WEC
Cosa ci rimane della vittoria della Ferrari 499P #83 alla 24 Ore di Le Mans 2025
La vittoria della Ferrari #83 di AF Corse alla 24 Ore di Le Mans, con la trasparenza Ferrari e il trionfo di Kubica, ci restituisce un mix di emozioni che non siamo più abituati a vivere

La 24 Ore di Le Mans 2025 è stata quella della vittoria della Ferrari 499P di #83 AF Corse. Da due giorni, tolto il podio di Kimi Antonelli in Canada, non si parla d’altro. Un po’ per il tris Ferrari, un po’ perché sia arrivata con la vettura gialla, ancora di più per la vittoria di Robert Kubica. Un mix di emozioni “vere” che non siamo più abituati a vivere. Ma andiamo con ordine.
2023, 2024, 2025: ogni trionfo Ferrari ha il suo sapore
Abbiamo avuto la fortuna di essere nel paddock della 24 Ore di Le Mans nel 2023, con un miglioramento, non in termini di ore dormite, dal 2024 con l’accesso in sala stampa e agli incontri di team con i media accreditati. L’atmosfera delle tre vittorie Ferrari, quindi, l’abbiamo vissuta.
Nel 2023 l’aria era elettrica, dopo il successo della #51. Perché era la favola che in tanti speravano accadesse ma che quasi nessuno osava pensare potesse diventare reale. Dalla stessa Ferrari, ai tifosi, agli addetti ai lavori.
Nel 2024 c’era la consapevolezza di aver fatto nuovamente qualcosa di grande. Riconfermarsi è sempre più difficile. La felicità nell’hospitality era tanta. Non troppa, ma la soddisfazione era incredibile. Palpabile.
Domenica c’era una gran pace nell’hospitality del Cavallino Rampante. Silenzio, Antonio Giovinazzi e James Calado che mangiavano, stanchissimi ma rilassati. Un Antonello Coletta soddisfatto del risultato, ma esausto. È stata una delle Le Mans più veloci, calde e tirate degli ultimi anni. E questo probabilmente ha lasciato il segno. L’atmosfera non era euforica. Ma la soddisfazione per il terzo successo era comunque evidente. Anche se c’era una coltre di dubbi. Forse però più dei giornalisti, in merito alla vittoria della Ferrari non colorata di rosso, che non della squadra. Che sembrava visibilmente contenta. Ma stravolta, più del solito. Forse l’abitudine al successo ha affievolito l’euforia? Non lo so.

L’equipaggio #83 insieme a Ferdinando Cannizzo e Antonello Coletta sollevano il trofeo del vincitore della 24 Ore di Le Mans (© DPPI – ACO)
La vittoria della Ferrari #83 alla Le Mans 2025, un segnale forte di trasparenza Ferrari
Quello che è certo è la sincerità nelle parole di Antonello Coletta quando esprimeva la soddisfazione per poter dire di fornire a tutti, team ufficiali e clienti, auto uguali. Un visibile simbolo di integrità. Messa in dubbio più dai media e dai tifosi che realmente mancante. Ferrari ha messo nelle condizioni AF Corse di vincere anche con la sua vettura clienti. Nessun boicottaggio, nessuna richiesta di ordini di far passare una delle macchine rosse.
Qualcosa che pare strano, in un’epoca di complottismi e complottisti. Sembra strano che possa semplicemente vincere chi risulta, complessivamente, il migliore. E invece, in un mondo dove siamo abituati a creare il marcio anche dove non c’è, la Ferrari dell’endurance ha dimostrato di essere onesta e integra. Valori che non siamo più abituati a riconoscere come reali.

La squadra della Ferrari #83 AF Corse (© DPPI – ACO)
Il trionfo di Kubica ci impone di sognare e continuare a credici
Non dico che il successo di Kubica sulla #83 nella Le Mans 2025 abbia oscurato quello della Ferrari, ma quasi. È la chiusura di un cerchio che sembrava non poter essere chiuso. Kubica era promesso sposo alla Ferrari F1 per il 2012. Poi la passione per i rally ha interrotto quel matrimonio che sembrava già certo. Un incidente, quello di Andora nel 2012, che gli ha portato via un sogno, quasi la vita e una mano. Poi in F1 Kubica ci è tornato, ma i risultati non all’altezza delle aspettative per un pilota del suo calibro hanno fatto passare in secondo piano il miracolo che ha compiuto.
Lo dicevo ai colleghi in sala stampa, nei giorni scorsi, mentre guidava splendidamente la sua 499P. Kubica può guidare un’auto da corsa, essendo nelle condizioni per lui ideali. Ma, quasi assurdamente, nel mondo del lavoro “tradizionale” difficilmente riuscirebbe a lavorare. Il suo avambraccio e la sua mano destra sono lì, ma con una mobilità ridottissima. Fa quasi impressione immaginare che possa domare un bolide come un’Hypercar.
E invece è riuscito, con fatica, ad accettare i suoi limiti e a raggiungere i traguardi che si era prefissato. Ora chissà che altra impresa avrà in testa per il suo futuro. Un ritorno ai rally? Può essere. Io azzardo anche i rally raid, a questo punto. È Kubica che ci impone di sognare in grande. Che poi, se ci credi e se lavori duro, c’è caso che i sogni diventino realtà.

Robert Kubica con Ferdinando Cannizzo e Alessandro Pier Guidi sul podio di Le Mans (© DPPI – ACO)