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KTM, Bajaj: «La produzione europea è morta». Possibile trasferimento dell’intera produzione in India
KTM, Rajiv Bajaj shock: «La produzione europea è morta». Il piano di rilancio: reset dei costi, export in risalita a 14.000 moto al mese e una nuova 160 cc

Il futuro di KTM passa sempre più dall’India. È questo il messaggio arrivato da Rajiv Bajaj, Amministratore Delegato di Bajaj Auto, che a CNBC TV18, ormai un mese fa, ha confermato il suo investimento di 800 milioni di euro destinato al rilancio del marchio austriaco, colpito da una crisi gestionale e industriale. Nel 2026 questo investimento potrebbe trasformarsi in quote dell’azienda, e la produzione potrebbe essere delocalizzata dall’Europa.
Due mondi delle moto: volumi vs premium
Per Bajaj esistono due «mondi» delle moto. Da un lato i brand dei volumi (Honda, Yamaha, Enfield, TVS, Bajaj), che valgono circa 50 milioni di veicoli l’anno tra moto, scooter e moped. Dall’altro il segmento premium/lifestyle, dominato da marchi occidentali come KTM, Triumph, Ducati, BMW, Harley-Davidson, che pesa poco meno di 1 milione di unità annue. Sono business diversi, con leve diverse su brand, tecnologia, qualità, costi e distribuzione.
La priorità è restaurare il brand KTM. Negli ultimi anni il marchio si è diffuso su troppi segmenti e SKU, aumentando la complessità per R&D, supply chain e rete assistenza. L’obiettivo è tornare al core e semplificare la gamma, con effetti «salutari» su tutta l’organizzazione.

Rajiv Bajaj (© Bajaj Auto)
Bajaj: «Non vedo perchè il 100% della produzione KTM non potrebbe essere in India»
Il passaggio più netto dell’intervista riguarda i costi industriali. Bajaj è diretto: «La produzione europea è morta. L’industria auto lo capisce ormai. Ci sono vincoli politici e sociali che limitano lo spostamento totale fuori dall’Europa, ma la realtà è che non è più competitiva».
L’esempio citato è Triumph, che ha spostato il 100% della produzione in Thailandia oltre 15 anni fa e più recentemente anche in India: «Se Triumph lo ha fatto quindici anni fa, perché non KTM?».
Bajaj rivela che le KTM prodotte in India ed esportate nel mondo generano un EBITDA >30%, grazie alla competitività della filiera e dei fornitori locali. Per questo «reset dei costi» e rilancio del brand sono i due pilastri del piano. KTM infatti produce già in India presso gli stabilimenti Bajaj, le moto di media cilindrata. Una strategia che potrebbe essere adottata quindi per tutta la gamma.
Export in ripresa dopo lo stop
Prima della crisi, le esportazioni KTM erano nell’ordine di 15–20.000 unità al mese. Nel primo trimestre 2025 sono crollate a zero, per poi risalire a circa 14.000 grazie alla normalizzazione della rete e al lancio di nuovi modelli (nuove Duke, Adventure, Enduro, Supermoto). Possibile un nuovo massimo storico, «fatto salvo» l’impatto di eventuali dazi USA.
Per completare l’offerta sotto la Duke 200, arriva una KTM 160 cc (segmento 150–160), con avvio produzione già partito: un tassello chiave per vendite domestiche ed export.
Il percorso di rilancio passa da due assi: restauro del brand e reset dei costi tramite una manifattura più competitiva in Asia. Con questi presupposti, sostiene Bajaj, per KTM «il futuro può essere molto radioso».








