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Emma Segattini: «Dalla BMW M2 al GT un salto grosso. Ma mi sto trovando bene. In futuro vorrei correre all’estero»

«Passare da una macchina come la M2, che era principalmente stradale, a una più da corsa è stato un salto davvero grosso, soprattutto a livello mentale. Infatti sto facendo un percorso con un mental coach per gestire emozioni e pressione, e devo dire che è molto utile».

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Emma Segattini, pilota di Faems Team nel GT Italiano Endurance 2025 (© Antonio Aprile)
Emma Segattini, pilota di Faems Team nel GT Italiano Endurance 2025 (© Antonio Aprile)

Durante l’ACI Racing Weekend abbiamo avuto modo di ritrovare Emma Segattini, pilota di Faems Team, nel GT Italiano Endurance 2025, classe GTCUP 2a Divisione AM. Una ragazza che avevamo conosciuto qualche anno fa quando correva nel BMW M2 CS Racing Cup Italy e che ha provato il salto nel Gran Turismo nazionale. La giovane veronese ci ha raccontato del suo percorso di crescita e delle sue aspirazioni in un’intervista esclusiva.

Ti abbiamo conosciuta quando correvi con la BMW M2 nel 2023. Ora sei alla tua seconda stagione nel GT Italiano Endurance. Come è avvenuto il passaggio di categoria e come ti trovi?

«Diciamo che è stato un bel passo in avanti. Passare da una macchina come la M2, che era principalmente stradale, a una più da corsa è stato un salto davvero grosso, soprattutto a livello mentale. Infatti sto facendo un percorso con un mental coach per gestire emozioni e pressione, e devo dire che è molto utile».

Emma racconta di aver affrontato il passaggio con maturità, sorprendendosi in positivo per la rapidità con cui si è adattata alle nuove vetture. «Pensavo di far peggio, invece mi sto trovando bene: sia con la Ferrari l’anno scorso, sia quest’anno con la Porsche. La Ferrari si adattava meglio al mio stile, più pulito; la Porsche, invece, richiede una guida più aggressiva, quasi “vecchia maniera”».

Un adattamento rapido il suo che l’ha portata a vincere la sua prima gara proprio nella 3 ore di Imola 2024, nella classe GTCUP 1a Divisione PRO-AM, con la Ferrari di Easy Race. «Con la 488 abbiamo anche vinto la gara Endurance a Imola ed è stato un risultato che mi ha resa molto fiera di me stessa».

Sappiamo che il motorsport è anche una questione economica e nelle categorie minori anche di più rispetto ai campionati mondiali. Emma corre grazie agli sforzi dei genitori che hanno una loro attività nella ristorazione a Verona e anche grazie agli sponsor che è riuscita ad attirare.

I costi sono comunque elevati e spesso Emma non riesce a partecipare alle sessioni di test che si svolgono prima del weekend.  Quindi si ritrova a salire in macchina al venerdì senza aver potuto girare quanto i suoi avversari. Ma questo di certo non la ferma e lo ha fin qui dimostrato. Per lei resta comunque tutta esperienza da fare per crescere e migliorare di volta in volta. «Purtroppo il budget è quello che è, quindi spesso non ho la possibilità di fare test prima della gara: arrivo al weekend e devo mettere tutto insieme il venerdì. Non è facile, ma con l’esperienza sto migliorando.»

La Porsche di Segattini-Levy-Sonzogni in azione a Imola

La Porsche di Segattini-Levy-Sonzogni in azione a Imola (© ACI)

Tra BMW, Ferrari e Porsche: quale è stata l’auto che hai preferito guidare?

«L’M2 rimane la mia macchina del cuore: la prima con cui ho corso e fatto esperienza. Però sì, la Ferrari era più vicina al mio stile, ma piano piano mi sto adattando anche alla Porsche. Esteticamente, poi, è la più bella di tutte.»

Un equipaggio tutto femminile

Sei in squadra con Federica Levy e Jenni Sonzogni: com’è essere in una squadra composta solo da donne?

