MotoGP
La scellerata gestione del calendario della MotoGP
Il calendario della MotoGP è cambiato dopo l’esclusione del Kazakistan. La gestione della situazione però lascia molto a desiderare.
Nella giornata di ieri è stato ufficializzato un cambiamento importante nel calendario 2024 della MotoGP. Nel weekend tra il 20 e il 22 settembre avrebbe dovuto debuttare il Gran Premio del Kazakistan, ma per motivi organizzativi la tappa è saltata. Al suo posto è stato inserito un secondo appuntamento a Misano, due settimane dopo il primo. Questa situazione però sottolinea delle grosse problematiche organizzative da parte di FIM, IRTA e Dorna.
I problemi in Kazakistan e…in India
Non è la prima volta che la tappa del Kazakistan viene rinviata. Il circuito avrebbe dovuto fare il suo debutto nel calendario del motomondiale nel 2023. La tappa però era stata cancellata per problemi principalmente di carattere burocratico, che sulla carta non avrebbero impedito la gara di quest’anno. Le notizie che hanno cominciato a circolare nel mese di maggio però, erano preoccupanti.
La causa ufficiale della cancellazione di quest’anno è stata individuata nelle inondazioni che hanno colpito quell’area nell’ultimo periodo. A fronte di un evento sovrannaturale non si può fare altro che prendere atto della decisione, ma, alla luce della situazione che è venuta fuori l’anno scorso, è normale avere qualche perplessità sul livello organizzativo dei responsabili dell’evento.
Un altro discorso che merita di essere trattato è quello relativo al GP d’India. L’evento è entrato nel calendario 2023, ma con grosse difficoltà. Tra il ritardo nell’omologazione del circuito e le difficoltà dell’ultimo minuto con la validazione dei visti, la tappa si è corsa quasi per miracolo. Ad aggravare la situazione, ecco che la tappa è stata cancellata dal calendario 2024 un paio di mesi fa.
Motivo? Ufficialmente le difficili condizioni meteorologiche che già l’anno scorso crearono dei problemi nel mese di settembre. Non è stata esclusa però l’ipotesi che la decisione possa essere stata presa per via del mancato rispetto dei contratti da parte degli organizzatori. Ufficiosamente, la tappa verrà inserita a inizio marzo 2025, per ovviare ai problemi metereologici, situazione che però va tenuta sott’occhio.
Misano al posto del Kazakistan (nel weekend peggiore possibile)
Quando a maggio sono cominciate a circolare le voci sulla quasi sicura cancellazione del GP in Kazakistan, si pensava che sarebbe stato scelto il Qatar per la sostituzione. Alla fine invece è stato scelto Misano, scelta che dovrebbe far felici gli amanti delle due ruote. Questa decisione però porta a dei grossi problemi di sovraffollamento sul suolo italiano.
Nello stesso weekend si svolgeranno anche la prima storica tappa di SBK a Cremona e il GT a Monza. L’inserimento della tappa di Misano in concomitanza con questi eventi, rischia seriamente di oscurarli. Addirittura la SBK dovrebbe correre, sulla carta, allo stesso orario della MotoGP.
Un altro grosso problema riguarda invece l’organizzazione interna alla MotoGP stessa. Il Kazakistan doveva infatti essere la prima di tre tappe consecutive in Asia, prima dell’Indonesia e del Giappone. Questo avrebbe agevolato parecchio gli spostamenti dei team da un circuito all’altro, ma ora la situazione cambia. In tre giorni l’intera MotoGP dovrà spostarsi dall’Italia all’Indonesia, creando un ulteriore aggravante alla situazione.
I problemi con il calendario MotoGP
Risulta evidente come la gestione della situazione da parte di FIM, IRTA e Dorna sia stata poco lucida. Dal decidere di andare in circuiti poco affidabili dal punto di vista organizzativo (India e Kazakistan), al sovraffollamento creato in Italia dal 20 al 22 settembre (SBK, GT e MotoGP). Situazione che è ancora più grave se si pensa che, SBK e MotoGP sono gestite entrambe da Dorna, uno dei tre enti che ha preso questa decisione.
Così come bisogna riconoscere il grande lavoro fatto per organizzare il calendario MotoGP nei mondiali 2020 e 2021 (soprattutto 2020), nonostante il COVID e le logiche problematiche annesse, ora non ci sono scusanti. Sicuramente è comprensibile il fatto che si cerchi di portare il motomondiale in terre dove solitamente fa fatica ad arrivare per aumentarne la popolarità, ma certe scelte andrebbero prese con molta più attenzione.
Casi come quello del Kazakistan e dell’India rischiano di far perdere credibilità in chi prende certe decisioni. Se poi addirittura la toppa è peggio del buco, i possibili danni mediatici aumentano esponenzialmente.