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Formula 1

Denny Hulme, il “Kiwi” iridato

Denny Hulme ha lasciato il segno in F1, ma non nei cuori dei tifosi o dei giornalisti. Perché? A causa del suo carattere

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Denny Hulme a bordo della McLaren (© McLaren)

Denny Hulme è stato tra gli anni ’60 e ’70 un protagonista della Formula 1 e delle corse automobilistiche. Negli anni in cui i piloti dovevano confrontarsi realmente con la morte in ogni giro, il neozelandese è stato un vincente vero, regalando al suo paese un primato storico.

Dal camion alle vetture sportive

La prima volta che si mise dietro ad un volante era su un camion a soli 6 anni, nella piantagione di tabacco di cui suo padre, eroe di guerra, era proprietario. A 17 anni lasciò gli studi per diventare meccanico e trasportatore. Questo lo portò nell’ambiente delle corse e dopo poco iniziò a correre anche lui, nelle prime gare locali.

Convinse suo padre a comprare una Cooper di Formula 2 con la quale vinse, insieme a George Lawton il trofeo “Driver to Europe”, gara che permetteva ai neozelandesi di trasferirsi in Europa, per poter così perseguire una carriera nel corse automobilistiche.

Nel 1960 Hulme debuttò in Formula Junior, ottenendo i primi buoni risultati, ma dopo aver assistito alla morte del suo carissimo amico Lawton, decise di fare il meccanico, anche a causa delle difficoltà economiche incontrate. Uno dei piloti che supportò fu Jack Brabham.

Ritorno al volante

In seguito nel 1964 divenne pilota ufficiale del team australiano in Formula 2. Per il team Brabham fu una certezza, in quanto lo conoscevano bene e Denny si era dimostrato competitivo in più occasioni con loro.

Bastarono poche gare a Hulme per prendere confidenza con la Formula 1. Prima di essere nominato pilota ufficiale infatti partecipò ad alcune gare, fuori dal campionato mondiale. Al suo debutto andò subito bene e ottenne anche alcuni piazzamenti di rilievo.

Alla sua prima stagione fece quarto in Francia e quinto in Olanda. Questo gli valse la riconferma anche per la stagione successiva in cui ottenne i primo podi a Reims, Brands Hatch, Monza e Città del Messico.

Denny Hulme, il primo titolo iridato

La storia Hulme la scrisse nel 1967. Quella stagione grazie a due vittorie e sei podi arrivò il primo mondiale. A Monaco, nella seconda gara dell’anno, arrivò la sua prima vittoria assoluta, valida per il campionato. Vincere nel principato non è certo semplice; non lo è mai stato. Denny dimostrò così ancora una volta il suo incredibile talento.

Quella però non fu l’occasione per festeggiare. Infatti quando Hulme trionfò per la prima volta, nello stesso Gp morì Lorenzo Bandini. Monaco 1967, di fatto, fu una gara a due facce; quella tragica realtà con cui si scontravano i piloti dell’epoca.

Con il primo mondiale vinto, divenne anche il primo pilota neozelandese a diventare campione del mondo, portandosi dietro un onore unico; entrando nella storia del suo paese.

Quel mondiale lo vinse anche di carattere, disobbedendo più di una volta agli ordini di scuderia che avrebbero preferito Brabham, in lizza anche lui per il titolo. Denny però non era una persona facile e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Questo gli permise di diventare il numero 1 nel 1967 e di vincere in altre occasioni.

L’arrivo in McLaren

Comunque i rapporti con il team in cui era cresciuto si interruppero dopo quella stagione. Dal 1968 passò in McLaren, marchio a cui ha legato il resto della sua carriera.

Con la scuderia inglese ha vinto tre gare, di cui la prima solo nel 1972 a Kyalami, dopo ben quattro stagioni dal suo arrivo. I podi conquistati in quell’anno gli permisero di classificarsi terzo nella classifica finale.

Successivamente ottenne altri podi e altri trionfi. Rimase costante nel tempo, ma mai per ripetere il titolo del 1967. La sua carriera arrivò fino al 1974, anno in cui decise di ritirarsi. La scintilla gli venne a inizio anno quando il suo grande amico Revlon ebbe un incidente nei test in Sudafrica, in cui perse la vita.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, già pieno di scomparse premature vissute e da quel momento Denny decise di smettere del tutto.

“L’ Orso” Denny Hulme

Il pilota neozelandese corse anche in America, nelle serie motoristiche degli Stati Uniti. Non solo monoposto ma anche macchine a ruote coperte. Hulme era un pilota completo, che in pista se la giocava con tutti, ma fuori non piaceva a molti.

Il suo carattere burbero e scontroso, soprattutto con i media, le tv e anche i fans, è il motivo principale del suo soprannome: “L’Orso”. Questo non lo rese uno dei piloti più amati, ma la vita che aveva vissuto da giovane, i molti incidenti di cui fu testimone e la durezza del motorsport dell’epoca, furono alcuni dei motivi principali del suo carattere poco malleabile.

La sua vita si interruppe tragicamente mentre faceva ciò che più amava. Durante la 1000 km di Bathurst del 1992 gli venne un infarto. Denny riuscì ad avvertire i box e quindi a ricevere interventi tempestivi, ma non ci fu nulla da fare e nonostante il trasporto all’ospedale, la uce del campione si spense per sempre.

Non sarà mai stato amato da molti, ma Denny Hulme ha lasciato un segno nella storia del motorsport e questo vale molto più di tante altre parole.

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