«All’inizio ero un po’ timorosa: tra donne c’è sempre il rischio che nasca della competitività interna. Invece, mi sono trovata benissimo. Siamo tutte e tre giovani, con tanta voglia di crescere e vincere. Abbiamo più o meno la stessa età e questo aiuta molto a confrontarci. Anche in macchina siamo simili come statura, il che ci avvantaggia nei cambi pilota. Spero che questa avventura continui. Mi piacerebbe proseguire insieme, ma dipende sempre dalle possibilità economiche che ci saranno in futuro».

Un team tutto al femminile nel GT con una Porsche fa subito pensare alle Iron Dames. Sono per te un’ispirazione?

«Sì, le ho anche conosciute durante un test. Purtroppo poi ho avuto un problema al piede e non ho potuto finire di girare in quella giornata, ma anche solo averle potute conoscere per qualche istante è stata un’esperienza bellissima. Le rispetto moltissimo: stanno ottenendo grandi risultati in campionati di alto livello e rappresentano un’enorme fonte di ispirazione. Sapere che ce l’hanno fatta mi fa pensare che posso riuscirci anch’io».

Levy, Segattini e Sonzogni sul podio di classe nella 3 Ore di Monza

Levy, Segattini e Sonzogni sul podio di classe nella 3 Ore di Monza (© ACI)

Un assaggio di monoposto

Di recente hai provato anche la Formula 4 con il team di Antonelli: quali sensazione hai avuto?

«È stato un test per capire se potevo puntare a qualcosa di diverso come l’F1 Academy. Appena salita in macchina mi sono sentita completamente diversa: la posizione è sdraiata rispetto alle GT e anche in pista si comporta molto diversamente. È stato affascinante, ma personalmente mi ritrovo di più sulle GT».

Pur preferendo le ruote coperte, Emma non esclude altre opportunità: «Se dovessero propormi qualcosa in F4, ci andrei. Ma al momento il GT lo sento più vicino al mio percorso e anche più sostenibile economicamente».

Obiettivi e futuro

Guardando avanti: quali obiettivi ti poni e quali sono i progetti a breve e lungo termine?

«Intanto voglio continuare a correre e, se possibile, salire di categoria o correre all’estero per scoprire nuovi circuiti. Mi piacerebbe non avere più il pensiero fisso del “correre o non correre l’anno prossimo”. Vorrei avere anche la possibilità di fare più test per capire il mio limite reale, perché non credo di averlo ancora toccato. Inoltre un altro pensiero che mi limita molto è quello del procurare danni alla vettura, che poi hanno una conseguenza economica. Sto molto attenta a questo aspetto e sarei curiosa di capire il mio potenziale senza avere questo freno, per capire fin dove posso spingermi».

Emma punta quindi a un percorso di crescita costante, sia sportiva che personale e sa già dove trascorrerà l’autunno e parte dell’inverno, con obiettivi chiari. «A ottobre andrò in Australia per imparare l’inglese: in questo sport è fondamentale. Voglio aprirmi anche a opportunità internazionali. Anche perché penso che la figura della ragazza pilota all’estero venga considerata di più».

Un possibile piano B

Se un giorno dovessi fermarti o prenderti una pausa: hai un piano B?

«Sono in una fase in cui sto ancora capendo cosa fare. I miei genitori hanno un ristorante a Verona: se servisse, potrei dare continuità alla tradizione di famiglia, anche se è un lavoro molto tosto. Non è la mia prima scelta, ma sarebbe una sicurezza».

Il rapporto con i social

Nel tempo abbiamo notato che il tuo rapporto con i social è cambiato; qual è oggi il tuo rapporto con le piattaforme digitali?

«Sono molto timida e riservata, quindi faccio fatica a fare i classici video parlati. Da poco mi segue un videomaker e sto cercando di creare contenuti migliori, anche grazie all’aiuto di mia sorella che si è laureata in comunicazione. So che i social sono fondamentali per trovare sponsor e raccontare la mia immagine, quindi sto cercando di migliorare anche lì».

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