MotoGP
Anche i team MotoGP vogliono il loro “Patto della Concordia”
Con l’arrivo di Liberty Media in MotoGP, i team e i costruttori vogliono la creazione di un “Patto della Concordia”, come accade in F1 da decenni.

Con l’arrivo di Liberty Media in MotoGP, si intensificano i colloqui per la creazione di un “Patto della Concordia”, sulla scia di ciò che accade in Formula 1. Le case costruttrici e i team stanno infatti portando avanti una vera e propria rivoluzione politica. Secondo quanto riportato da motorsport.com, lo scenario si è acceso lo scorso weekend durante il Gran Premio della Repubblica Ceca.
I cinque costruttori quando i cinque costruttori ufficiali della classe regina si sarebbero riuniti per firmare un documento d’intenti comune: un primo passo concreto verso un nuovo accordo che ricalchi, nei contenuti e nelle ambizioni, il celebre accordo in vigore in Formula 1.
Che cos’è il “Patto della Concordia” in F1?
Il Patto della Concordia è il pilastro contrattuale su cui si regge l’intera Formula 1. Si tratta di un’intesa vincolante tra FIA, Formula One Management e i team partecipanti, che definisce sia l’organizzazione sportiva sia la suddivisione economica della categoria. Sebbene i dettagli siano in gran parte riservati, è noto che le posizioni finali in classifica determinano premi economici molto precisi, e che i team ricevono circa il 45% dei profitti F1, una percentuale diminuita leggermente dopo che i ricavi del 2023 hanno superato i 3 miliardi di dollari.
Oltre agli aspetti finanziari, l’accordo impone obblighi come la partecipazione a tutti i Gran Premi e definisce condizioni essenziali come il tetto ai costi annuali (135 milioni di dollari) e la quota d’iscrizione (circa 658mila dollari). Ogni team, per correre, è obbligato a sottoscriverlo.
Lin Jarvis è il portavoce delle Case, Dorna prende tempo
A guidare questo fronte compatto sarà Lin Jarvis, storico dirigente Yamaha oggi in veste di consulente, scelto come rappresentante ufficiale. Al suo fianco, il presidente della MSMA (l’associazione dei costruttori), Massimo Rivola. I due hanno incontrato il CEO di Dorna, Carmelo Ezpeleta, per esporre la richiesta di un nuovo modello di governance finanziaria e gestionale del campionato.

Lin Jarvis (© MotoGP)
Secondo quanto trapelato, la reazione iniziale di Ezpeleta non è stata delle più entusiaste. Tuttavia, i costruttori si aspettavano resistenze iniziali e puntano ora a un compromesso da discutere già nel prossimo round in Austria, in programma ad agosto.
Le richieste principali avanzate dai costruttori si concentrano su due aspetti fondamentali:
- Redistribuzione dei ricavi commerciali: attualmente, solo i team satellite ricevono un contributo fisso da Dorna (2,5 milioni di euro per moto, quindi 5 milioni per squadra), mentre i team ufficiali non percepiscono nulla di simile. I costruttori chiedono una divisione più equa dei profitti generati dalla MotoGP. Come già avviene in F1, dove circa il 50% degli introiti viene redistribuito in base ai risultati sportivi.
- Proprietà degli slot in griglia: al momento, i posti in griglia sono concessi da Dorna per periodi determinati (l’attuale accordo scade a fine 2026), ma rimangono di proprietà del promoter. I team chiedono di poter acquisire la proprietà legale degli slot o almeno ottenere garanzie formali che offrano maggiore stabilità e autonomia decisionale.

Carlos Ezpeleta (© MotoGP)
Quale sarà il futuro della MotoGP con Liberty Media?
La MotoGP è in un momento di cambiamento dopo il recente acquisto di Dorna da parte di Liberty Media, lo stesso gruppo che controlla i diritti commerciali della F1. L’operazione, valutata 4,3 miliardi di euro, ha acceso l’interesse di fondi d’investimento e potenziali acquirenti verso i team indipendenti MotoGP. Ma un ostacolo resta: la valutazione di circa 20 milioni per ciascun team è difficile da giustificare se gli slot in griglia non sono di proprietà delle squadre.
Fino a questo momento, infatti, i team firmano ognuno un accordo individuale con Dorna, su base quinquennale, per correre in MotoGP e avere uno slot in griglia. I posti sono quindi in mano a Dorna, che li cede ai team. E che può revocarli a suo piacimento, come successe nel caso del team RNF nel 2023.
Recentemente intervistato da GPone.com, Massimo Rivola ha parlato delle aspettative con l’ingresso di Liberty Media: «Nel paddock credo stessimo aspettando tutti la notizia con una certa ansia. Faccio due più due. Se guardo a dove Liberty Media ha portato la F1, pensiamo a dove si può portare la MotoGP con lo spettacolo che abbiamo. Tra MSMA, IRTA eccetera, c’è un approccio diverso, c’è la voglia di cambiare. A inizio anno tutti i team hanno ricevuto la proposta di rinnovo da parte di Dorna. Tutti abbiamo deciso di aspettare. Penso che nessuno è così stupido da firmare prima dell’arrivo di Liberty».

Massimo Rivola, CEO Aprilia Racing (© MotoGP)
Questo è il contesto in cui le case ufficiali hanno deciso di fare fronte comune. Una mossa inedita nella storia recente della MotoGP, che potrebbe portare a una profonda trasformazione dell’intera architettura del campionato. La partita è appena cominciata, ma l’obiettivo è chiaro: garantire maggiore sostenibilità economica e stabilità sportiva della circus a due ruote.