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Porsche dice basta: addio alle nuove vetture solo full electric. Torna la benzina

Dal boom delle elettriche al ritorno ai motori termici, Porsche rivede la sua strategia. Perdite per 1,8 miliardi, le azioni sono in picchiata. La crisi 2025 segna un punto di svolta per la storia dell’azienda tedesca

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Il marchio Porsche applicato sul cofano di una Taycan elettrica
Il marchio Porsche applicato sul cofano di una Taycan elettrica (© Porsche)

Porsche è in crisi e cambia strategia. Dopo anni di annunci sull’elettrico, la Casa di Stoccarda ha deciso di rallentare la corsa ai veicoli a batteria e tornare a puntare con forza su motori a benzina e ibridi plug-in. Una svolta clamorosa che avrà effetti pesanti sui conti e che ha già fatto precipitare le azioni in Borsa.

Dal boom elettrico al ritorno alla benzina

Il piano originale prevedeva che il nuovo SUV “K1” fosse un modello 100% elettrico. Ora arriverà sul mercato solo con motori termici e plug-in hybrid. Stessa strada per le prossime generazioni di Panamera e Cayenne, destinate a rimanere a listino con benzina e ibrido “ben oltre gli anni ’30”.

Il marchio frena anche sullo sviluppo delle nuove piattaforme EV, rinviate di diversi anni. Rimarranno in gamma le versioni elettriche già avviate come Taycan e Macan, ma la strategia di “full electric” per i modelli di punta è ufficialmente congelata. Le Porsche Cayman e Boxster, che inizialmente dovevano essere solamente elettriche, saranno anche termiche. Probabilmente però, solo nella versione top di gamma. Ma ancora non c’è nulla di ufficiale.

Il prototipo della Porsche Cayenne Electric

Il prototipo della Porsche Cayenne Electric (© Porsche)

Crisi Porsche, un dietrofront che costa miliardi

Il dietrofront si traduce in svalutazioni fino a 1,8 miliardi di euro già nel 2025. Complessivamente, Porsche stima costi straordinari per 3,1 miliardi. Le nuove previsioni parlano di:

  • Ricavi stabili a 37-38 miliardi di euro
  • Margine operativo crollato all’1-2%
  • Margine EBITDA ridotto al 10,5-12,5%

Il titolo a Francoforte ha subito un crollo del 9,3% in una sola seduta, il peggior dato dalla quotazione in Borsa del 2022. Dall’inizio dell’anno la perdita supera il 30%.

Gli analisti sulla crisi Porsche: «Gli investitori sono delusi». Pressioni sul CEO Oliver Blume

Secondo l’analista Matthias Schmidt, citato da Carscoops, «i clienti attribuiscono poco valore alle auto elettriche di lusso», motivo che spiega il ritorno ai motori ad alto margine. Ancora più critico Harald Hendrikse di Citi: «Porsche delude da oltre due anni, ed è difficile credere che le sorprese negative siano finite».

Il contraccolpo tocca anche il Gruppo Volkswagen, costretto a rivedere al ribasso i propri margini a causa della scelta di Porsche.

Il momento difficile pesa anche sulla leadership. Oliver Blume, CEO sia di Porsche sia di Volkswagen, è sotto crescente pressione. Secondo Bloomberg, le famiglie Porsche-Piëch stanno già valutando possibili alternative per affidare la guida del marchio a un manager dedicato.

Il CEO Oliver Blume, ritratto con alcune Porsche elettriche, potrebbe pagare la crisi del Marchio di Stoccarda

Il CEO Porsche Oliver Blume potrebbe pagare la crisi del Marchio di Stoccarda (© Porsche)

Porsche resterà a benzina (ancora per molto)

Per i clienti la notizia è chiara: le Porsche con motore a combustione non spariranno, anzi, avranno nuove generazioni e una vita prolungata fino al prossimo decennio. Una notizia che farà felici i puristi, ma che rivela una profonda crisi di visione sul futuro elettrico del marchio.

Tra appassionati entusiasti e investitori delusi, la crisi Porsche 2025 segna un punto di svolta. La strada verso l’elettrico non sarà più una corsa senza compromessi, ma un percorso tortuoso, con benzina e ibridi ancora protagonisti.

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