Formula 1
Oracle Red Bull Racing: per fortuna c’è Max!
La Scuderia di Milton Keynes ha attraversato un anno turbolento. Tra caos interni e Perez poco performante, il team ha trovato la sua ancora di salvezza in Verstappen. Una volta per tutte ha dimostrato perché ha il #1 sulla vettura.
Red Bull non può ritenersi soddisfatta del 2024. É arrivato il titolo piloti F1 conquistato da Max Verstappen, il quale si è laureato campione del mondo per la quarta volta. Eppure quest’anno ha evidenziato tante fragilità nella squadra e nella vettura, che potrebbero far preoccupare in vista delle prossime stagioni.
Caos interno
La stagione si è aperta con un polverone intorno a Horner e all’intero team. Christian Horner è stato indagato internamente per comportamenti inappropriati verso una dipendente che lo avrebbe denunciato. Per questo durante la prima parte della stagione sembrava che la dirigenza si fosse spaccata in due.
Da un lato Helmut Marko con l’appoggio della parte austriaca di Red Bull e dei Verstappen; dall’altra Horner con l’appoggio della direzione thailandese. Max, Jos e i Mateschitz sembravano non aver digerito l’intera questione legata al caso Horner e la tensione interna si è propagata per mesi; prima che i risultati in pista lasciassero che la vicenda si risolvesse nelle sedi opportune.
Da protagonisti a comparse
La pista ha parlato subito chiaro. Nelle prime dieci gare sono arrivate sette vittorie e sei podi, di cui tre doppiette. Dopo il decimo round l’olandese contava già dieci successi e un secondo posto ottenuto a Miami. La RB20 sembrava poter essere la sorella della dominante RB19, ma con il passare dei mesi le cose hanno preso una piega diversa.
I primi aggiornamenti non sono stati digeriti dalla vettura di Milton Keynes e la RB20 ha perso la versatilità e il bilanciamento che aveva reso la sua precedente versione una monoposto quasi perfetta. Già da Imola però si vedevano le prime avvisaglie. Perez non riusciva più a performare come a inizio anno, ma c’era Max che mascherava il tutto con il suo talento.
Dopo Barcellona la Red Bull è entrata in un vortice negativo dal quale non riusciva più ad uscirne. Anche nei loro soliti fortini come il Red Bull Ring, Spa o Zandvoort erano diventati attaccabili. Se il messicano già da tempo navigava lontano dal compagno di squadra, nelle posizioni finali della top ten, Max era l’unico che provava a tenere in piedi il team.
Flessione estiva
Nell’estate la squadra ha iniziato a perdere anche pezzi pregiati. Il primo è stato Newey che piano piano è stato messo ai margini del progetto tecnico, consapevoli che l’ingegnere inglese avrebbe voluto sposare un’altra causa. Dopo di lui anche il direttore sportivo Jonathan Wheatley ha deciso di accettare una nuova sfida come Team Principal in Audi.
Ma a queste due perdite di valore c’è da aggiungere le scarse performance in pista. Tra Barcellona e il Brasile, GP in cui Max è tornato alla vittoria sono passate dieci gare in cui l’olandese ha raccolto solo tre secondi posti, un terzo posto e una vittoria nella Sprint di Austin. Un lavoro incredibile considerata la competitività della RB20 rispetto alle avversarie.
A inizio autunno era ormai chiaro che Red Bull non avrebbe riportato a casa il Mondiale Costruttori; risultato impensabile a inizio anno. Il mondiale piloti restava invece alla portata, ma solo un cannibale come Verstappen poteva difenderlo e confermarsi.
Talento cristallino
Nel momento più buio a Interlagos, la pioggia gli ha mandato un segnale. La domenica era il suo giorno. In gara dopo una rimonta incredibile ha chiuso davanti a tutti, andandosi a creare il primo match point nel GP successivo a Las Vegas. Per quanto attrezzati, nulla hanno potuto i suoi avversari.
In Nevada a Max è bastato il quinto posto per aggiudicarsi il suo quarto titolo e scolpire il suo nome e il suo talento nella storia della F1. Liberatosi del peso del mondiale, anche la vettura ha ritrovato le prestazioni perdute e in Qatar il #1 è riuscito a portare a casa la nona vittoria del suo 2024.
Riflessioni e novità verso il nuovo anno
Un bottino magro rispetto al 2023, ma tanto è bastato per lasciare ai suoi avversari solo le briciole del secondo posto. Nel frattempo Perez si è perso sempre di più. Il messicano non è più riuscito a trovare la via della risalita ed è rimasto a navigare a metà classifica, lottando contro i problemi della RB20.
Tra rinnovo e riconferma a metà anno, Sergio è stato messo in discussione molte volte. Intanto in Racing Bulls Marko faceva crescere le sue alternative. Nonostante a fine stagione Horner avesse rinnovato la fiducia in Perez, poco dopo i test di fine anno ad Abu Dhabi è stato ufficializzata la notizia che tutti si aspettavano.
Dentro Liam Lawson, fuori il messicano. Il neozelandese ha convinto e ora avrà la sua chance accanto a Max per dimostrare il suo valore. Il 2025 è appena iniziato, ma il campione del mondo avverte già. Se la RB21 non avrà miglioramenti, il titolo se lo possono scordare.
Il 2024 di Red Bull è stato una montagna russa di emozioni, che si sono poi riflettute in pista. In un anno che rischiava di essere funesto però la squadra ha trovato ancora la sua luce: Max Verstappen. Perché se fino ad oggi c’erano dubbi sul talento dell’olandese e che vincesse solo per la vettura, signori miei questa stagione ha certificato che SuperMax è uno di quei campioni che difficilmente dimenticheremo.