Formula 1
Red Bull, Mintzlaff shock: «Verstappen chiuderà la carriera con noi»
Perché Red Bull ha licenziato Horner, cosa non funzionava davvero nel team e perché Verstappen è destinato a restare per sempre. Oliver Mintzlaff, responsabile dei programmi sportivi Red Bull, ha raccontato tutto al De Telefraaf.
Il licenziamento di Christian Horner, la crisi interna vissuta nel 2025, il futuro di Max Verstappen e la scommessa del motore Red Bull. Oliver Mintzlaff, responsabile dei programmi sportivi del gruppo, ha rotto il silenzio in un’intervista esclusiva a De Telegraaf, nella quale ha raccontato senza filtri la trasformazione più profonda nella storia recente di Red Bull Racing.
Non è un’operazione di facciata, ma un cambio di rotta strutturale rispetto ai primi vent’anni dell’azienda delle lattine nel circus.
Mintzlaff: «2025 anno strano. Segreto di pulcinella che ci fossero troppe distrazioni»
Mintzlaff parte da una premessa chiara: il 2025 non è stato un semplice campionato difficile. «È stato un anno strano. La prima metà della stagione non è stata buona ed è stata al di sotto delle nostre aspettative», ammette. E aggiunge un dettaglio significativo: «In realtà avevamo già visto nel finale del 2024 che qualcosa non stava funzionando».
Il problema, però, non era solo la macchina: «Era un segreto di Pulcinella che ci fossero troppe distrazioni dentro e attorno al team», spiega Mintzlaff. «Quando le persone si distraggono, perdi il focus. Non importa se hai il miglior pilota del mondo: se manca la concentrazione, non rendi al massimo».
Mintzlaff sul licenziamento di Horner: «Ha fatto cose straordinarie, ma bisognava cambiare»
L’addio di Horner non viene raccontato come un trauma improvviso, ma come l’esito di un processo. «Non puoi continuare a vivere di passato», ha detto Mintzlaff. «Abbiamo sentito che era il momento di voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo».
Il dirigente ha chiarito che non si è trattato di una scelta impulsiva: «Non sono un manager che licenzia le persone alla prima difficoltà. Christian ha fatto cose straordinarie per Red Bull e tutti qui lo apprezziamo». Ma, ha aggiunto, «a un certo punto devi decidere se dare altro tempo o cambiare guida. A luglio era il momento giusto per intervenire».
Horner al centro, con Mintzlaff a sx e Helmut Marko a dx (© Red Bull Content Pool)
Minztlaff sulle dichiarazioni di Marko: «Non sono d’accordo con lui»
Oliver Mintzlaff ha parlato anche delle recenti dichiarazioni di Marko su Horner: «Quelle parole su Christian sono responsabilità di Helmut. Non sono d’accordo con lui. È normale che le organizzazioni cambino. Forse anche lui è cambiato negli anni. Non può essere tutto identico a cinque anni fa. Horner e Marko hanno lavorato insieme in modo eccellente dal 2005, per oltre vent’anni.
Non c’è un’altra grande organizzazione sportiva dove la leadership resti la stessa così a lungo. Si può vedere negativamente il fatto che ora se ne siano andati entrambi, ma io direi che è stato unico ciò che hanno costruito. A volte serve rinnovamento».
Mintzlaff: «Mekies ha costruito un rapporto forte con i piloti. E con Verstappen»
Mintzlaff ha sottolineato anche il ruolo del nuovo assetto sportivo: «Laurent Mekies ha preso in mano la squadra in una situazione difficilissima», spiega. «È riuscito a compattare il team in poco tempo e a costruire un rapporto molto forte con i piloti, soprattutto con Max».
La comunicazione interna, secondo il manager, è diventata più fluida. E questo, in Formula 1, fa la differenza anche quando la macchina non è la migliore del lotto.

Max Verstappen con Laurent Mekies (© Red Bull Content Pool)
Il motore Red Bull: il sogno di Mateschitz e lo shock dei costi
L’altra grande colonna del futuro Red Bull è il motore proprietario, il progetto più ambizioso mai intrapreso dal gruppo. Mintzlaff racconta con sincerità come tutto sia nato da Dietrich Mateschitz. «Quando me ne parlò per la prima volta pensai: “ma che diavolo significa?”», confessa. «Poi, quando scoprii quanto sarebbe costato…».
Il progetto Red Bull Powertrains non è solo una scelta tecnica, ma una scommessa industriale totale. In questo contesto, Mintzlaff riconosce apertamente i meriti di Horner: «Christian ha avuto un ruolo fondamentale nel trovare le persone giuste e costruire quella struttura». L’obiettivo ora è uno solo: «Realizzare il sogno di Dietrich e tornare a vincere anche nella nuova era».
Lo stabilimento Red Bull Powertrains (© Red Bull Powertrains)
Mintzlaff: «Non temo nessuna clausola di rendimento sul contratto di Verstappen»
Il passaggio più dirompente dell’intervista di Mintzlaff riguarda però Verstappen: «Per me non esiste alcun dubbio: Max Verstappen concluderà la sua carriera in Red Bull».
Mintzlaff non sembra preoccupato nemmeno dallo scenario 2026, con il debutto del primo motore progettato da Red Bull Powertrains. «Non temo alcuna clausola di rendimento nel suo contratto», afferma. «Per un atleta è fondamentale vedere che il team dà tutto per lui. Max ha visto come sono cambiati risultati e atmosfera».
Secondo il dirigente, Verstappen percepisce chiaramente lo sforzo dell’organizzazione: «Vuole vincere, come noi. Finché sente che lavoriamo duramente per questo, resterà fedele. Ha visto anche quanto abbiamo investito nel nostro motore. Siamo un’azienda di energy drink: è un passo unico. C’è grande stima e lealtà reciproca».
Mintzlaff con Verstappen e Marko nel 2022 (© Red Bull Content Pool)
Mintzlaff su Verstappen: «Max non comanda Red Bull»
Mintzlaff ha respinto anche una delle narrazioni più diffuse. «È una sciocchezza dire che Max comandi qui», dice senza mezzi termini. «C’è un solo capo da noi, ed è quella lattina che vendiamo».
Nessuna pressione, nessuna richiesta speciale: «Max non ha mai fatto una sola richiesta personale, né lui né il suo manager o suo padre. È il migliore al mondo, è giusto che dica cosa vuole da una macchina. È una persona fantastica, non una diva. Sono certo che resterà per sempre legato a noi. Quando smetterà, spero il più tardi possibile, spero rimanga in un altro ruolo. La sua sensibilità tecnica è unica».
È una Red Bull meno carismatica, forse, ma più aziendale. E soprattutto convinta di una cosa: tutto può cambiare, tranne Max Verstappen.