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IGTC | 24 Ore del Nürburgring: l’inferno verde tra la nebbia

La 24 Ore del Nürburgring 2024 è stata una gara di durata atipica. Un weekend semplice e rustico che sa attirare ancora molti appassionati

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L'edizione della 24 Ore del Nürburgring interrotta per nebbia
L'edizione della 24 Ore del Nürburgring interrotta per nebbia (©Intercontinental GT Challenge)

L’ ADAC RAVENOL 24 Ore del Nürburgring 2024 si è svolta nel classico clima tedesco, anche se eravamo tra fine maggio e inizio giugno. Poter assistere alla macchina organizzativa che c’è dietro ad un evento così storico è stato per me un’esperienza stimolante e unica, da vera appassionata.

Se avessi un gettone in mano e dovessi scegliere una gara alla quale andare, forse non sarebbe la prima, ma con tutta sincerità il gettone lo spenderei molto volentieri su questa gara leggendaria.

The Green Hell

La Nordschleife, circuito su cui gareggiano le vetture della 24 Ore, si estende per oltre 20 km tra i boschi. Per completare un giro le auto impiegano tra gli 8 e i 9 minuti, a seconda della categoria e del tipo di veicolo. Non è un caso se è conosciuto come “The Green Hell” (L’inferno verde, ndr); così denominato da Sir Jackie Stewart per le sue rinomate difficoltà tecniche e insidie.

Un luogo divenuto iconico nel tempo, anche a causa dei bruttissimi incidenti accaduti sul tracciato tedesco. Non solo quello di Niki Lauda, forse il più famoso, ma per moltissimi anni il ring aveva la reputazione di essere un circuito pericolosissimo.

Le gare di endurance hanno fatto la storia del Nürburgring e se prima c’era la celebre 1000 km, oggi a farla da padrone è la 24 Ore, che insieme a Le Mans e Spa forma la triade delle gare di durata europee più conosciute al mondo.

La 24 Ore del Nürburgring 2024: un edizione a prova di meteo

Solitamente a giugno nel vecchio continente si inizia ad annusare l’estate; sole, caldo e bella stagione. Ecco nel fine settimana del 1 e del 2 giugno al Nürburgring sembrava invece essere rimasti a febbraio. Pioggia, umidità e vento freddo sono stati i protagonisti della due giorni, che poi hanno anche influenzato l’evento stesso.

Già poco dopo la partenza ha iniziato a piovere, in modo molto leggero sulla griglia e con intensità differenti lungo il tracciato. Una condizione che ha obbligato già un primo cambio di strategia, nelle menti dei team.

Alcuni si sono fermati subito per un primo pit stop per le gomme da bagnato e questo ha stravolto gli equilibri della gara già all’inizio. La pioggia ha influenzato l’andamento della gara per tutta la giornata di sabato, ma la sera si è messo in mezzo anche un altro imprevisto.

La nebbia è calata intorno alle 23.30 e ha obbligato gli organizzatori a fermare la gara con una bandiera rossa, lasciando un’incognita su quando sarebbe ripresa. La mattina della domenica chi si è svegliato speranzoso di poter vedere a che punto fosse la corsa, in realtà ha dovuto fare i conti con le immagini di tutte le vetture ferme in griglia di partenza, dove sono state nuovamente schierate.

Da quel momento hanno iniziato a piovere aggiornamenti su aggiornamenti ogni mezz’ora per cercare di capire quando sarebbe effettivamente ripartita la gara. Alle 13.30 le auto sono ripartite dietro alla Safety Car, con il cronometro di gara che segnava meno 2 ore e 30 minuti alla fine. Cinque giri dietro alla vettura di sicurezza per comprendere le condizioni della pista e vedere l’evoluzione del meteo.

Sono bastati quelli, per comprendere che non c’era speranza di iniziare nuovamente, per concludere la gara e quindi hanno deciso così di interromperla. Una 24 Ore che è effettivamente durata 7 ore e mezzo; atipica, ma può succedere se non ci sono le condizioni per portarla a termine.

Le vetture ferme in griglia in attesa della ripartenza alla 24 Ore del Nürburgring 2024

Le vetture ferme in griglia in attesa della ripartenza alla 24 Ore del Nürburgring 2024 (© Intercontinental GT Challenge)

Missione rinascita per la 24 Ore del Nürburgring

Un circuito immerso nella natura non può certo offrire il concetto di lusso con cui nascono altri impianti. La Nordschleife è un luogo d’avventura vera e propria. Intorno quasi tutti i parcheggi sono adibiti al campeggio e le migliaia di tifosi che accorrono sono preparati a vivere un weekend all’insegna di birra, tende o camper e grigliate.

La semplicità regna sovrana, sia fuori che dentro il paddock. I tifosi si accampano e scarpinano per chilometri e chilometri  lungo il tracciato, armati di sedie pieghevoli, K-way antipioggia e anti vento e scarponcelli da trekking. Questo è l’outfit abituale richiesto dall’ “Inferno Verde”.

Anche tra i team e nei box però le regole d’ingaggio partono dalla semplicità e dalla condivisione. Infatti alla 24 Ore del Nürburgring essendoci più macchine di quanti box offra il circuito, molti di essi sono divisi tra tre o quattro squadre e i meccanici si trovano a lavorare affianco a colleghi che poi in pista sono avversari.

Il paddock si immerge nella festa che fa da contorno alla gara con DJ set organizzati dalle hospitality e una fan zone con attività variegate per i tifosi. Non manca il divertimento e l’intrattenimento per far si che nessuno, soprattutto i molti bambini si annoino. L’organizzazione appare quasi rustica, riflettendo il paesaggio intorno, ma considerato il luogo non potrebbe essere altrimenti.

Se qualcuno avesse intenzione l’anno prossimo di farci un giro, si armi di pazienza, ombrello e scarpe comode per camminare. Un’esperienza che consiglio ai veri appassionati, quelli che le corse le amano con il cuore. Per questo il Nürburgring sa essere già selettivo, ma nonostante questo richiama moltissime persone, soprattutto europei, ma anche americani e asiatici.

Si nota benissimo la mano di SRO, che ha preso l’evento e lo ha inserito nel calendario dell’Intercontinetal GT Challenge. Gli ha ridato la vita, che con la pandemia aveva perso. Infatti gli addetti ai lavori, quest’anno sono stati sorpresi dalla mole di gente nell’arco dei quattro giorni. Una scommessa vinta; far rinascere dalle sue ceneri una corsa storica, che sa regalare emozioni, anche contrastanti, ma uniche.

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