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Bajaj acquisisce KTM; al via una rivoluzione strutturale per rilanciare il marchio
Bajaj acquisisce definitivamente KTM e avvia una ristrutturazione profonda: taglio del 50% dei costi, nuovo nome sociale, revisione del reparto corse e produzione fuori dall’Europa. Ecco cosa cambierà verso la fine dell’anno.

La trasformazione avviata da Bajaj entra nel vivo dopo l’approvazione della Commissione Austriaca per le Acquisizioni. Il gruppo indiano, già fondamentale per evitare il collasso del marchio, diventa ora il vero punto di comando nella gestione della ex Pierer Mobility. Il cambio di scenario è netto e segna una svolta che toccherà ogni area aziendale.

Il quartier generale di KTM (© KTM)
La fine dell’era Pierer e il cambio di identità
La decisione più simbolica è stata immediata: eliminare il nome Pierer dalla società madre. La storica Pierer Mobility AG diventa Bajaj Mobility AG, un passaggio che sancisce la chiusura definitiva di un ciclo. Non è un semplice rebranding. È il primo tassello di una ristrutturazione profonda che coinvolgerà produzione, marketing, ricerca e sviluppo e la gestione delle attività sportive.
Una ristrutturazione drastica per tornare competitivi
Gli obiettivi comunicati sono chiari: ridurre del 50% i costi generali e riportare KTM alla redditività. Per farlo, Bajaj intende applicare un modello industriale più snello, spostando parte delle linee produttive e ottimizzando ogni processo interno. Nel mirino c’è tutto ciò che non porta valore immediato o non rientra in una visione orientata ai mercati globali.
Il futuro del reparto corse e della MotoGP
Nessun settore è escluso dalla revisione, nemmeno il prestigioso reparto corse. Il programma MotoGP, da anni elemento distintivo dell’identità sportiva di KTM, potrebbe essere soggetto a ridefinizioni significative. Le attività verranno valutate in base al ritorno economico e all’allineamento con la nuova strategia aziendale. Una prospettiva che apre interrogativi sul ruolo futuro del marchio nel paddock.

I piloti ufficiali MotoGP di KTM Racing (© KTM)
GASGAS verso un nuovo assetto industriale
La riorganizzazione tocca anche GASGAS, che sta cambiando struttura interna mentre si prospetta un trasferimento quasi totale della produzione fuori dall’Europa. Una scelta che riflette la volontà di sfruttare al massimo le capacità industriali di Bajaj nei mercati emergenti, dove costi e volumi possono garantire margini più alti.
Un gigante indiano al comando della rinascita
Con questa mossa, Bajaj porta il suo enorme peso industriale al servizio del rilancio del marchio austriaco. Il gruppo dispone di una capacità produttiva impressionante e di una presenza capillare nei mercati asiatici, aree strategiche per il futuro del settore moto. Tuttavia, il prezzo da pagare potrebbe essere alto per gli appassionati: una KTM meno europea e più globale, meno tradizione e più efficienza.









