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Formula 1

GP in Italia a rischio! Caos ACI, Domenicali e Ben Sulayem chiedono garanzie al governo

Il Decreto Emergenze mette a rischio la presidenza ACI di Sticchi Damiani, che ha firmato il rinnovo per Monza. I GP in Italia sono a rischio

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La Ferrari durante il GP d'Italia 2024 (© Scuderia Ferrari)
La Ferrari durante il GP d'Italia 2024 (© Scuderia Ferrari)

I GP in Italia sono a rischio. Non solo per quello di Imola, che ha il destino di per sé incerto, ma anche quello d’Italia a Monza, che ha siglato il rinnovo con la F1 nei mesi scorsi. Tutta responsabilità, si fa per dire, del governo italiano e del Decreto Emergenze. Che impone l’estensione dei limiti di mandato anche agli enti pubblici che sono federazione sportiva. Come l’ACI, che è anche l’Autorità Sportiva Nazionale automobilistica.

I GP in Italia sono a rischio: cosa sta succedendo

Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI, è stato eletto per il quarto mandato nei mesi scorsi. La norma all’interno del Decreto Emergenze vuole appunto applicare all’Automobil Club d’Italia il limite dei mandati degli enti pubblici, fissandolo a tre. La norma sarebbe retroattiva.

Questo significherebbe l’automatico decadimento dal suo incarico di Sticchi Damiani. ACI dovrebbe quindi, il 12 febbraio, indire nuove elezioni, da svolgersi entro quarantacinque giorni. Liberty Media e FIA sono preoccupati per un eventuale cambio nella presidenza ACI. Sticchi Damiani ha infatti dato personalmente le garanzie richieste a F1 e FIA sui lavori da svolgere a Monza.

Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato della F1, avrebbe scritto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, al Ministro dello Sport Andrea Abodi e al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. L’obiettivo sarebbe quello di avere garantiti i lavori concordati con Sticchi Damiani che, in attesa del successore, potrebbe solamente procedere con l’ordinaria amministrazione.

Nel contratto siglato fino al 2031 con Monza ci sono infatti delle clausole che condizionano il contratto stesso all’esecuzione di migliorie sulle strutture dell’Autodromo Nazionale brianzolo. Liberty Media avrebbe la possibilità di rescindere dal contratto a suo insindacabile giudizio, se non fossero garantite le condizioni alla base dell’accordo.

Nel frattempo Mohammed Ben Sulayem avrebbe chiesto alla Presidente Giorgia Meloni garanzie sull’autonomia dell’Autorità Sportiva rispetto alla politica.

Il CEO di F1 Stefano Domenicali (© F1.com)

Il CEO di F1 Stefano Domenicali (© F1.com)

Anche un eventuale nuovo accordo con Imola sarebbe in pericolo

È però vero che Imola potrebbe essere eventualmente un’alternativa per il GP d’Italia, come detto ad Autosprint dallo stesso Domenicali: «Certamente, se Monza non rispettasse gli accordi presi, ci sarebbe già pronta una candidatura forte con Imola».

Gli interlocutori sul territorio, dal punto di vista degli investimenti all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, sono infatti il Comune di Imola e il consorzio intercomunale Con.Ami., azionista di maggioranza di Formula Imola, società che gestisce il tracciato in riva al Santerno.

ACI avrebbe quindi un ruolo diverso, “solo” di organizzatore. Mentre per Monza no, in quanto è anche gestore dell’impianto. Quindi garante e finanziatore dei lavori che dovranno essere svolti.

Il futuro di Monza quindi sarebbe quello più a rischio, ma è anche vero che difficilmente dal governo non arriveranno garanzie. Il ministero direttamente afferente è quello di Matteo Salvini, lombardo di Milano, che improbabilmente vorrà essere il responsabile della sparizione della F1 dal circuito della sua Regione.

Al tempo stesso, uno dei possibili successori di Sticchi Damiani al vertice dell’ACI è l’attuale presidente di AC Milano, Geronimo La Russa. Il cognome familiare richiama un politico vicino all’attuale governo, Geronimo è infatti il figlio del Presidente del Senato Ignazio La Russa. In caso di sua elezione, Geronimo La Russa difficilmente esiterà a negare le garanzie necessarie a Domenicali.

A meno che gli oltre dodici anni di gestione Sticchi Damiani abbia lasciato strascichi, all’interno di ACI, da rendere impossibile mantenere gli impegni presi. Un’eventualità del tutto improbabile.

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