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La dura legge del motorsport

La dura legge del motorsport. È bello, ma pericoloso. Lo sapeva anche Luca Salvadori, diventato immortale a causa e grazie alla sua passione. Grazie Luca per averci fatto innamorare sempre di più del motorsport

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Luca Salvadori (© FB Luca Salvadori)
Luca Salvadori (© FB Luca Salvadori)

La dura legge del motorsport. Prendendo in prestito il titolo del quarto album degli 883, è così che si può sintetizzare la notizia che ha sconvolto la giornata di domenica 15 settembre 2024 per gli appassionati di motori. Luca Salvadori, famoso pilota e content creator classe 1992, ha perso la vita sabato in seguito a un incidente di gara durante il IRRC (International Road Racing Championship).

Come dice il nome stesso, si tratta di un campionato di corse su strada. L’ultimo grande amore motoristico del pilota lombardo. Un amore folle, dove il famoso adagio “motorsport is dangerous” vale ancora di più.

Chi era Luca Salvadori?

È necessario fare un passo indietro e spiegare chi fosse Luca Salvadori a chi non lo conoscesse. Figlio di Maurizio Salvadori, fondatore e proprietario di Trident Music e del Trident Motorsport, era un pilota motociclistico e seguito Youtuber, con oltre 500.000 iscritti al suo canale.

Ha iniziato a correre nel 2009 nel CIV con le 600, con anche due gare nel Mondiale Supersport nel 2013, prima di passare al campionato Europeo Superstock 1000 nel 2015, in sella a una Ducati Panigale dell’Althea Racing. Dopo alcuni anni nell’Europeo Superstock, campionato che chiuse i battenti nel 2018, passò al National Trophy 1000, trofeo nazionale organizzato dal Motoclub Spoleto alternativo al CIV Superbike, con un livello sempre crescente anno dopo anno.

Parallelamente all’attività di pilota, nel 2017 iniziò quella di creatore di contenuti video su YouTube. Sulla piattaforma raccontava le sue gare e non solo, fornendo anche commenti sulla MotoGP, interviste e altri contenuti divertenti. È stata questa l’attività che ha fatto conoscere Luca Salvadori ai più, tramite la quale è entrato negli smartphone di tantissimi appassionati di motori, più o meno giovani.

Grazie anche al suo seguito sui social e su YouTube, nel 2023 partecipò alla Coppa del Mondo FIM MotoE, entrando finalmente nel paddock della MotoGP.

In questo 2024 aveva vinto in anticipo il Campionato Italiano Velocità in Salita alla prima partecipazione alle corse su strada. Era in lizza per il National Trophy, campionato che gli era sempre sfuggito. Campionato che non gli sfuggirà, grazie all’onorevole decisione dei suoi avversari di non correre le ultime due gare della stagione.

Amato da tanti, non da tutti

Luca Salvadori, tramite i suoi video, ha appassionato migliaia e migliaia di persone. Lo ha fatto con uno stile comunicativo semplice, diretto, non sopra le righe ma senza nascondersi dietro un dito. Luca Salvadori ha sempre detto la sua, mettendo la sua esperienza al servizio dei suoi video, dove cercava di spiegare al meglio le corse e il mondo del motociclismo.

Chi l’ha conosciuto parla di un ragazzo buono, gentile, sempre sorridente. Può sembrare retorica. Conoscendo chi lo ha conosciuto, dubito che siano frasi fatte. Se tutti ne parlano in questa maniera, c’è il suo buon motivo.

C’è anche da dire che però non è sempre stato simpatico a tutti, Luca Salvadori. Il fatto che fosse diventato famoso per i suoi video e non solo per le sue prestazioni in pista, dava fastidio a tanti. Una frase, brutta ma vera, che mi è saltata in testa dopo qualche minuto dalla notizia, arrivata durante la 6 Ore del Fuji del WEC, è stata: «Almeno ora non potranno più dire che è scarso e corre solo perchè fa video». L’ho sentito dire più di una volta nei paddock. Mi dava fastidio.

Tramite i suoi video ha avvicinato al motorsport persone che forse non lo avrebbero mai fatto. E, soprattutto, ha acceso i riflettori su campionati che non si filava nessuno. Diceva Enzo Ferrari: «Gli italiani perdonano tutto, tranne il successo degli altri». Luca Salvadori ne era una dimostrazione.

La dura legge del motorsport e la vittoria di chi non muore mai

La verità è che la notizia è stata diramata 48 ore fa e il vuoto è sempre più grande. È poi anche psicologia: una cosa, o una persona, mancano di più quando sai che non puoi riaverle. È inconcepibile pensare che Luca Salvadori non entrerà più nei nostri smartphone per dirci la sua, ancora una volta.

È un sollievo vedere che Maurizio Salvadori, il padre di Luca, sui social, sembra aver fatto pace con questo destino. È consapevole che Luca fosse nato per fare questo. Nulla glielo avrebbe impedito.

La dura legge del motorsport è quella di essere pericoloso. Di essere mortale. Lo sappiamo tutti. Lo sapeva anche Luca Salvadori. C’è però una strana clausola, su questa legge. Chi incontra la signora vestita di nero e ne viene sconfitto, in realtà ha l’ultima parola. Chi muore correndo, chi muore vivendo a tutta la sua passione, diventa immortale.

Ciao Luca Salvadori. Grazie per aver condiviso la tua passione con tutti noi.

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