MotoGP
Il problema delle pressioni visto nella Sprint di Brno è di difficile soluzione
La Sprint del GP della Repubblica Ceca a Brno ha messo sotto i riflettori un tema sempre più caldo in MotoGP: la gestione della pressione degli pneumatici

La Sprint del GP della Repubblica Ceca a Brno ha messo sotto i riflettori un tema sempre più caldo in MotoGP: la gestione della pressione degli pneumatici anteriori. Protagonisti, ancora una volta, i due piloti ufficiali Ducati: Marc Marquez e Francesco Bagnaia, che hanno dovuto affrontare il problema in gara, nonostante fosse originato da situazioni diverse.
Sprint Brno, cos’è successo con le pressioni degli pneumatici?
Nei primi giri della Sprint Race, Marquez e Bagnaia erano saldamente in testa, occupando la prima e la seconda posizione. Tuttavia, entrambi hanno deliberatamente rallentato per lasciare sfilare altri piloti e aumentare così la pressione dello pneumatico anteriore sfruttando la scia: una manovra studiata per rispettare la regola che impone almeno tre giri sopra il limite minimo di pressione. In caso contrario, la penalità sarebbe stata pesantissima: otto secondi in una gara di soli dieci giri.
Marquez ha eseguito il piano alla perfezione: si è accodato a Pedro Acosta, ha rialzato la pressione, e lo ha poi sorpassato per andare a vincere la gara. Pecco Bagnaia, invece, non è riuscito a riprendere il ritmo dopo essersi fatto superare da Acosta, venendo poi infilato anche da Bastianini e Quartararo. Il risultato? Solo un settimo posto e una situazione a dir poco surreale.
Perchè in MotoGP le pressioni sono importanti?
Le gomme rappresentano uno degli elementi più determinanti per la prestazione di una MotoGP. Michelin, fornitore unico del campionato, seleziona per ogni tracciato una gamma specifica di pneumatici, differenziati per struttura interna (cioè la carcassa in acciaio) e per mescola: solitamente morbida, media e dura.
In alcuni casi, come a Brno, vengono utilizzate anche mescole asimmetriche, con una composizione differente tra il lato sinistro e quello destro della gomma, per adattarsi meglio alle caratteristiche del circuito. Un ruolo cruciale lo gioca anche la pressione dell’aria all’interno dello pneumatico, parametro che i team monitorano e regolano con estrema precisione. In linea generale, pressioni più basse garantiscono maggiore grip e quindi più performance, ma possono causare un pericoloso surriscaldamento della struttura e del battistrada, aumentando il rischio di cedimenti.
Per questo motivo, il regolamento, su richiesta diretta di Michelin, impone dei limiti minimi di pressione: 1,8 bar per la gomma anteriore e 1,7 bar per quella posteriore, nel caso di gomme slick da asciutto. Tali valori devono essere rispettati per almeno il 30% dei giri nella Sprint Race e per il 60% della distanza nella gara lunga della domenica.

Pneumatici Michelin MotoGP, al centro del caos pressioni nella Sprint a Brno (© Michelin)
Bagnaia e l’errore fantasma nelle pressioni durante la Sprint di Brno
Subito dopo la gara sprint, Bagnaia era convinto di aver corso sotto il limite di pressione, pronto a ricevere la penalità. Ma al box ha scoperto che non era nemmeno sotto investigazione. Analizzando i dati, ha capito che dal secondo giro era già dentro i parametri. Il problema? Il suo dashboard continuava a segnalare pressione insufficiente.
«Stavo solo cercando di gestire la situazione, ma vedevo che la pressione non saliva. Ho fatto passare Pedro, poi Enea mi ha toccato, Fabio mi ha superato, e ho rovinato tutto. Ma in realtà la pressione era ok: il mio cruscotto era bloccato sull’allarme», ha raccontato Bagnaia ai microfoni. Il guasto è stato confermato anche da Ducati, che ha parlato di un’anomalia elettronica pre-gara e di un errore software che ha mantenuto attivo l’allarme anche quando non ce n’era bisogno.
Marquez: un equilibrio al limite
Se Bagnaia è stato vittima di un errore tecnico, Marquez ha camminato sul filo del rasoio. Il leader del campionato ha raccontato di aver capito al quarto giro di essere fuori dal range di pressione, e di aver provato a forzare in frenata per aumentarla, senza successo. Da qui, la scelta di farsi sfilare da Acosta. Dopo la gara, però, il catalano ha scoperto con sorpresa di essere stato messo sotto investigazione, per poi essere subito scagionato. «La cosa più difficile per gli ingegneri è trovare il giusto equilibrio. A volte vogliamo aumentare la pressione per altri benefici, ma qui era complicato. Troppo grip al posteriore, difficile caricare l’anteriore», ha spiegato Marquez.

Marc Marquez (© Ducati)
La Direzione Gara ha però chiarito che l’investigazione era scattato per un errore di calibrazione nel sistema centrale di controllo, che è indipendente dai sistemi delle squadre. «L’investigazione post-gara sulle pressioni degli pneumatici dei piloti #93, #42 e #79 ha rapidamente rivelato un’impostazione errata del valore minimo di pressione nel sistema di allerta della Direzione Gara. Pertanto, non è stata necessaria alcuna ulteriore azione o indagine. Tutti i piloti erano in regola con la pressione minima corretta.
Questo sistema di controllo è separato da qualsiasi sistema di allerta utilizzato dai team e non è visibile né alle squadre né ai piloti durante la sessione. Ogni team gestisce i propri parametri e i messaggi di avviso inviati ai dashboard dei rispettivi piloti riguardo alla pressione minima degli pneumatici».
Ci sono possibili soluzioni?
Nonostante la situazione possa essere grottesca, purtroppo potrebbe non esserci una soluzione. Almeno fino a quando ci sarà Michelin, queste pressioni dovranno essere monitorate per questioni di sicurezza. A partire dal 2027, con Pirelli come fornitore unico, le cose potrebbero cambiare. La soluzione è comunque in capo ai tecnici della P lunga, che sono al lavoro per sviluppare i nuovi pneumatici. Finchè ci sarà Michelin, il tema sarà comunque di attualità.
La sicurezza deve venire prima di tutto. È normale che i team giochino sempre sul limite, per avere anche il minimo vantaggio prestazionale. Potrebbe essere un problema congenito senza una soluzione definitiva. Non ci resta che rimanere alla finestra e vedere cosa ci riserverà il futuro.