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KTM evita l’insolvenza, ma non è ancora finita

KTM è riuscita ad evitare l’insolvenza. Il 25 febbraio però ci sarà un altro grosso scoglio da superare per evitare lo smembramento.

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Il futuro di KTM verrà deciso tra 4 giorni (© pierermobility.com)

Ieri, in data 20 febbraio 2025, si è svolta un’importante udienza sul fronte della crisi dell’azienda austriaca. Il risultato è stato che KTM, grazie all’approvazione del piano di ristrutturazione proposto, è riuscita ad evitare l’insolvenza. Un primo passo importante, ma non ancora decisivo, verso il pieno risanamento della grave situazione finanziaria in cui è incappata l’azienda di Mattighofen.

KTM evita l’insolvenza

Quella di ieri si può considerare una vittoria. In occasione dell’udienza svoltasi presso il Tribunale Regionale di Wels, durata circa un’ora, i creditori hanno approvato il piano di ristrutturazione proposto da KTM. Nello specifico, quello che è stato votato è il piano di ristrutturazione europeo, una procedura che si è svolta per la prima volta in Austria dall’entrata in vigore della direttiva a riguardo, approvata il 17 giugno 2021.

Grazie a questa approvazione, KTM ha ottenuto la proroga della scadenza per il totale risanamento degli obblighi finanziari, pari a 247,5 milioni di euro. I debiti dovranno essere rimborsati entro le nuove scadenze del 31 dicembre 2026 e de 31 dicembre 2027. Una situazione che permetterà all’azienda austriaca di riorganizzarsi con maggiore calma.

25 febbraio, un’altra data importante

Detto della situazione legata alle cambiali e alle obbligazioni finanziarie, martedì 25 febbraio si giocherà un’altra partita molto delicata. In quella data, è infatti prevista l’udienza in cui i creditori comunicheranno la decisione o meno di accettare il piano di ristrutturazione proposto da KTM AG e altre due controllate per il risanamento dei debiti. Una cifra che, ricordiamo, supera i 2 miliardi di euro complessivi.

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Il Team Manager di KTM Aki Ajo (© KTM)

I creditori a cui spettano le varie parti di questo denaro sono 1.170, mentre le richieste complessive di risarcimento sono 2.500. La somma di risarcimento minima, prevista dalla legge, è pari al 30% del totale. Quindi, nella fattispecie, KTM sarebbe costretta a versare più di 600 milioni di euro per evitare guai seri.

Una cifra che in parte è già stata messa sul piatto in contanti da parte dell’azienda austriaca a metà febbraio. Motivo per cui c’è fiducia sul fatto che questo debito possa essere risanato prima della scadenza prevista, che sarebbe tra circa due anni. Il problema potrebbe infatti essere risolto già entro la fine di maggio. Il tutto però deve passare prima appunto per l’approvazione del piano proposto da KTM.

E se si voterà per il no?

In quel caso, la situazione si farebbe tragica, perché lo smembramento dell’azienda diventerebbe inevitabile e piuttosto immediato. Tutte le buone intenzioni dell’azienda austriaca crollerebbero come un castello di carte, senza possibilità di ricostruzione. Sarebbe una tappa tristemente storica per il rinomato marchio austriaco.

KTM che, in caso di esito positivo, avrebbe già in mente anche il piano di riapertura della produzione. A Mattighofen hanno già garantito la presenza dei 150 milioni di euro necessari per ripartire a pieno regime da metà marzo. Anche qui però, come già detto, tutto passa da ciò che verrà deciso dai creditori nell’udienza che si svolgerà tra 4 giorni.

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