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Tom Kristensen alias Mr. Le Mans

Nella settimana della 24 Ore di Le Mans non potevamo non raccontare la storia di Tom Kristensen alias Mr. Le Mans

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Thomas Kristensen alias Mr. Le Mans
Thomas Kristensen alias Mr. Le Mans (© FIA WEC)

Se c’è una persona che incarna lo spirito di Le Mans e che conosce quella gara come il giardino di casa sua, quello è Tom Kristensen, alias Mr. Le Mans. Il danese è il re della 24 Ore della Sarthe, indiscutibilmente. Ha conquistato la vittoria ben 9 volte.

Più di chiunque altro, e questo lo rende una leggenda. Dietro di lui ci sono altre icone del motorsport come Jacky Ickx o Emanuele Pirro, ma sul trono siede solo lui. Distante e da solo in testa alla classifica dei più vincenti alla 24 Ore di Le Mans.

La favolo inizia dalle monoposto

La carriera di Tom inizia dai kart per svilupparsi in un primo momento nelle monoposto. Il suo primo titolo arriva nel 1991 nella Formula 3 tedesca, al suo debutto nella categoria, diventando il successore di un certo Michael Schumacher. Il suo percorso proseguì con un giro internazionale, che lo portò prima in Giappone per correre nella Formula 3 giapponese  e nella Formula 3000. A questi due campionanti a ruote scoperte aggiunse la prima esperienza nelle vetture turismo, nel campionato giapponese.

Nelle monoposto Kristensen si dimostrò veloce e vincente. Arrivò a svolgere anche alcuni test in Formula 1 con  Minardi, Tyrrell, Williams e Jaguar tra il 1997 e il 2000, ma non ebbe mai la concreta opportunità di diventare un pilota titolare di F1. Per questo nel frattempo decise di dedicarsi alle gare di durata; è proprio in quel tipo di competizioni che ha costruito la sua leggenda.

L’alba di Tom Kristensen alias Mr. Le Mans

La sua iconica carriera legata alla 24 Ore della Sarthe inizia nel 1997, quando Tom trionfò per la prima volta nella storica gara di durata francese. Quell’edizione fu la sua prima e si ritrovò in equipaggio con Michele Alboreto e Stefan Johansson, sulla TWR-Porsche WSC-9 nella categoria LMP con la squadra Joest Racing.

I due anni successivi sposa il progetto di BMW Motorsport, ma sia nel 1998 che nel 1999 arrivano due ritiri. La BMW V12 LMR gli regalò però nel 1999 la vittoria nella 12 Ore di Sebring. La prima in assoluto negli Stati Uniti, ripetuta altre 6 volte nella sua carriera.

Dal 2000 torna alla vittoria anche a Le Mans, ma stavolta lo fa con Audi insieme a Frank Biela e Emanuele Pirro. Con il marchio di Ingolstadt Tom ha firmato una pagina indelebile della 24 Ore della Sarthe e vi si è legato per il resto della sua carriera (eccetto una parentesi con Bentley, ndr); diventando il perno dell’evoluzione di un progetto che ha scritto la storia del motorsport.

Kristensen insieme ad Audi ha vinto sette edizioni, nessuno come lui. Contando anche la vittoria nel 2003 con Bentley, a suo dire la macchina più bella con cui abbia mai corso, Tom ha registrato 6 vittorie di fila.

Dopo quella del 2005 la serie vittoriosa si è interrotta, ma il trend è rimasto più che positivo. Infatti il pilota danese dalla sua settima conquista, fino al 2014, anno in cui si è ritirato, ha raccolto altre due vittorie nel 2008 e nel 2013 e cinque podi. L’ultimo arrivato nel 2014, permettendo a Mr. Le Mans di chiudere in bellezza la sua storia con la 24 Ore de la Sarthe.

I ricordi di Le Mans

Kristensen dopo il suo ritiro ha lasciato un’eredità pesante. Quello cha ha raggiunto gli dona uno status leggendario che lo pone di diritto nella più alta élite di piloti mai passati per le gare motoristiche.

Il pilota danese è legato all’evento francese anche per l’atmosfera unica che lo ha sempre caratterizzato. In un’intervista alla Gazzetta del 2021, Kristensen raccontava degli odori di Barbecue che sentiva fin dentro l’abitacolo, quando transitava nei tratti più lenti del tracciato. I tifosi a bordo pista che scorgeva anche nella notte grazie alle bandiere piantate che facevano da riferimento. Le Mans per lui è speciale e non solo per le vittorie.

Esiste il rammarico di non essere riuscito a farcela in F1; è vero. Così però non avrebbe mai istaurato un rapporto unico con la gara francese. Un rapporto che va oltre le vittorie, che lo ha reso leggenda e lo ha portato ad essere uno dei piloti più famosi al di fuori del circus Formula 1.

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