tanti ducatisti, “devoti” a Bagnaia dopo la conquista dei titoli 2022 e 2023, non vedono di buon occhio il catalano, nonostante tutto. Davide Tardozzi ha cercato di zittirli, indicando l’appartenenza di Marquez alla Ducati, ma non ci sono state ragioni.
Conscio dell’origine di tutto questo, ovvero della rivalità con Valentino Rossi, che è poi anche il mentore di Bagnaia, cui tanti tifosi erano prima fan del pilota di Tavullia, domenica Tardozzi, parlando a Sky, ha chiesto ai due di sotterrare l’ascia di guerra. Vedremo. L’appello di Tardozzi è sacrosanto. È ora di finirla di fischiare i piloti, a prescindere dal team nel quale corrono. Non è segno di civiltà sportiva.
Il retroscena dietro la scelta della bandiera Ducati di Marc Marquez
Ieri la situazione è cambiata leggermente. Marc Marquez, nei festeggiamenti, si è trasformato in capopopolo Ducati, piantando la bandiera della Casa di Borgo Panigale sotto la Tribuna Ducati del Correntaio. I fischi sono stati molti meno. Ma, nonostante quanto dichiarato nelle interviste, c’è un retroscena.
Guardando bene le immagini del post gara, all’inizio del giro di rientro c’è una persona, appartenente probabilmente all’entourage di Marc Marquez, con due bandiere: quella Ducati e quella con il numero 93. Marc le vorrebbe tutte e due. Dopo aver ricevuto il vessillo Ducati Corse, chiede anche quello con il suo numero. Ma, come si è visto bene dalle immagini, la bandiera ’93’ non gli viene consegnata, con un labiale che lascia intravedere una frase del tipo: «No, tieni questa».
Nelle interviste a Sky Sport MotoGP, Marquez si è intestato la scelta di piantare la bandiera Ducati al Correntaio, dicendo: «Oggi potevo festeggiare con la bandiera del #93 perchè è la mia novantatreesima vittoria, ma ho preferito fare con la bandiera Ducati: uno perchè così la gente è più calma, (con la) bandiera Ducati, e poi perchè ho visto che è molto molto importante per Ducati vincere qui, mi sento parte del team e mi sento molto molto comodo e mi ha fatto molto piacere vincere di rosso». Molto molto diplomatico.

Marc Marquez pianta la bandiera Ducati al Correntaio (© Ducati)
Al netto della diplomazia di Marquez, l’appello di Tardozzi è sacrosanto. È ora di finirla di fischiare i piloti, a prescindere dal team nel quale corrono. Non è segno di civiltà sportiva. Non è un refuso. Certi concetti è meglio ripeterli più volte.