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MotoGP

Il “caso Martin” porta alla svolta: gli infortunati potranno svolgere un test privato prima del rientro

Durante la Grand Prix Commission di Jerez è stato deciso di approvare il test privato per piloti infortunati da molto tempo: i dettagli.

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Approvato il test privato per piloti reduci da gravi infortuni
Approvato il test privato per piloti reduci da gravi infortuni (© Aprilia)

La lungodegenza di Jorge Martin aveva portato Aprilia ad avanzare una proposta particolare alla vigilia del GP di Austin corso a fine marzo. La casa di Noale aveva proposto l’introduzione di una regola in corso d’opera che permettesse lo svolgimento di un test privato per i piloti rientranti infortunati dopo molto tempo. La proposta inizialmente non era stata approvata, ma in occasione della Grand Prix Commission di Jerez è arrivato il via libera.

Test privato per gli infortunati: come si potrà svolgere?

Per essere approvata, la sessione privata su pista prima di un weekend di gara dovrà soddisfare una serie di criteri. Innanzitutto, il test potrà essere concesso solo se il pilota in questione sarà costretto a saltare tre eventi, o se starà fermo per più di 45 giorni. Con il termine “eventi” non si intendono soltanto i weekend di gara, ma anche le sessioni di testi collettivi su più giorni.

Il primo test di Alex Marquez con il Gresini Racing (© Red Bull Content Pool)

Il primo test di Alex Marquez con il Gresini Racing (© Red Bull Content Pool)

Dal punto di vista della logistica, ci sono una serie di paletti da rispettare. Il circuito scelto infatti potrà essere solamente uno di quelli dichiarati del costruttore. Inoltre, la scelta non potrà ricadere su un tracciato in cui è prevista una tappa del mondiale nelle otto settimane successive alla data del test privato. Il massimo numero di set di gomme disponibili sarà 3. Le coperture utilizzate verranno sottratte dall’allocazione a disposizione di ciascuna casa in base al livello di concessioni.

Prima il rifiuto, poi l’approvazione

La proposta dell’Aprilia era inizialmente stata respinta. Nel giovedì di Austin, quando i vari team si erano incontrati per votare sulla questione, non era uscita l’unanimità, necessaria per i cambi di regolamento durante la stagione. Inizialmente, la casa contraria sembrava essere la Ducati, che invece votò per il sì. La sfiducia arrivò dalla Honda, una delle case che avrebbe meno beneficiato dell’approvazione. Ricordiamo infatti che sia la casa di Tokyo che Yamaha hanno il massimo livello di concessioni. Ciò significa molti più test privati a disposizione di tutti gli altri.

Per questo motivo, Jorge Martin si era ritrovato a correre in Qatar dopo due mesi di assoluta inattività. Con l’ulteriore aggravante di essere in sella ad una moto che a malapena conosceva. Ricordiamo infatti che Jorge Martin, prima dell’infortunio alla vigilia dell’inizio del mondiale, si era fatto male anche nel corso dei primi test stagionali a Sepang, dopo appena una decina di giri. Da quel momento non aveva più avuto l’occasione di tornare in sella alla sua RS-GP25.

Jorge Martin in azione in Qatar

Jorge Martin in azione in Qatar (© Aprilia)

A Doha lo spagnolo aveva subito un altro brutto infortunio. Verso metà della gara lunga, aveva perso il controllo della sua moto (stanchezza fisica?) per poi essere centrato in pieno dalla moto di Fabio Di Giannantonio. La botta gli aveva procurato fratture multiple alle costole e uno pneumotorace. Una situazione da cui uscirà solo tra qualche mese. Forse proprio questo episodio ha spinto all’approvazione del test privato per piloti infortunati durante la Grand Prix Commission di Jerez.

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