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Il mistero delle radio, Zarco evidenzia criticità, nonostante il lungo sviluppo

Johann Zarco ha testato di nuovo le comunicazioni radio a Valencia, ma con esito (ancora) negativo. Dal 2020 ad oggi non sembrano esserci stati molti sviluppi su questa tecnologia.

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Zarco vuole chiarezza sul suo futuro in Honda
Zarco non è ancora convinto dallo sviluppo sulle comunicazioni radio (© LCR Honda)

Sembrava che l’introduzione delle radio in MotoGP fosse ormai dietro l’angolo, ma le ultime parole di Zarco allontanano quest’idea. La verità è che, su questo fronte, il lavoro da fare è ancora molto. Ci sono una serie di scogli da superare, che stanno impedendo l’implementazione definitiva di un supporto che sembrava poter essere molto d’aiuto ai piloti.

Zarco sulle radio: «Incredibile essere ancora così indietro»

Le sperimentazioni vanno avanti da tutta la stagione, in occasione dei test. Johann Zarco ha provato il sistema durante il test di fine anno a Valencia e continua ad essere molto perplesso nei suoi confronti. Dopo i test di Aragon, lui era stato il più scontento di tutti, lamentava una scarsa ricezione dei messaggi ad alta velocità. Un problema che sta continuando a riscontrare:

GP Valencia 2023, MotoGP

GP Valencia 2023, MotoGP (© Red Bull Content Pool)

«Non si rendono conto che, con il casco in testa, sei esposto al vento, combatti contro l’aria tutto il tempo e il casco si muove leggermente sulla testa. Forse è per questo: se oggi non ho sentito bene, forse il dispositivo non era posizionato correttamente sull’osso, ma è estremamente complicato. Non appena si accelera, non si sente più alcun messaggio. Si riesce a captare qualcosa solo con il gas chiuso, nelle curve lente. Per me è inutile».

Oltre a questo, c’è un altro grosso problema, che pare ancora non essere risolto: «Ogni volta che mi volevano inviare un messaggio, c’erano solo interferenze. Riuscivo ad indovinarlo perché, per esempio, ‘bandiera bianca’ è comprensibile, ma chiaramente c’erano interferenze».

5 anni di prove, ma…

La storia delle radio in MotoGP risale a tanto tempo fa. La prima sperimentazione avvenne addirittura in pieno periodo COVID, nel 2020. All’epoca la “cavia” fu Stefan Bradl. In quel periodo, tra i piloti della griglia, erano già presenti due fazioni ben distinte. Tra i piloti favorevoli c’erano Maverick Vinales, Franco Morbidelli e Valentino Rossi, il cui background nelle auto lo portava ad essere particolarmente accogliente a questa ipotesi.

Tra i contrari, oltre a dei giovanissimi Jorge Martin e Fabio Quartararo, c’era proprio Johann Zarco. La sua “faida” nei confronti di questa introduzione è ormai quinquennale. I test in quegli anni prevedevano di default una comunicazione unilaterale: dalla direzione gara al pilota. Lo scetticismo dell’epoca è rimasto intatto nel corso degli anni, nonostante un costante sviluppo anche strutturale dell’auricolare, per renderlo il meno invasivo possibile.

Gli auricolari che stanno provando i piloti oggi sono a conduzione ossea, quindi di fatto appoggiati attorno all’orecchio. Una soluzione che però, a causa dei problemi esposti da Zarco la scorsa settimana, sembra ancora lontana dall’essere quella definitiva. 

…ancora non si vede la luce

Viste le premesse, era lecito pensare che in questo 2025 il sistema sarebbe già stato pronto all’implementazione. A testimonianza, ecco cosa affermò Carmelo Ezpeleta nel 2023, poco prima di un ritorno alla sperimentazione a distanza di tre anni dai primi tentativi: «La completa introduzione dipende da diversi fattori e non avverrà prima dell’inizio del 2024, in Qatar, e solo quando i piloti saranno d’accordo nel ritenere sicuro l’ascolto di messaggi radio».

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La partenza del GP della Thailandia 2025 (© MotoGP)

Quasi un anno fa, a margine dell’ennesima prova, Dominique Hebrard parlava così: «La tabella di marcia è abbastanza chiara per i prossimi 3 anni. In effetti, esiste una comunicazione, ad esempio, tra la direzione di gara e il pilota, che rappresenta un primo passo. Poi la seconda fase è la comunicazione tra il pilota e la direzione di gara, quindi bidirezionale. La terza fase potrebbe essere un’apertura verso un team manager, ma questa sarà l’ultima fase del progetto».

Chissà se questi piani verranno rivisti, alla luce di una situazione che sembra ancora stagnante. L’integrazione completa delle comunicazioni radio in MotoGP sembra essere ancora piuttosto lontana.

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