MotoGP
Come è cambiato lo stile di M. Marquez in Ducati? Aggressivo, ma in in modo diverso
Marc Marquez ha dovuto cambiare il suo stile per tornare a vincere in Ducati, dopo anni bui. Ora cerca la perfezione per il titolo.
Per domare la Ducati e il suo motore, Marc Marquez ha dovuto reinventarsi e modificare il suo stile di guida. Lo spagnolo resta aggressivo, una caratteristica che lo ha sempre contraddistinto, ma in modo diverso, a causa delle geometrie e delle caratteristiche della moto, che sono diverse da quelle della sua vecchia Honda.
Un cambiamento necessario
Come riporta Motorsport.com, nella trasmissione Decoded su DAZN Spagna, alcuni piloti e addetti ai lavori hanno analizzato il nuovo modo di guidare del #93. Marc si è dovuto adattare al nuovo veicolo che ha provato per la prima volta a Valencia lo scorso anno. La Ducati richiede una guida diversa da quella che ha fatto le fortune dell’otto volte iridato con la RC213V, ma è anche vero che già dopo il suo grave infortunio del 2020, Marquez aveva dovuto cambiare alcuni aspetti del suo stile.
Due eventi che hanno portato Marc a evolversi e a ritrovarsi nuovamente competitivo e vincente. D’altronde, è la storia che ce lo insegna: se cambi moto, devi adattarti per cucirtela addosso, ma anche con il passare del tempo i piloti più maturi sono portati a tenersi aggiornati nel modo in cui guidano. Altrimenti non riescono a stare al passo con i cambiamenti generazionali che sono naturali nello sport.
Marc si è adattato bene fin da subito alla Ducati e alla GP23, ma dai primi GP a oggi si nota un netto cambiamento, anche visivo, di come sta in sella. Inizialmente era ancora evidente come fosse influenzato dallo stile di guida che aveva sulla Honda; con il passare dei mesi è diventato un tutt’uno con la moto, fino alla doppia vittoria di Aragon e Misano. Consapevole di non essere ancora al livello di Bagnaia e Martin, Marquez continua a lavorare per arrivare al prossimo anno pronto a dare battaglia.
L’analisi del nuovo stile di guida di Marc Marquez
«È aggressivo, ma la sua guida è più utile, più fluida sulla moto. Non attacca così tanto l’anteriore, la posizione è un po’ più arretrata per evitare il chattering o per mettere più carico sul posteriore. Ci sono diverse cose in cui si nota che è migliorato molto».
Alex Criville, due volte campione del mondo, ha spiegato bene il cambiamento che ha fatto il suo connazionale in questa stagione, soprattutto soffermandosi sulla diversa posizione della sella. Sulla Ducati, Marc ha una posizione più indietreggiata rispetto alla Honda. Il #93 riesce ad essere altrettanto efficace, ma in modo diverso. «La posizione di Marc sulla Honda lo portava ad attaccare di più, in modo più aggressivo. Con la Ducati, il suo peso è più indietro. Così evita di scaricare l’avantreno, di rimbalzare e ha più trazione in uscita di curva», continua Criville.
A supporto della teoria dell’ex pilota della casa alata arriva la conferma di Pol Espargarò. «Ha un’accettazione del rischio molto superiore rispetto ad altri piloti. Il suo stile di guida è cambiato molto rispetto alla Honda. La posizione che Marc aveva sul davanti, sempre molto avanzata, con i gomiti aperti, gli permetteva di ‘salvare’ la moto molte volte. Con la Ducati, vediamo Marc un po’ più indietro sulla moto, con un peso maggiore sul posteriore».
Nonostante i cambiamenti, il suo stile di guida resta comunque spettacolare, unico nel suo genere. Per un pilota che ha rivoluzionato il modo di stare in moto. Anche il suo ex capo tecnico Santi Hernandez, che lo conosce benissimo, ha espresso il suo parere. «Il suo stile di guida è uno spettacolo; mentre una persona normale può fare un passo indietro, lui è l’opposto. Era un pilota molto più aggressivo, soprattutto in ingresso di curva; lo si vedeva muovere sempre molto il corpo, cercando di trovare il suo modo di posizionarsi sulla moto per poter frenare».
«Ora vediamo un Marc che, in frenata, è molto più stabile e calmo. Vedo una guida più fluida e scorrevole. Vedo ancora un Marc che ha il suo DNA. Lo vedo più calmo e studioso, e questa esperienza lo porta a non avere fretta in alcuni momenti, con più sangue freddo», continua il tecnico della Honda, analizzando anche come il pilota sia maturato nella gestione della corsa e delle emozioni.
Marquez ha saputo mutare nel tempo, un percorso di apprendimento che fa parte di ogni campione. Durante il cammino ci sono momenti in cui l’uomo è chiamato a maturare e cambiare. Il pilota di Cervera ha fatto proprio questo, perché la fame è sempre la stessa, ma gli avversari e i tempi cambiano. Lui vuole essere il numero uno, come quando arrivò in MotoGP nel 2013 e l’impatto che il suo stile di guida ebbe sugli avversari fu leggermente traumatico, soprattutto all’inizio.
«Nel 2013 non accettavo il suo modo di correre, molto aggressivo. Ora ha un po’ più di ‘rispetto’ per i suoi rivali. Va detto che le regole sono più severe rispetto a dieci anni fa», ha dichiarato Jorge Lorenzo al Festival dello Sport, evento organizzato dal prestigioso quotidiano La Gazzetta dello Sport. In questi undici anni molti hanno criticato sul modo in cui Marc stava in pista, ma anche la gestione di se stesso e della sua aggressività sembrano aver subito la stessa evoluzione della persona.
Marc Marquez si è sempre dimostrato capace di grande spirito di adattamento. Lo ha fatto vedere in ogni condizione, quindi non è una sorpresa la sua competitività in sella alla Ducati. Ora gli resta l’ultimo step per avvicinarsi ai due piloti più rapidi sulla moto di Borgo Panigale. A quel punto, per i suoi avversari, potrebbe diventare un bel problema.